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ITALIA: what else?

Il Lions Club mi ha permesso di trascorrere quattro fantastiche settimane in Giappone.
Non so come definire quest’esperienza usando poche parole, ma credo che la migliore descrizione sia “STRAORDINARIA”:
un’esperienza bellissima ma particolare, in contatto con persone magnifiche, sempre pronte a farmi sentire parte della loro famiglia. Un crescendo di emozioni che mi ha fatto amare un popolo e la loro cultura.


Siamo arrivati (io ed un altro ragazzo italiano) a Fukuoka il 15 Luglio, dopo un interminabile viaggio di 24 ore, ed abbiamo subito trovato una sorpresa che ci ha stupiti e che ha preannunciato la buona riuscita del viaggio: erano presenti una ventina di persone appartenenti a 3 Lions Club diversi(di cui due club ospitanti), che ci hanno accolti tra enormi sorrisi, strette di mano ed inchini. L’emozione era tale da avere adesso solo immagini sfocate in mente, ma con la convinzione che tutto sarebbe stato eccezionale.
Lì le nostre strade si sono divise.
Era presente il mio primo host father, Mr Tsujita, uno dei più grandi artisti di ceramiche giapponesi, un uomo che porta avanti una tradizione lunga 400 anni. Sarebbe inutile nascondere il mio stupore.
Ahimé egli non sa parlare Inglese, ma siamo stati aiutati da un membro Lions che non ci ha mai lasciati soli e con cui ho stretto un’amicizia meravigliosa.
Destinazione: Takeo, Prefettura di Saga.
Arrivati a casa, ho conosciuto anche la mia host mother, un’amorevole e vispa signora , insegnante di danza tradizionale giapponese.
Mi ha stupito l’ospitalità giapponese e l’importanza che ha per loro questo progetto, tanto da organizzare cene sfarzose in ristoranti di lusso solo per darmi il benvenuto e conoscermi meglio. 
Spero di non aver deluso le loro aspettative.
I miei primi 5 giorni sono trascorsi tra feste, visite turistiche, parlando dei nostri paesi e delle nostre tradizioni, mangiando il gustosissimo cibo giapponese, stringendo amicizia con gente splendida, tutto contornato da grosse risate in un paese immerso nel verde: insomma, una favola.
Penso che se non avessi provato ad adattarmi alle loro tradizioni ed al loro stile di vita, non mi sarei goduto appieno i giorni trascorsi in Giappone, anche se ciò significava mangiare pesce a colazione, fare i bagni termali(温泉, Onsen) completamente nudi o utilizzare le bacchette(箸, Hashi) per mangiare, cosa che ci ha fatto ridere tantissimo inizialmente!
Ho anche intagliato e dipinto ceramiche giapponesi, visitato posti mozzafiato di una sacralità indescrivibile, ed assistito ad uno spettacolo di danza giapponese organizzato dalla mia host mother.
In poche parole, ho provato a essere uno di loro!!
Anche se, mi è dispiaciuto non conoscere il Giapponese per poter comunicare direttamente con tutti, visto che l’inglese è veramente poco diffuso nella prefettura di Saga.
Non mi piacciono gli addii, i saluti e gli abbracci che dividono le persone, ma sono finiti così i miei primi 5 giorni in Giappone.
Ho dovuto salutare tutte le persone meravigliose che ho incontrato per iniziare una nuova avventura, pur sempre un’incognita, ma con la convinzione che tutto sarebbe andato sempre meglio: ed in effetti così è stato! Sono passato dalla vita tranquilla in un paese giapponese alla vita frenetica dell’Aso Camp!
L’accoglienza è stata formidabile(come sempre in Giappone), e noi, 14 ragazzi di ogni parte del mondo, insieme allo staff giapponese, eravamo pronti a qualcosa di nuovo, un’esperienza mai vissuta, ma con tutte le caratteristiche per essere grandiosa. Superata la prima fase e la timidezza iniziale, ci rendiamo subito conto di far parte di qualcosa di grande, di una realtà che da est ad ovest unisce i popoli, le culture e presenta ciò che di meglio un paese ha da offrire.
Siamo subito entrati in sintonia ed abbiamo partecipato allegramente a tutte le attività tradizionali proposte come la calligrafia(書道, Shodo), origami(折り紙), Ikebana(生け花), meditazione zazen(povere le mie ginocchia!!) o la visita al mozzafiato castello di Kumamoto.
Tuttavia, penso che la cosa più bella del campo sia stata la possibilità di conoscere, parlare, confrontarsi, ridere, ridere ed ancora ridere insieme.
Non dimenticherò mai i giochi nella hall, la danza giapponese, la serata in abiti tradizionali, tutte quelle persone meravigliose o la gentilezza ed organizzazione dei membri Lions.
Ahimé 3 giorni passano velocemente, e dopo i tristi saluti mi sono ritrovato di nuovo in viaggio per Takeo con la mia seconda host family: la fantastica famiglia Miyazoe!
Mi sono ritrovato in questa grande famiglia circondato da tanti bellissimi bambini con cui giocare: mi hanno accolto come un figlio e sono rimasto travolto da tutto quello che hanno fatto e da quello che sono stati per me in quei 10 giorni. 
Purtroppo non parlavano inglese, dunque ho paura di non avergli fatto capire quanto gli sono stato grato e quello che ho provato, sebbene io abbia fatto realmente del mio meglio aiutandomi con google translate, dizionario e frasario(vi lascio immaginare le risate).
Per farmi sentire a mio agio e per comunicare meglio abbiamo trascorso molte giornate con un ragazzo splendido che parla italiano, ragazzo con cui sono entrato subito in sintonia e che non ha esitato a guidare 2 ore da solo di notte pur di venirmi a salutare in aeroporto l’ultimo giorno; un Amico, insomma.
Ci siamo arrampicati in montagna, abbiamo pescato, ho lavorato insieme a loro, abbiamo meditato, cenato in un tempio, visitato un liceo giapponese e seguito le lezioni di inglese e matematica, siamo andati al fiume, abbiamo partecipato al summer festival in abiti tradizionali, e tanto altro…
Inoltre siamo stati a Nagasaki e in giro per le coste giapponesi(Karatsu, Energy Nuclear Park, ecc…).
Ma ciò che mi è rimasto più impresso è la cerimonia del the(茶道, Sado): una tradizione che unisce a un percorso purificatore e a una conversazione basata sulla cultura giapponese, un the perfetto, fatto dalla signora che dirigeva questa cerimonia(perdonatemi, ma non ricordo il nome esatto).
Hanno fatto veramente tanto per me, ero uno della famiglia: IL DONO PIU’ GRANDE CHE UN GIAPPONESE POSSA MAI FARE.
Ho giocato con i loro meravigliosi bambini e partecipato alle feste di famiglia: ho vissuto momenti veramente indimenticabili, e ogni volta che penso a loro, la nostalgia prende il sopravvento.
Pur sempre con molta tristezza, ho dovuto lasciare la famiglia Miyazoe per dirigermi a Kiyama, ospite del Tosu Lions Club e della famiglia Shirabe.
Credo siano stati i 10 giorni più particolari(positivamente) del viaggio, in quanto il mio terzo host father è direttore di un orfanotrofio(Senshiryou) e dunque ho vissuto a stretto contatto con bambini giapponesi senza genitori, pronti a sostenersi l’un l’altro, facendo di questo legame un punto di forza.
E’ stato realmente emozionante; abbiamo passato molto tempo insieme, abbiamo giocato, ed il loro sorriso pieno di gioia è uno dei più bei ricordi che io possa custodire.
Sono stato 2 giorni a Kyoto con il mio host father e due ragazzi di Senshiryou, dove abbiamo partecipato ad incontri buddisti, dove ho avuto la possibilità di visitare i templi più belli del Giappone ed assistere a cerimonie religiose straordinarie.
Inoltre abbiamo svolto molte attività con il Tosu Lions Club, come giocare a golf, visitare una fattoria, fare trekking, ed assistere ai fuochi d’artificio più belli della mia vita.
E’ stato realmente straziante salutare i bambini di Senshiryou, e mi sono ripromesso che li andrò a trovare quando loro saranno cresciuti: non posso e non devo dimenticarmi di loro.
Finita anche questa splendida avventura, ci si prepara per gli ultimi saluti all’aeroporto con un’immensa tristezza nel cuore, ma con la consapevolezza di aver vissuto qualcosa di unico.
Sono stato sommerso dal loro affetto(e anche dai loro regali; infatti ho avuto la necessità di comprare un nuovo bagaglio), dalla loro ospitalità e da quello che sono riusciti a trasmettermi in queste 4 settimane.
E, sicuro che li incontrerò nuovamente per trascorrere altri splendidi momenti, ogni giorno sfoglio le foto e mi immergo nei miei ricordi, pensando a quelle splendide persone che anche a 10000 km di distanza hanno lasciato un’impronta indelebile nella mia vita.
Spero solo di essere stato all’altezza!
Anche se mi sono dilungato parecchio, temo di non esser riuscito a trasmettere neanche un decimo di quello che ho provato, ma purtroppo credo non esistano parole per farlo.
Vorrei ringraziare infinitamente il Lions Club per avermi dato questa possibilità e Stefania Trovato per essere stata il mio punto di riferimento e per avermi aiutato quando ne ho avuto bisogno. 
Grazie infinite

ありがとう