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La mia esperienza di scambio è avvenuta dal 10 al 24 Luglio, un'esperienza che mi ha insegnato tanto e che porterò per sempre nel mio cuore.
Prima di atterrare a Malaga mi aspettava un'intera notte tra bus e aereo. Non avevo la minima idea a cosa stessi andando incontro.
Nella mente ho ancora impresso quel sorriso e quella felicità che emanava la mia host-mum, Loly, non appena mi vide, sorpreso dalla magnifica accoglienza che mi era stata fatta, comincio a conoscere quella che per una settimana sarebbe stata: la mia famiglia

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È passato ormai più di un mese dal giorno in cui ho preso quell’aereo per volare dall’altra parte del mondo, più precisamente in Indonesia.
Ma solo a ripensarci posso ancora sentire quel brivido di gioia ed eccitazione, misto ad un po’ di paura, che mi ha preso quando, dal finestrino dell’aereo, ho iniziato a vedere parte di quel paese meraviglioso che mi avrebbe ospitato per le tre settimane successive.                                                                                                                                                 
Jakarta, la grande capitale, era la prima tappa del programma.
La famiglia ospitante è stata fin dal primo istante affettuosa e felice di condividere ogni aspetto della straordinaria e variopinta cultura “giavanese”.
In quei quattro giorni ho assaggiato moltissimi piatti tipici, frutti esotici e snack, talmente tanti che ora mi riuscirebbe difficile ricordarmi tutti i loro nomi, ma posso giurare che mai avevo provato sapori così diversi l’uno dall’altro, dal più piccante al più dolce, a volte anche insieme. Essendo la città veramente molto trafficata, non abbiamo forse avuto la possibilità di visitare tantissimi posti, ma comunque ogni giorno è stato pieno e mi sono goduta ogni istante.

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Buenos dias,
un italiano di ritorno dal Messico non può che portarsi dentro tanto di quella cultura e lingua che ha appena lasciato: la mia esperienza di scambio giovanile Lions quest’anno si è svolta proprio nello splendido Messico.
Agli scambi Lions devo molto: tre esperienze straordinarie, la scoperta di due nuovi continenti (Asia e America) con le loro relative culture e le infinite amicizie createsi con stupendi ragazzi e ragazze partecipi di questo mondo.
Dopo il terzo viaggio, appunto, tentare di descrivere le emozioni provate è sempre più difficile, sembra quasi riduttivo: momenti del genere vanno vissuti in prima persona per poterne cogliere la grandezza e la bellezza.

14 luglio 2019 partenza da Matera allle 5 di mattina per prendere il volo da Bari alle 7:20 per fare scalo a Roma dopodichè un altro volo per arrivare ad Helsinki.
Non sapevo cosa aspettarmi essendo il mio primo viaggio da solo all'estero,però non mi sarei mai aspettato un esperienza del genere ricca di esperienze che io normale ragazzo italiano non avrei mai potuto scoprire nella mia città.
Al mio arrivo ad Helsinki c'erano ad aspettarmi un accompagnatrice dei Lions con 3 ragazzi che mi avrebbero accompagnato nelle mie avventure nell' ultima settimana in un campo con solo ragazzi.Dopo essere usciti dall' aereoporto ci diriggemmo verso la stazione dei treni per raggiungere le nostre città dove avremmo passato due settimane nelle nostre Host family;nel mio stesso treno c'era Paul un ragazzo francese che si trovò nella mia Host family e in quelle due settimane nacque un amicizia grandissima piena di risate e divertimento.
Alla satzione di Jamsa(la nostra città) c'erano ad aspettarci due membri della famiglia che ci accompagnarono subito a casa per mangiare un pò e o andare a letto dopo un estenuante giorno di viaggio.

Il Canada per me è stata la mia seconda esperienza con i Lions Exchange Camp che mi hanno dato la possibilità di viaggiare anche quest'anno con un viaggio di circa tre settimane.
Arrivato a Calgary airport dopo uno scalo fatto ad Amsterdam sono salito su un pulmino che mi ha portato a Medicine Hat circa cinque ore di distanza da dove la mia host family mi è venuta a prendere.
La prima settimana l'ho passata in famiglia con un altra ragazza francese facendo molte attività diverse, come andare in una riserva naturale a vedere i bufali ormai estinti, oppure vedere cose caratteristiche delle città vicine come musei o monumenti ( la città più vicina in realtà era a circa 1 ora di macchina dalla mia fattoria, ma in Canada è normale viaggiare ore e ore perchè le distanze sono molto grandi).
Le cose più belle di abitare lontano da tutto era che molto spesso si potevano vedere cerbiatti, antilopi e a volte anche alci proprio sotto casa ed il silenzio e la tranquillità che c'era e trasmetteva quel posto era una cosa indescrivibile .

Quest anno il mio secondo scambio culturale con i Lions è stato in Brasile. Sono stati ben 22 giorni pieni di scoperte, esperienze, divertimento, conoscenze e legami.
I primi 11 giorni sono come volati. Sono stata precisamente nello stato del Paraná, in una piccola cittadina di 10 mila abitanti chiamata Toledo. Lì c’era la famiglia Pignataro, che ha ospitato me ed un’altra ragazza italiana, Carola.
Non potevamo chiedere un’accoglienza migliore ! Ci hanno fatto divertire, sorridere,ma soprattutto, ci siamo sentite parte di quella splendida famiglia ogni giorno di più . C’era Flavio, il nostro host dad, Che ci accontentava sempre, qualsiasi cosa volessimo fare;Paula e Ricardo, che hanno trattato me e Carola come due sorelle da portare in giro; e poi Elisa, una host mum simpaticissima, che sprizzava energia e felicità da tutti i pori.
Abbiamo visitato con loro le cascate di Foz Do Iguaçu. Non avevo mai visto una cosa del genere...abbiamo camminato per 10 km ed ogni 100 metri c’era una cascata. Alla fine del nostro percorso, poi, abbiamo attraversato un ponte che divideva due cascate e lì, con quel suono dell’acqua che cadeva a strapiombo si percepiva un’energia adrenalinica. 

Il 6 Luglio sono partito da Roma alla volta di Istanbul, ero molto emozionato ed impaziente di immergermi in un mondo completamente nuovo, era la mia prima esperienza Lions. Ho vissuto per sette giorni con una famiglia e sei con un’altra; entrambe le famiglie sono state gentilissime, mi hanno messo a disposizione qualsiasi cosa e mi hanno fatto sentire uno di loro; è stato difficile all’inizio perché mi sono ritrovato in un contesto molto diverso da quello a cui ero abituato (dalla routine quotidiana al cibo), ma passati un paio di giorni di ambientamento  sono stato davvero bene, in entrambi i casi ho stretto amicizia con i figli ospitanti e con loro ho avuto la possibilità di relazionarmi con ragazzi turchi della mia età. Inoltre, con le mie due famiglie ho visitato i luoghi più importanti di Istanbul come Santa Sofia, la Moschea Blu, il Gran Bazar ect..

Quando ad inizio Luglio mi è stato proposto di sostituire una ragazza ed usufruire dell’opportunità di andarea Denver, Colorado USA, ero spaventata all’idea di vivere l’occasione in un mondo tanto lontano dal luogo dove sono nata e ho vissuto la mia adolescenza.
Avevo già fatto delle esperienze all’estero con la scuola ma questa era la prima volta che affrontavo un viaggio cosi lungo da sola.
Ma allo stesso tempo ero incuriosita di conoscere la cultura e le tradizioni americane che fino a quel momento avevo solo visto alla TV o nel web e che provavo ad immaginare nei miei sogni.
Il mio aereo è partito da Venezia il 20-07-2019, volo Venezia – Francoforte. Ero da sola e a Francoforte ho incontrato Filippo che proveniva da Bologna. Avrebbe condiviso la mia stessa esperienza: la presenza di una persona con cui condividere il viaggio fino a Denver, Colorado, mi ha moralmente sollevata, anche perché per Filippo non era il primo viaggio in USA e mi ha fornito degli interessanti suggerimenti durante il volo aereo.

Sono partito in aereo il 7luglio 2019di prima mattina dall’aeroporto di Bologna per arrivare prima ad Istanbul e infine ad Ankara nel tardo pomeriggio..
Al mio arrivo ho subito attaccato allo zaino fornito dal mio distretto Lions la bandiera Italiana per essere riconosciuto e incontrare la mia “host family” e il ragazzo indiano che avrebbe passato tutta la durata della famiglia e del campo con me.
Da subito mi hanno accolto nel modo migliore che ci possa essere.
È stata simpatia a prima vista.
Già durante il viaggio abbiamo conversato di molti argomenti. Arrivato Ad Ankara sono stato accolto con una tipica tazza di thè turca per poi avere una deliziosa cena tipica a bordo piscina. Una accoglienza stupenda.
La settimana in famiglia si è svolta rispettando la routine della famiglia, a volte un po’ noiosa, ma grazie alle cene e alle uscite per la città con parenti e amici della “host family” ho potuto apprendere nei migliore dei modi una cultura distante ma allo stesso tempo molto vicina alla cultura italiana.

Sono Cristian Zilio, ho 17 anni e abito a Santorso, un piccolo paesino in provincia di Vicenza. Quest’estate ho avuto la fortuna di vivere una delle esperienze che più mi ha segnato nella mia vita.
Appena ho saputo di essere il vincitore della borsa di studio, e questo è avvenuto verso aprile, ero un po’ impaurito, ma allo stesso tempo emozionato. La settimana prima della partenza è stata piena: comprare le ultime cose da mettere in valigia e i regali per la famiglia ospitante, controllare di avere tutto in valigia, ricordare di avere tutti i documenti necessari, cercare di chiudere la valigia senza sforare il peso massimo consentito in aereo... eppure tutto ciò l’ho fatto con il sorriso, perchè sapevo a cosa sarei andato incontro.
Il 21 luglio è stato il giorno della partenza. Dopo ore di attesa in aeroporto e sui vari aerei presi sono arrivato, con trenta minuti di ritardo, a Turku, dove la mia famiglia mi stava già aspettando. Incontrare persone nuove, soprattutto se ti ospiteranno per dieci giorni senza voler nulla in cambio, è sempre imbarazzante, ma abbiamo rotto il ghiaccio subito.

Lo scorso 4 Luglio sono partita alla volta della Nuova Zelanda carica di curiosità, grandi aspettative e anche un po’ di timore.
La Nuova Zelanda è tanto bella quanto difficile da raggiungere, infatti dopo 4 voli e 38 ore sono arrivata all’aeroporto di Christchurch dove Toni, la mia “host-mum” mi aspettava con un sorrisone a 32 denti.
Ho trascorso il mio mese nella terra dei kiwi insieme a due famiglie diverse, avendo così la possibilità di visitare entrambe le isole.
Sicuramente posso definire questa esperienza come “l’esperienza delle prime volte”, infatti ho visto per la prima volta i delfini, ho pescato un paio di squaletti, ho giocato a golf e dato da mangiare alle anguille.

6 Luglio 2019, sveglia alle sette per partire alle otto alla volta di Brindisi dove avrei preso il mio primo volo completamente da sola.
Paura? Panico? Ansia? Niente di tutto ciò. Solo una grande voglia di partire.
Dopo uno scalo a Roma eccomi finalmente arrivata a Ginevra dove un uomo alto con i baffi e una ragazza un po’ più grande di me con la frangetta mi aspettavano a braccia aperte: la mia host family.
Ricordo la lunga chiacchierata fatta in macchina nel tragitto verso casa che si trovava a Lutry.
Sin da subito sono entrata in sintonia con i primi due membri della famiglia che hanno cercato di mettermi a mio agio in ogni modo. Arrivati a casa faccio la conoscenza della mia host-mum, Anna-Rita, una donna dal sorriso splendido e soprattutto cordiale e gentile come pochi, e di Jonas, mio host brother che sarebbe poi partito a sua volta per una esperienza con i lions in Norvegia.

Ho deciso di intraprendere uno scambio giovanile con i Lions perché sollecitata da un’amica che l’anno prima aveva vissuto una di quelle esperienze che ti cambiano la vita.
Così mi sono buttata, ho messo da parte la paura e ho fatto l’iscrizione.
Non scelsi io di andare in Estonia, ma quando mi arrivó la notizia di quale sarebbe stata la mia meta, mi incuriosì questa parte del mondo che a mala pena avevo sentito nominare.
Ad essere sincera no, non ero del tutto convinta di partire, ma poi mi sono detta che avrei dovuto cogliere l’occasione al volo, perché probabilmente senza questa opportunità, mai avrei nella mia vita scelto come meta l’Estonia, e mai avrei conosciuto questa parte del mondo.
Così sono partita e ora che sono tornata, quando mi chiedono: allora, com’è l’Estonia? Sono in grado di parlare delle loro abitudini, del loro cibo, dei loro paesaggi e dei loro sorrisi per ore senza stancarmi mai.

Se c’è una cosa che ho imparato in un mese lontano da casa è che la vita non smette mai di sorprenderti.
Sono appena rientrata dal Canada e, qui, stesa sul mio letto, non posso fare a meno di chiudere gli occhi, come a voler tener prigioniero nella mente un magnifico sogno da cui temo ridestarmi.
Riesco ancora a sentire il battito del mio cuore in quella mattina del 13 Luglio 2019... quante cose ancora non sapevo!
Avevo paura e, allo stesso tempo, ero eccitata di conoscere ciò che mi aspettava dall’altra parte del mondo. Non avevo grandi aspettative, perché credevo che niente potesse superare l’esperienza in California dell’anno precedente, ma, al termine di questo mese, ho capito che ogni viaggio è sorprendente perché unico! 

Tutto ha inizio in un giorno di dicembre quando mi è stato proposto di partecipare ad uno scambio giovanile Lions.
Sono stato molto determinato per la scelta della destinazione: l'Olanda.
Fin da piccolo ho avuto questo desiderio di ritornarci e finalmente questo piccolo sogno si è avverato. Precedentemente, ho avuto modo di viaggiare da solo all'estero e sì, ho avuto nostalgia di quei momenti, ma mai ne ho avuta tanta quanto questa esperienza.
Ero troppo entusiasta di poter vivere in una famiglia con abitudini e tradizioni diverse dalla mia, di poter incontrare gente proveniente da qualsiasi parte del mondo all'interno del campo.
Prima della partenza, ho avuto modo di incontrare persone che hanno partecipato ad uno scambio Lions e ciascuno di loro ha avuto solo parole di elogio a riguardo, di quanto fosse bello poter incontrare persone così diverse da te, ma allo stesso così simili. Tutti però continuavano aripetermi una frase: “Non importa la tua destinazione, ma chi hai intorno". Ero scettico a riguardo, non ero del tutto convinto, ma sia durante la mia permanenza in Olanda e siadopo il mio ritorno, posso anche io gridare quella frase ad alta voce.
E ora vi dimostro perché.

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All'inizio ero abbastanza scettico nel trascorrere una settimana assieme ad una famiglia estranea alla mia, della quale conoscevo relativamente poco e niente. Ma queste paranoie sono crollate nel momento stesso in cui sono arrivato all'aeroporto, dove sono stato accolto col sorriso e l'affetto della mia host-famiglia. Mi sono ritenuto abbastanza fortunato nel capitare in una famiglia del genere, una famiglia aperta mentalmente e che mi ha trattato come se fossi loro figlio e fratello. Mi hanno raccontato tantissimi aneddoti riguardo la loro citta, Szczecin, e portato a visitare posti davvero splendidi. Sono completamente soddisfatto della mia permanenza in famiglia e spero di rivederli un giorno

Quel giorno di dicembre lo ricordo perfettamente, ho inviato il modulo di partecipazione agli scambi giovanili senza alcuna aspettativa , ero ignara di tutto ciò che sarebbe accaduto. 
Dopo un pò di tempo, ricevo la chiamata della nostra responsabile di distretto , Maria Martino la quale mi comunica la Nuova Zelanda , per poi rivelarsi  non la giusta metà per problemi di età, così  successivamente mi viene proposto un nuovo paese: il Brasile !
Questo paese che sentiamo non molto  vicino alla nostra cultura , in realtà lo è .
Arriva così il giorno della partenza , salgo sull’aereo per Roma con un pò di ritardo e senza nemmeno immaginare a cosa avevo dato inizio .

Questo il pensiero stereotipato ormai diffuso tra la gente comune.
Gli Inglesi sono freddi come il ghiaccio, spesso ho sentito dire prima che la mia esperienza in Gran Bretagna iniziasse. 
Questa la convinzione con cui sono partita, stravolta al mio ritorno in Italia. 
Il 5 agosto, la data in cui sono partita da Bari e atterrata a Manchester con la mia compagna di viaggio Francesca, Leo di Altamura.
Un cartello con il mio nome, Steve, Chris (il Camp leader) e tanti sorrisi mi aspettavano all'uscita. 
In aereoporto ho conosciuto Ginebra, per gli amici Gin, con cui sin da subito ho legato, un po' per le affinità culinarie, un po' per la mia grande passione per lo spagnolo. Gin, solo il pensiero del rapporto che abbiamo costruito in soli 10 giorni mi fa emozionare.
Ma andiamo con ordine.

Mi chiamo Antonio e ho trascorso 3 settimane in Norvegia presso il camp Strandenga.
Sono partito il 9 luglio per poi ritornare il giorno 28 dello stesso mese e di seguito espongo il resoconto della mia esperienza.
Le strutture del campo erano accoglienti ed organizzate, le attività programmate si sono concentrate molto sull'ambiente, anche se avremmo preferito vedere più luoghi tipici della Norvegia, come i fiordi.
Lo staff era disponibile ed amichevole, anche se non molto propenso ad assecondare le nostre richieste di visite di città o simili, poiché avevamo molto tempo libero a disposizione il pomeriggio dopo le attività del programma, e molto spesso ci annoiavamo; anche se ci hanno assecondato due volte, portandoci per un po' di tempo nella via principale della città vicina e un giorno ad Oslo, permettendoci di incontrare gli altri campers partiti con le host families. 
Personalmente, questa esperienza ha avuto un impatto positivo su di me, facendomi incontrare nuovi amici e facendomi abituare ad uscire dalla mia comfort zone.

Quest’anno, ho intrapreso la mia seconda esperienza di scambio giovanile Lions, partecipando al Camp B in Danimarca, con sede ad Havbro.
Il viaggio è iniziato il 13/07/2019 con partenza dall’aeroporto di Bari, direzione Aalborg.
Avendo già avuto, lo scorso anno, un’esperienza non del tutto positiva, sono partita con non pochi dubbi e timori, che, però, non hanno mai, fortunatamente, avuto fondamento.
All’arrivo in aeroporto ho trovato ad accogliermi la mia Host family, composta dai due genitori e tre dei quattro figli: una ragazza mia coetanea e due ragazzini.
Il primo giorno siamo partiti insieme in direzione Copenhagen (a sei ore di distanza da casa).
Abbiamo visitato la città sia a piedi che in battello. Nel pomeriggio abbiamo visitato Bakken, un parco divertimenticon attrazioni d’epoca (risalenti anche agli inizi del 1900) tra cui il più antico Roller-coaster in legno del mondo.

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