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Vorrei cominciare il mio breve report con un mantra che penso rappresenti l’essenza della mia splendida permanenza in India: “Atithi Devo Bhava- L’ospite è come Dio”. Quando sentiamo parlare di questo Paese solitamente pensiamo ad un Paese ricco di misticismo religioso ma allo stesso tempo privo di pulizia, ma dopo aver trascorso un mese viaggiando per gran parte dell’India posso dire che è un Paese tutto da scoprire, pieno di cultura e con un’infinità di esperienze da offrire.

Quest’anno, la meta del mio viaggio con il Lions è stata l’India! Questo è stato il mio quarto scambio con il Lions (gli altri sono stati in Germania, Australia e Mongolia), ma, nonostante questo, è stata comunque un’esperienza unica e diversa rispetto alle altre: l’India, infatti, è un Paese assolutamente straordinario, con un insieme di etnie, religioni e culture antichissime impossibile da trovare altrove.

La prima parte dello scambio l’ho passata in famiglia. Fin da subito, appena usciti dall’aeroporto, l’impatto con l’India è forte: subito si percepiscono l’aria calda e umida tipica del periodo del monsone delle piogge e i rumori del caotico e anarchico traffico indiano.

La mia esperienza in Grecia è durata 3 settimane, tutte e tre passate in host families.
Purtroppo la Grecia non ha ancora un Campo, ma vi assicuro che tuttavia il divertimento non può mancare.
Il programma è molto differente da persona a persona perché dipende dalle famiglie in cui si viene ospitati.
Per questo quindi parlerò più dello stile di vita e delle abitudini della Grecia piuttosto che di tutte le visite svolte.

La mia esperienza Lions ha avuto inizio il 3 agosto, la data della mia partenza per la Grecia. Premetto che ad inizio luglio avrei dovuto ospitare una ragazza dal Colorado ma per una serie di problemi non è riuscita a venire. Quindi il 3 agosto ho preso un volo dall’aereoporto di Bergamo e sono arrivato a Thessaloniki, la seconda città più grande della Grecia, dopo Atene ovviamente. Al mio arrivo c’erano la nonna e il figlio maggiore della prima famiglia che mi avrebbe ospitato, Fula e George, che sono stati sin dall’inizio gentilissimi e simpaticissimi. Salimmo in macchina e dopo un’oretta di guida su una strada meravigliosa fiancheggiata su un lato dal mare e sull’altro da aride montagne ricoperte di ulivi e cosparse di greggi, arrivammo in un piccolo paese, Asprovalta, dove la famiglia ha una casa delle vacanze da più di due generazioni. 

Sono Laura da Bologna,

non era la prima volta che andavo in Inghilterra ma con i Lions è tutta un’altra cosa!

Non eravamo vicino a Londra ma poco importava, lì ci puoi sempre andare, ma un’esperienza come questa non ti capita tutte le volte!!

Inizio con il dire che grazie a questa esperienza sono riuscito a coronare il mio sogno di una vita: quello di poter visitare almeno una volta il Giappone.

Non avrei mai pensato di riuscirci così presto! Ma grazie alla possibilità che mi è stata offerta ne sono stato molto felice! Grazie Lions.

Sono partito l'11 agosto dall'aeroporto di Bari per arrivare un'ora dopo a Roma Fiumicino, dove ho preso un altro aereo che mi ha portato in Giappone all'aeroporto di Narita dopo 12 ore di estenuante volo!

Il Lions Club mi ha permesso di trascorrere quattro fantastiche settimane in Giappone.
Non so come definire quest’esperienza usando poche parole, ma credo che la migliore descrizione sia “STRAORDINARIA”:
un’esperienza bellissima ma particolare, in contatto con persone magnifiche, sempre pronte a farmi sentire parte della loro famiglia. Un crescendo di emozioni che mi ha fatto amare un popolo e la loro cultura.

Eccomi qui, tornato in Italia, a scrivere quelle che sono state le esperienze da me vissute in Giappone, o almeno parte di esse, perché davvero tante sono le cose che ho visto, i posti che ho visitato, le attività in cui ho preso parte e purtroppo in questa sede posso solo cercare di farne una sintesi provando a fornire un’idea chiara e completa di quello che questo scambio giovani Lions ha significato per me.

Come premessa ci tengo a sottolineare che studio lingua e cultura giapponese all’università e pertanto non partivo certo impreparato per questo viaggio, anzi, devo ammettere che essendo la prima volta per me nel Paese del Sol Levante ed avendo sognato questo momento fin da quando ero bambino temevo di ritrovarmi deluso, temevo che il Giappone non fosse come lo immaginavo, che non rispecchiasse le mie aspettative, ma ciò fortunatamente non solo non è successo, ma l’intero scambio si è rivelato meraviglioso aldilà di ogni più rosea aspettativa.

Quello di questa estate 2015 è stato il mio primo scambio con il Lions club e l’organizzazione è stata impeccabile: il programma è stato rispettato con precisione meticolosa, non ci sono stati imprevisti di sorta e non ho mai avuto problemi.

Quest'anno i Lions Clubs International mi hanno permesso di andare in Giappone, precisamene nell'isola di Hokkaido, dove in circa un mese ho visitato buona parte di questa bellissima parte dell'Asia.

È stato il mio secondo anno di scambi e andare dall'altra parte del mondo mi terrorizzava ma non vedevo l'ora di partire e scoprire una nuova è stupenda cultura!

Il Giappone era la mia destinazione. Sarebbe stata la mia nuova casa, e dopo 16 ore di volo ero lì, quasi non ci credevo, non credevo che potessi essere capace di spingermi così lontana da casa a soli diciotto anni. 

Ad accogliermi c'erano una decina di lions che mi hanno accompagnato durante tutta la mia avventura. 

La mia prima famiglia viveva a Kobe, è stato difficile perché parlavano inglese molto poco e parlare diventava difficile, ma ero felice e l'assenza della lingua era sostituibile da tutti i posti stupendi in cui mi hanno portato! Ho dato da mangiare ai cerbiatti, sono rimasta incantata da Nara, ho visitato Osaka, seguito dei corsi di cucina e non mi sono mai divertita così tanto come quando siamo andati agli Universal Studios dove ho realizzato il mio sogno di entrare ad Hogwarts! 

Quest’anno dal 1 al 29 luglio ho partecipato per la terza volta agli scambi giovanili Lions. La mia meta questa volta è stata il Giappone, ad Osaka.
Le prime due settimane le ho trascorse in famiglia i cui mi sono trovata molto bene i miei “genitori” sono stati molto ospitali e aperti nei miei confronti tanto che mi hanno portata una sera a dormire fuori presso uno Zoo. 

La mia avventura in Giappone inizia il 14 luglio 2015. Sono stata ospite per quattro settimane di quattro famiglie giapponesi che hanno fatto di

tutto per farmi sentire a casa anche in un paese così lontano ed esotico come il Giappone.

All'inizio ero molto tesa all'idea di questo viaggio; non era la prima volta che viaggiavo da sola, ma mai ero stata via così tanto tempo e soprattutto

in un luogo così lontano e diverso dall'Italia e del quale avevo una conoscenza approssimativa.

Il Giappone non è un paese “dietro l'angolo”, ci sono 7 ore di fuso rispetto all'Italia e per raggiungerlo ho dovuto prendere due voli, il primo di 6 ore fino a Dubai e il secondo di 10 ore per Osaka.

Dopo oltre trenta ore di viaggio, sono finalmente arrivata all’aeroporto Narita di Tokyo, dove ad aspettarmi c’era Kay, il mio primo host father, con in mano un cartello con scritto “Welcome Vittoria”. In un attimo tutta la stanchezza del viaggio è svanita, poiché è subentrata l’emozione, l’emozione di prendere lo Shinkansen, quel famosissimo e velocissimo treno di cui avevo tanto sentito parlare. Una volta arrivata ad Hachimantai, ad accogliermi c’era il resto della famiglia, la quale è stata molto gentile con me fin da subito, anche se purtroppo era spesso impegnata per il troppo lavoro, quindi, durante la prima settimana, non ho avuto modo di visitare molti luoghi. In ogni modo, ho fatto lunghe passeggiate nella foresta, ha aiutato nelle faccende domestiche, ho indossato la yukata al festival di Hachimantai, abbiamo fatto dei bellissimi BBQ. Un problema che però inizialmente mi è pesato abbastanza, è il fatto che nessuno della famiglia e delle persone che ho conosciuto parlava l’inglese, quindi abbiamo deciso di utilizzare Google Translate.

Dopo un volo aereo durato un’intera giornata, sono atterrata in Giappone. Sapevo ben poco di come sarebbe stato il mio viaggio, e non mi sarei mai aspettata che questa sarebbe stata la più bella esperienza della mia vita.

Non avevo ricevuto molte informazioni né sul soggiorno né sulle mie famiglie ospitanti: sapevo solo che avrei passato il mese a Tamano, una città di 70.000 abitanti nella prefettura di Okayama, situata nella zona tra Hiroshima ed Osaka.

La permanenza in Giappone è stata, sin dal principio, meravigliosa. Per i primi tre giorni sono stato ospitato da una coppia di neo-sposi (Miyaura Kiyomi e Hosokawa Shingo). Subito dopo essere prelevato dall’aeroporto mi hanno portato in un tipico ristorante dove ho assaggiato 串カツe 天麩羅e me ne sono innamorato.

Già dalla prima sera ho potuto sperimentare una delle affascinanti “stranezze” giapponesi, il WC TOTO. Il WC elettronico che ti mette la musica, ti fa il bidè avanti e dietro permettendoti di regolarne, ovviamente, la pressione dell’acqua. Dico solo che ho passato 10 minuti su Google per cercare di capire come tirare lo scarico ed ho trovato un sito dedicato agli stranieri che usano quel WC per la prima volta. Questa storia ha fatto ridere i miei host parents così tanto che hanno dovuto raccontarlo a tutti i membri del Lions Club.

Sono stata tre settimane in Georgia e devo dire che non ero a conoscenza di questo stato prima di esserci stata mandata :/.

La prima settimana l'ho passata in famiglia, dove tutti i giorni facevo attività diverse e molto divertenti, la mia host sister era molto vivace e attiva…

During my experience in Germany, I’ve spent fifteen days in a host family and twelve days in a Lions camp.

I really appreciated the family hospitality: they always tried to make me feel at home. They explained me everything about the places we visited together, sometimes they asked me if I wanted Italian food and they made me join some family activities. Once I went to school with my host sister: it wasn’t very interesting because I don’t understand German, but it was nice to see how a different school system works.

Per essere onesto, non mi volevo svegliare la mattina della mia partenza.

Devo ammettere che l’idea di stravolgere le mie attività così statiche e abitudinarie mi spaventava molto, tanto che, cinque mesi prima, ho rischiato di dire pure di “no” a questa incredibile possibilità che mi è stata

data e che avevo sottovalutato.

Pertanto, decido di scrivere questa relazione sull’esperienza più bella e incredibile della mia vita a favore di chi, come me prima di questo viaggio, era in dubbio o spaventato.

La parte speciale della mia avventura in Germania è il livello umano dell’esperienza; mi spiego meglio: non mi interessa parlarvi di come sia “bella” o “incredibile” della Westfalia, che a parer mio non ha niente di così particolare, ma di come l’emozione e l’amicizia che ho trovato, mi abbiano fatto sentire letteralmente a casa.

L'anno scorso ero intenta a leggere i vari report dei ragazzi che erano partiti, e ora finalmente, posso raccontare la mia avventura. Il 12 luglio sono partita per la Germania, appena arrivata all'aeroporto sono stata felicissima di vedere il mio hostfather aspettarmi con il figlio più piccolo e il loro cane. Abbiamo aspettato che arrivasse anche la ragazza norvegese che ospitavano con me e siamo andati a casa. La famiglia subito ci ha accolte come se fossimo state loro figlie e sorelle. La settimana trascorsa con loro è stata bellissima, siamo andati in giro per le città, siamo andati in bicletta in una riserva naturale vicino casa loro , e nel weekend siamo andati in un villaggio dove hanno un piccolo cottege e qui tutti praticavano barca a vela e abbiamo provato anche io e l'altra ragazza. Quando alla fine della settimana ci hanno accompagnato al camp siamo state molto tristi perché ci eravamo molto affezionate a loro.

Indimenticabile è la parola da usare per descrivere questa incredibile e meravigliosa esperienza della durata di tre settimane vissuta quest’estate in Germania.

Quasi dimenticavo! Salve a tutti, il mio nome è Alessandro Mereu ho 18 anni e abito in Sardegna in provincia di Cagliari; anche io , così come tanti altri ragazzi, posso dire con orgoglio di aver partecipato a questo splendido e stimolante progetto di scambi giovanili organizzato dai Lions.

Il tutto è iniziato a settembre del 2014 quando il progetto mi è stato proposto da una responsabile Lions di Cagliari – Anna Giulia Solinas coadiuvata da Rosi Porcu -; mio padre che è socio Lions ha caldeggiato la mia partecipazione e, dopo essermi informato bene riguardo lo svolgimento del viaggio, spinto dalla curiosità di visitare nuovi posti e conoscere persone e culture diverse, ho accettato. 

Così, dopo aver preso contatto con il Coordinatore per gli scambi giovanili, Fabrizio Carminati del Distretto 108L, che ha spiegato a me e alla mia famiglia le modalità di partecipazione, il 25 luglio sono finalmente partito alla volta di Hannover, dove sono arrivato dopo tre scali e un po’ di ritardo.

Il piano del viaggio era semplice: avrei trascorso una settimana presso una famiglia ospitante e due presso un campus con altri ragazzi miei coetanei per un totale di tre settimane.