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The experience at Camp Handargevidda was challenging, adventurous and educational 
Norway is a country with spectacular nature which, especially in this camp, requires a great spirit of adaptation and also a little physical training.
The food, the hours of continuous natural light and even a little snow represent a discovery for everyone in the month of July.
I left equipped because I live in northern Italy, unfortunately my suitcase was lost during the stopover and so I had to organize myself further
In the camp I was able to make friends and meet guys from different cultures and also get to know the culture of Norway which is very different from the Mediterranean countries, we met other lions who told us about their services
This was an experience that gave me greater independence and increased my spirit of adaptation and my self-esteem.

My trip to Norway began when I was hosted by a wonderful Norwegian family, who hosted 10 kids in their holiday home in Sweden.
The family guaranteed us food at will and every day we were presented with a different activity.
We visited in Sweden, a lake near the house that we stayed where we bathed and spent 2 pleasant afternoons in the middle of nature.
Everyone had their own room and on campus there were 3 Italians with whom I could get settled more easily, also the guys inside the house were great, which enriched me culturally thanks to the differences of their traditions.
After last week in Sweden we changed state and arrived in Norway.

Il 7 luglio 2022 sono partita per quello che è stato il mio terzo campo Lions e questa volta ho avuto l’occasione di visitare e vivere quella che è la Norvegia.
Ho passato i primi 3 giorni con una ragazza danese in famiglia con un’anziana signora con cui ci siamo trovate bene fin da subito e con cui abbiamo visitato alcuni musei vicino alla sua città.
Al terzo giorno arriviamo nel luogo nel quale si sarebbe svolto il campo STRANDENGA per 13 giorni e abbiamo avuto modo di conoscere gli altri ragazzi/ragazze. Eravamo di 13 nazionalità diverse e fin da subito ci siamo trovati molto bene.

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My trip to Norway began on July 5.
A few days before the departure, I received an email from Helle, the manager of the "Imagine Peace" camp, in which she explained that she couldn’t find a host family for me and other people.
Therefore, Helle herself made her cabin in Sweden, right on the border with Norway, available for us.
At first, I have to admit that I was a little scared of the situation.
However, I never imagined that the upcoming week would be so amazing.

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Come premessa ci tengo a dire che questa è stata un esperienza molto bella, sana e soprattutto molto interessante dal punto di vista sociale.
Partendo dalla prima settimana in Norvegia ospitati da Helle, io a livello personale mi trovavo in una condizione per la quale avevo finito la scuola e gli allenamenti sportivi non da molto e la mia primissima necessità era indubbiamente quella di "staccare la spina".

Introduction

The aim of this report is to relay my trip to Norway, with all its strengths and weaknesses.

The Host Family

They were very lovable, kind and helpful, they were like true parents. They gave me a wonderful room where to sleep and stay on my own. Furthermore, they brought me to the capital Oslo, giving me a chance to visit it. We used to joke and to talk about interesting things. We will see certainly see each other soon when they come visit Puglia.

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Il 9 luglio 2019 ho avuto l’occasione di partire per la mia terza esperienza all’estero grazie al programma Lions Youth Exchange.
Quest’anno ho avuto la fortuna e il privilegio di esplorare uno dei paesi che più desideravo visitare: la Norvegia.
Non posso nascondere l’agitazione prima della partenza, nonostante non fosse la mia prima esperienza all’estero da sola, la partenza verso l’ignoto rappresenta sempre un momento di tensione.
Sono arrivata ad Oslo dopo un volo di sole due ore e sono stata accolta caldamente da tutta la comunità Lions di Drobak che, indossando i loro più splendenti sorrisi, ci hanno scortati fino alle nostre rispettive Host Families.
A Drobak ho passato una settimana indimenticabile, scandita dal rumore del mare (la famiglia presso la quale sono stata ospitata abita nei pressi di un fiordo!). I giorni passati in famiglia sono trascorsi fin troppo velocemente e quando io e le altre 4 ragazze ospitate presso la stessa famiglia abbiamo lasciato Rita (la mia host mom) e la sua casa, abbiamo tutte versato qualche lacrima.
Sapevo però che le ultime due settimane che avremmo trascorso al campo sarebbero state indimenticabili!

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Mi chiamo Antonio e ho trascorso 3 settimane in Norvegia presso il camp Strandenga.
Sono partito il 9 luglio per poi ritornare il giorno 28 dello stesso mese e di seguito espongo il resoconto della mia esperienza.
Le strutture del campo erano accoglienti ed organizzate, le attività programmate si sono concentrate molto sull'ambiente, anche se avremmo preferito vedere più luoghi tipici della Norvegia, come i fiordi.
Lo staff era disponibile ed amichevole, anche se non molto propenso ad assecondare le nostre richieste di visite di città o simili, poiché avevamo molto tempo libero a disposizione il pomeriggio dopo le attività del programma, e molto spesso ci annoiavamo; anche se ci hanno assecondato due volte, portandoci per un po' di tempo nella via principale della città vicina e un giorno ad Oslo, permettendoci di incontrare gli altri campers partiti con le host families. 
Personalmente, questa esperienza ha avuto un impatto positivo su di me, facendomi incontrare nuovi amici e facendomi abituare ad uscire dalla mia comfort zone.

Grazie alla cordiale disponibilità del Lions Club Argelato-San Michele (Bologna)di sostenere la mia candidatura, ho potuto partecipare a questa esperienza.
La Partenza
Dopo l'utilissimo meeting, gestito da Loris Baraldi, a Sassuolo, con i candidati del distretto in preparazione alla partenza, ho effettuato da solo il Check-in e l'imbarco, che è stato molto facile e fluido.
Il viaggio è stato lungo, con cambio a Francoforte, ma confortevole...

Ciao a tutti! Mi chiamo Gabriella e il 9 Luglio sono partita per la Norvegia, per un camp della durata di tre settimane sul lago Mijosa, il lago più grande del paese.
A malincuore, però, devo ammettere che questa esperienza non ha corrisposto alle aspettative.
Ma partiamo dall’inizio; la struttura in cui siamo stati accolti era abbastanza piccola e semplice, ma comunque accogliente e carina, e i primi giorni sono stati molto promettenti, dal momento che i responsabili del camp ci hanno portato per due giorni ed una notte in un cottage in montagna, senza alcuna connessione internet e completamente immersi nella natura; li abbiamo mangiato tutti insieme in tenda, scalato una montagna, visitato un museo e cantato e suonato attorno al fuoco, e sono stati due giorni rilassanti e divertenti.
Pochi giorni dopo siamo poi andati in un parco nazionale e abbiamo scalato una montagna di 2000 metri: impresa stancante ma, per la vista che è apparsa ai miei occhi dalla cima del monte, posso dire che la rifarei altre mille volte.

Quest’estate ho trascorso 16 giorni in Norvegia grazie al programma di scambi culturali del Lions Club.
Abbiamo trascorso i primi 12 giorni di campo in diverse zone del Sud della Norvegia, intorno all’area di Oslo, esplorando i paesaggi e le bellezze naturali Norvegesi con attività come rafting, canottaggio, campeggio e scalata della montagna più alta della Scandinavia e visita alla città di Oslo, abbiamo creato legami di amicizia e imparato nuove cose sui paesi di provenienza degli altri.
Durante gli ultimi quattro giorni, invece, siamo rimasti con le famiglie ospitanti, ma abbiamo continuato a incontrarci tutti i giorni in città.
La mia famiglia ospitante era composta da due pensionati piuttosto eccentrici, molto simpatici e accoglienti.

La mia esperienza in Norvegia è accaduta per caso. Infatti quando compilai il modulo datomi da una leader dei Lions non avevo scelto come opzione la terra dei fiordi, bensì paesi più simili all'Italia, sia dal punto di vista paesaggistico che dal punto di vista climatico. Per questo quando mi hanno comunicato che un'altra ragazza della mia città che sarebbe dovuta partire per la Norvegia aveva rifiutato e mi chiesero se volevo sostituirla ed andare io al suo posto, esitai all'inizio e non dissi subito di sì. Ma poi, ripensandoci, mi resi conto della grande opportunità che questa associazione mi stava offrendo ed accettai.
La nostra prima tappa fu Vangen dove alloggiammo in una tipica cabina norvegese, nelle vicinanze di Oslo. Qui ho incontrato quella che poi sarebbe diventata la mia compagna di stanza per tutto il campo: Marta, una ragazza originaria della Croazia alla quale mi sono legata molto. 
Appena arrivati all'aeroporto vidi subito i leaders dei Lions lì ad aspettarmi con alcuni ragazzi del campo che erano già arrivati. Ci presentammo e, superato l'imbarazzo iniziale, abbiamo cominciato a fare amicizia e a conoscere ognuno un po' della vita degli altri. 

“E’ strano ascoltare quel testo letto con il tuo accento, sembra esotico.” A dire queste parole, una piccola e timida ragazzina asiatica. Stavo leggendo la traduzione di una canzone norvegese che avremmo cantato per le hostfamilies, e naturalmente il mio accento italiano rendeva tutto ancor più lontano dall’originale.
La frase della ragazza mi era rimasta in mente per un po’.
A me, lei sembrava esotica. O forse stavo solo sbagliando prospettiva.
Tutto è relativo, no?

C'è questo genere di cose, di esperienze che arrivano in modo inaspettato: accadono quando non le avresti mai previste, passano intense, rapide come treni in corsa, le guardi finire ad occhi lucidi e, in un attimo, capisci che ti rimarranno sempre dentro di te.
Qualcosa del genere mi è capitato con gli Scambi giovanili Lions, al campo in Norvegia, nei pressi di Oslo.
Lì ho incontrato persone (esattamente 23 ragazzi) da ogni parte del mondo: dal Giappone, dalla Germania, da Israele, dai Paesi Bassi, dalla Turchia, dal Messico,ecc..
Ma andiamo con ordine: è il 31, l'ultimo giorno di Luglio, quando metto piede nella terra dei fiordi, del salmone e dei vichinghi e l'aria sa di promesse e grandi speranze. Siamo agli inizi, c'è da combattere il tipico imbarazzo generale, saluti incerti sguardi insicuri e così via, solamente col trascorrere di due intense settimane scopriremo come passiamo velocemente dallo stato di 'sconosciuti anonimi' a quello di 'fratelli e sorelle per scelta'.

La mia bellissima esperienza Norvegia è iniziata l’ 11 luglio con l arrivo all’ aereoporto della capitale .Arrivata nella casa della mia hostfamily ho subito conosciuto la mia host mum , la mia piccola nuova sorellina Pia, il mio hostfratello ,mio coetaneo ,Don e il miomhost papa . La famiglia è stata dal primo momento molto ospitale e hanno reso la casa accogliente per me e Rose ,una ragazza finlandese ospitata dalla stessa famiglia .
Con la famiglia ho imparato a conoscere le abitudini tipiche delle famiglie norvegesi, ho assaggiato piatti tipici e imparato tantissimo sulla cultura del luogo. Abbiamo trascorso insieme la prima settimana :siamo stati a Oslo a visitare la galleria nazionale,in cui l’artista protagonista è Munch ,siamo stati in varie fattorie e siamo andati alla ricerca dei norvegesi moose ,grossi animali tipici della Norvegia.

Il giorno 22 luglio 2006 sono partita per il mio secondo scambio con i Lions…destinazione Norvegia!Sono arrivata all’aeroporto di Trondheim alle 11 di sera e lì ho incontrato un altro ragazzo italiano, Paolo; dopo quasi 1 ora all’aeroporto per compilare i moduli dello smarrimento della mia valigia (che poi mi è arrivata dopo 2 giorni!!!) e 2 ore in macchina siamo arrivati al campo!Dopo i primi 2 giorni di conoscenza le giornate con gli altri ragazzi (in tutto eravamo 22) sono diventate splendide!
Sinceramente durante il giorno non facevamo niente di speciale, anzi…giocavamo a calcio, a carte e mangiavamo (!!!) ma fortunatamente ho incontrato ragazzi simpatici e intelligenti con cui si poteva parlare di tutto…dalla musica alla politica!
Ogni giorno, a turno, due di noi si dovevano occupare della colazione e dell’organizzazione delle attività nel campo; appuntamento fisso della giornata era la presentazione delle varie nazioni.

Il mio viaggio questa estate è stato diretto in Norvegia, precisamente nella parte centrale del paese,vicino a Trondheim.
Le prime due settimane passate al campeggio sono state piuttosto inusuali, in quanto siamo stati quasi tutto il tempo nel campo, o a camminare sui sentieri adiacenti, addirittura per circa 15Km.
L' esperienza vissuta mi ha permesso di capire come i norvegesi valorizzino molto la bellissima natura che li circonda, e amino fare escursioni alla ricerca di animali o paesaggi stupendi. L'aspetto negativo di questo campeggio è stato che però abbiamo visto ben poco della Norvegia, in quanto abbiamo visitato Trondheim solo 1 volta per circa 3 ore, il resto delle escursioni sono state tutte destinate alla visita di chiese e montagne, dove non abbiamo mai incontrato quasi nessun norvegese, escluso 1 giorno nel quale abbiamo partecipato ad un concerto rock.

Sono Federico Franceschinis, ho 19 anni, Ålesund è stato per me il primo campo Lions a cui ho partecipato.
Sono partito il 22 luglio 2006, il 5 agosto è terminato il campo e dopo una settimana di famiglia sono tornato a casa il 12 agosto.
Per me è stata una bellissima esperienza in quanto ho avuto modo di visitare posti stupendi e di conoscere molte persone simpatiche ed interessanti; spero di mantenere questi rapporti per mezzo di Internet, per il momento sembra andare bene.Il mio inglese è migliorato molto, mi esprimo con molta più scioltezza, e ho avuto l’opportunità di conoscere parte delle altre culture come, ad esempio, islamismo ed ebraismo.

Sono Simona Martini e ho partecipato quest'estate al programma di scambio giovanile in Norvegia dal 22 luglio al 12 agosto.
Questo è il mio resoconto.
Ho trascorso la prima settimana in una famiglia di una piccola cittadina che si chiama Skiptvet. La casa era situata nella campagna in un luogo molto isolato per me ma la famiglia è stata molto disponibile con me: ogni giorno ho avuto la possibilità di visitare luoghi nuovi e interessanti ( il museo vichingo, Oslo, il palazzo reale, una power station, la natura, i numerosissimi laghi, i boschi, un giorno sono stata persino in Svezia...), ho potuto provare diversi tipici piatti e la tipica routine della mia famiglia. Ho apprezzato molto il fatto che oltre a me la famiglia ospitava una ragazza biellorussa della mia età.
Con lei mi sono potuta confrontare e ho trascorso la maggior parte delle mie giornate, ciò è stato anche d'aiuto alla permanenza al campo perché all'arrivo non mi sono sentita sola e potevo contare su di lei.
La famiglia è stata molto (quasi troppo) generosa (ci hanno portato in moltissimi posti, ci hanno offerto tutti i pasti fuori casa, ci hanno lasciato a disposizione una camera personale e un computer da utilizzare quando volevamo), disponibile ( sono venuti a prendermi al mio arrivo all'aeroporto, mi hanno portata al campo e mi hanno seguito all'aeroporto per il ritorno) e molto piacevole e divertente. E' stato straordinario e strano vivere in questa famiglia e alla fine sentirla un po' tua. Una delle ultime sere al campo tutte le host families sono venute per un barbecue li ho quasi sentiti come la mia vera famiglia. Ho apprezzato parlare con loro e sentire i loro discorsi...e vedere quanto era bella la loro famiglia. Ho vissuto una settimana molto tranquilla e rilassante, oltre alle attività giornaliere sono riuscita ricavarmi il mio tempo libero e ho avuto molta libertà.

Cosa dire dell’ esperienza vissuta in Norvegia?…
In tre settimane ho fatto e provato cose che in diciott’ anni non avevo e non mi ero mai sognata di fare…
Per cominciare è stata la mia prima esperienza, il mio primo viaggio fuori dal mio piccolo mondo e, per di piu’, da sola.
Ovviamente bisogna dire, anche, che è stato il mio primo volo in aereo. Sussubito, appena partita, non me ne rendevo conto della lontananza da casa, ma, appena atterrata all’ aereoporto di Oslo le cose erano già cambiate. Mi sentivo persa e, come i primi giorni in famiglia, non mi sentivo al mio posto, fuori dalla consuetudine e soprattutto così lontana dalla mia famiglia. Non era mai successo.Non mi trovavo piu’ in quel luogo così sicuro; casa.
Questo,però, per i primi tre giorni.

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