Appena tornata, vorrei già ripetere l’esperienza norvegese.
La Norvegia, paese dal clima rigido, abitato da persone fredde, poco ospitali, paese di grandi metropoli e villaggi sperduti.
Questo pensano di questo paese molte persone e, un po’, lo pensavo anch’io prima di partecipare a questo scambio e vivere questa esperienza. Il mio viaggio è iniziato il 15 Luglio, destinazione aeroporto di OSLO GARDERMOEN.
Fino al 22 luglio, ho vissuto, assieme ad un’altra ragazza italiana, con la famiglia Andersen di Horten. Una gentilissima e dolcissima famiglia, ospitale, comprensiva. Con loro mi sono trovata benissimo, si è subito instaurato un feeling particolare, che ci ha permesso di comunicare nel miglior modo possibile, scambiandoci opinioni sugli argomenti più disparati, confrontando le diverse abitudini dei nostri paesi, distanti sia geograficamente che per cultura e tradizioni. Vivendo con loro ho capito che tutte le cose che si dicevano della Norvegia erano solamente dei luoghi comuni. La Norvegia è una nazione bellissima, con i caratteristici fiordi, formata da piccole città, la più grande, Oslo, conta circa 500.000 abitanti e da piccoli paesi immersi in una natura incontaminata.
Penso che non riusciró a trovare le parole adatte per descrivere quanto sia stata fantastica questa esperienza, perché per capirlo bisogna viverla ed è una cosa che consiglierei di fare a chiunque. Sapevo giá prima di partire che avrei imparato moltissimo, che mi sarei divertita, e che avrei incontrato belle persone ma non avrei mai pensato che mi avrebbe potuto coinvolgere cosí tanto. La Norvegia è un paese veramente stupendo, ma ció che l'ha resa speciale sono tutte le persone che ho incontrato e che mi mancano tantissimo. É stata un'esperienza che mi ha profondamente cambiata e in meglio.
Quello che ci tengo a dire è grazie. Grazie prima di tutto ai Lions che hanno reso tutto questo possibile,a tutti quelli che credono in noi ragazzi e si impegnano per noi, grazie alla mia famiglia che mi ha permesso di partecipare e grazie anche alla famiglia norvegese che mi ha ospitato con un calore e un affetto che non mi sarei mai immaginata.
Ho trascorso la mia settimana in famiglia con un'altra ragazza che viene dall'Islanda e da subito siamo diventate amiche. É stato veramente triste doverci salutare dopo tre settimane insieme, ma continuiamo a tenerci in contatto e questo é meraviglioso.
Non so veramente da dove iniziare.
Ci sono troppi momenti a cui sono legata: momenti MERAVIGLIOSI, momenti che mi ricordano giorni felici e indimenticabili.
La Norvegia è un Paese fantastico che ti lascia senza respiro!
La natura presente ovunque, i paesaggi non riuscirò mai a dimenticarli...ma soprattutto non dimenticherò mai le belle persone che ho incontrato!
I norvegesi sono delle persone estremamente cordiali e simpatiche, all'inizio pensavo fosse solamente così la mia host family che mi ha accolto in maniera meravigliosa, ma in realtà questa cordialità è presente ovunque.
Niente da dire, l'esperienza è stata bellissima e comunque molto costruttiva.
Ho passato la prima settimana in famiglia in un paesino a circa 50 minuti da Bergen; appena arrivata ho avuto un attimo di esitazione, ma la mia "host mamma" mi ha subito consolata: è stato un gesto veramente carino da parte sua.
In famiglia ero assieme ad una ragazza austriaca, con la quale mi sono trovata benissimo e che sono contentissima di aver conosciuto.
I genitori erano decisamente disponibili e cordiali, e hanno cercato di metterci a nostro agio fin dal primo momento.
La seconda settimana invece l'abbiamo trascorsa a Traastolen, "fra il niente ed i nulla".
Qui eravamo controllati da due giovani rappresentati dei Lions, accompagnati qualche volta, durante le passeggiate e le uscite da atri membri più anziani.
La terza settimana è stata invece quella a Bergen: eravamo in un ostello ad una quindicina di minuti di autobus dal centro, dove gli accompagnatori ci venivano a prendere la mattina (verso le 9 circa) e ci lasciavano la sera.
E' stata davvero una bellissima esperienza, che consiglierei a chiunque.
Utile per una crescita personale e per imparare ad organizzarsi e viaggiare da soli.
Mi chiamo Gabriele, diciannove anni, e quest'anno sono stato scelto per partecipare ad uno Youth Exchange Camp in Norvegia.
Quando, alcuni mesi prima di partire, ho saputo la mia destinazione, non ne ero molto entusiasta, in quanto avrei preferito andare in Belgio o Olanda. Ma con il senno di poi, mi ritengo molto fortunato ad aver partecipato a questo programma.
Sono arrivato a Oslo il 27 luglio, e subito ho iniziato a conoscere gli altri ragazzi che erano già arrivati.
La maggior parte venivano da paesi europei, ma alcuni avevano fatto molta più strada per arrivare: c'erano un ragazzo indiano, un canadese ed un keniota, che con le loro culture completamente diverse si ritrovavano un po' spaesati.
Tutti erano molto amichevoli e avevano una buona conoscenza dell'Inglese.
Durante questa estate, più precisamente dal 27 Luglio al 17 Agosto, ho trascorso un periodo in Norvegia che oserei definire indimenticabile.
Generalmente, la prima settimana si trascorre in famiglia, per poi finire il soggiorno nel campo estivo vero e proprio, con tutti gli altri ragazzi.
Per me è stato il contrario: sono stata accolta all’aeroporto e portata direttamente nel bellissimo edificio che mi avrebbe ospitata per la settimana successiva, e ho fatto subito la conoscenza di tutte quelle persone, meravigliose e molto diverse fra loro, che nel giro di pochi giorni sarebbero diventati miei amici.
Since silent gratitude is no use to anyone
I hereby stand on behalf of all my lovely friends to show how deeply thankful we are to each and everyone of you here who made our stay extremely marvellous
In this short period of our stay we saw a new land, new people, a new culture, a new world...
First of all you gave us shelter
you gave us water when we were thirsty
you gave us food (mattpakke) when we were hungry
you've shown us real love, care and most of all, kindness.
Il mio viaggio verso la Norvegia è iniziato il 30 giugno da Bologna quando sono salita in aereo e ho salutato la mia famiglia, ero per la prima volta completamente da sola e spaventata dall’avventura che stavo iniziando perche non sapevo davvero cosa mi sarebbe aspettato.
Arrivata a Oslo ho trovato invece la mia host family e la ragazza danese che avrebbe passato con me la settimana in famiglia.
La famiglia norvegese appunto mi ha accolto in casa loro e mi ha dato tutto quello di cui avevo bisogno facendomi sentire a casa.
Durante la settimana ci hanno portato a visitare non solo le cittadine circostanti ma anche la capitale, dei musei e delle piscine e alla sera trovavamo sempre il tempo per fare due chiacchiere e farci raccontare delle loro tradizioni o della Norvegia in generale.
Mi chiamo Giacomo Allegri ed ho 18 anni,vivo a Firenze e quest'anno ho partecipato ad uno scambio mediante Lions club con destinazione Norvegia per 3 settimane.
La prima settimana l'ho trascorsa in una famiglia che ho trovato semplicemente unica e con la quale sono ancora in contatto: non avevo altri ragazzi che partecipavano all'esperienza in casa con me però in compenso la famiglia aveva 3 figli tutti maschi di età ed interessi identici ai miei.
In poche parole mi sono trovato subito in sintonia con tutti loro e ho impiegato meno di un giorno a sentirmi parte della famiglia come se ci vivessi da anni.
Sono stato trattato molto bene in tutti i sensi,dal vitto all'alloggio fino alle attività svolte durante la settimana di permanenza(siamo stati a vedere Oslo una giornata,un'altra volta al parco giochi,un'altra ancora al gioco del labirinto con i laser,....in breve,un gran divertimento!!!).
Ciao a tutti ragazzi, mi chiamo Giulia, ho 18 anni e quest'estate ho avuto la mia prima esperienza con il Lions Club.
Frequento il liceo linguistico e sono anni che viaggio al'estero tramite associazioni o scuole, ma l'esperienza di quest'anno è stata davvero indimenticabile.
Tra le tante proposte che mi sono arrivate ho scelto di trascorrere tre settimane in Norvegia e, nonostante inizialmente fossi un po' scettica, ora credo che non avrei potuto fare scelta migliore!
La mia avventura è iniziata una notte di fine giugno, mi recai all'aereoporto alle 3 e verso le 4 conobbi una ragazza di nome Greta che aveva scelto la mia stessa destinazione.
Il nostro volo era in ritardo, ero stanca e abbastanza ansiosa, ma tra una chiacchiera e l'altra il tempo volò via.
Appena atterrata ad Oslo la mia giornata cambiò completamente grazie ad un'accoglienza di soli abbracci e sorrisi.
Conobbi fin da subito quella che sarebbe stata la mia famiglia, due affettuosi e solarissimi anziani che già avevano pianificato una settimana fantastica insieme! E' strano da dire, ma, a quasi 3000 km di distanza dal mio paese, mi sono sentita a casa fin dal primo instante!
Era quasi l'una di notte quando l'aereo del volo Francoforte Oslo atterrava sulla pista della capitale norvegese.
Il mio primo volo da solo!
Ad attendermi c’era Tage, il padre della della mia famiglia ospitante, nonché sindaco della città dove avrei passato la mia prima settimana un uomo alto, biondo, dall'espressione intelligente e vivace.
La moglie Anny e il figlio di 15 anni Trym mi aspettavano a casa, nella città di Moss. Dopo un' ora e mezza di auto arriviamo a destinazione: una cittadina di 30 000 abitanti sulla costa sud del paese, affacciata sul golfo di Oslo.
Il panorama appare molto diverso da quello a cui ero abituato. Case in legno, scritte in Norvegese, foreste e laghi ovunque.
13 Luglio , la valigia è pronta, la carta d’identità è nel portafoglio , la guida completa sulla Norvegia è già stata spasmodicamente sfogliata mille volte. Che sensazione strana … che mi succede allora?
Si ecco ad essere sinceri all’appello pre-partenza si è presentata anche un’indicibile paura mista all’emozione. Affronterò un volo fino ad Oslo ( fortunatamente diretto) solo in compagnia di me stessa , vivrò per una settimana in una famiglia che appurando dalle diverse e-mail scambiate è composta da due coniugi sulla sessantina e per concludere trascorrerò le ultime due settimane in un campus nella sconosciuta Vestby.
Nella vita si cresce sempre e si cambia, giorno dopo giorno.
Ogni esperienza, anche la più piccola e apparentemente insignificante modifica persino impercettibilmente il nostro modo di pensare e vedere la realtà.
Ma ci sono delle esperienze che irrompono nella nostra vita come un tuono: sono brevi ma intense, e capaci di stravolgerci e cambiarci visibilmente.
Il viaggio in Norvegia, per me, è stata una di queste.
“Now you can say that you have a piece of your heart in 20 different countries”. Questo è diventato il mio motto una volta tornata a casa dalla Norvegia ed è incredibile quanto possa essere vero!
Ma facciamo un passo indietro. Il 25 gennaio è stato l’inizio della mia storia.
Quel giorno è stato il mio 18mo compleanno e, ironia del destino, non avrei mai potuto ricevere un regalo più grande della chiamata dei Lions che mi confermavano la mia partenza. Destinazione: Norvegia.
Allora non sapevo cosa mi avrebbe aspettata, non sapevo nulla dei programmi degli scambi, di cosa avrei fatto, di chi avrei incontrato ma già sentivo che sarebbe stato qualcosa di grande e di sconvolgente. E così ho fantasticato, attendendo questo viaggio per circa 6 mesi, immaginando cosa avrei fatto, le cose che avrei visto. Ho vissuto questi mesi con una gioia strana, un misto di agitazione e voglia di scoprire. Ogni giorno passato, per me era un giorno in meno alla partenza, il mio sogno che si avvicinava sempre di più e la Norvegia è diventata come un raggio di sole nella tempesta. Se c’era qualche difficoltà pensavo che in poco tempo sarei partita e tutto era più semplice. Ora capisco quando si dice che l’attesa rende belle le cose!
Sono partita per la Norvegia lunedì 7 luglio 2014, carica di entusiasmo ma anche molto agitata. Avrei dovuto prendere tre aerei da sola prima di arrivare a destinazione, l’inglese non era il mio forte, e in più non sapevo cosa mi sarei trovata ad affrontare una volta atterrata. Sono arrivata a Bodo (Norvegia del nord) alle ore 24 e sono rimasta immediatamente sorpresa. C’era il sole! Ero capitata nella terra del sole di mezzanotte, il che implicava luce all day, all night!
Pazzesco!
All’aeroporto mi aspettava un anziano signore con la moglie, da subito molto gentili ed ospitali e dopo un’ora e mezza di auto mi hanno portata a destinazione: Camp Adventure Fairyland, vicino alla cittadina Rognan. A differenza degli altri scambi Lions dove si trascorrono le settimane in famiglia, io avrei passato tutte e 3 le settimane in un campo con 24 ragazzi da tutto il mondo tra i 18 e i 21 anni!
Sono un ragazzo molto timido e introverso nei confronti di persone che non conosco, e pensare di dover trascorrere 3 settimane con sconosciuti da tutte le parti del mondo mi ha in un primo momento spaventato ma, allo stesso tempo, mi ha concesso l’opportunità di mettermi davvero alla prova.
Se dovessi dare un nome a questa esperienza, sceglierei “Il viaggio delle occasioni”, perché lasciare casa e prendere aerei da solo per la prima volta mi ha donato la più grande occasione di riuscire a conoscere me stesso guardando come avrei reagito davanti a tutte queste novità, intromessesi così improvvisamente nella mia quotidianità.
Ma con tutte le paure o le buone aspettative, che hanno occupato la mia mente appena prima della partenza, non mi sarei immaginato di provare un così grande vuoto tornando a casa dopo 21 giorni (praticamente sempre soleggiati) in Norvegia.
In quel periodo di tempo ho conosciuto un lato mai scoperto della mia personalità che mi ha permesso di stringere un così forte legame con persone che in questo preciso momento sono orgoglioso di chiamare amici. L’ambiente che già la prima sera si era creato ha reso possibile l’inizio di sani rapporti amichevoli ricchi di rispetto ma anche di tante risate. Le giornate si susseguivano con una tale naturalezza da sostituire la mia vecchia routine di scuola e stress con una quotidianità che ha presto preso il sopravvento e ha iniziato ad essere parte di me e di quei ricordi che ora custodisco gelosamente.
Già, la Norvegia è proprio la terra del sole di mezzanotte. Vederlo o studiarlo sui libri non è la stessa cosa che trovarsi a vedere con i proprio occhi un cielo che non si riempie mai di stelle.
E il fatto che il sole non tramontasse mai mi riempiva di uno strano senso di speranza.
Avevo rinunciato ad andare in Belgio per via della maturità e intanto speravo con tutto il mio cuore di avere un’altra possibilità di fare comunque questa fantastica esperienza.
Poi un giorno quella tanto attesa possibilità mi chiama al telefono e mi offre l’occasione di andare in Norvegia. Senza pensarci su due volte ho accettato: era esattamente quello che volevo io. Sarei dovuta stare una settimana in famiglia e due al campo e anche se all’inizio avevo pensato al campo come un posto dove avremmo dormito in tenda – e l’idea non mi allettava moltissimo – tuttavia dentro di me sapevo che sarebbe stata una esperienza indimenticabile.
Nei mesi prima di partire, non credevo che il mio viaggio in Norvegia si potesse rivelare la più bella esperienza della mia vita. Per la prima volta ho affrontato da solo un viaggio all’estero in cui abbia dovuto prendere un aereo… all’inizio mi sembrava difficile comprendere come funzionassero gli aeroporti, ora, se dovessi fare un altro viaggio, sarebbe molto più semplice.
Dopo circa tredici ore sono arrivato all’aeroporto di Evenes e da lì sono stato portato nella prima tappa del campo: Harstad.
Vorrei ringraziare il lions club e i lions del distretto 108Ya,che hanno reso possibile questa mia vacanza.
Ringrazio la mia host family, che mi ha accolto nella sua casa come una figlia, cercando sempre di non farmi mancare niente, di rispettare le mie tradizioni, a volte totalmente differenti dalle loro.
Ringrazio tutti i group leader del camp, senza i quali il campo non sarebbe stato così speciale.
"Non smetteremo di esplorare.
E alla fine di tutto il nostro esplorare
ritorneremo da dove siamo partiti
e conosceremo il luogo per la prima volta. "
[T.S. Eliot]
Ogni viaggio è νόστος, ritorno. Ogni singola esperienza, che sia breve o duri più a lungo ci dona nuovi strumenti per comprendere il mondo che ci circonda. E se cambiare Paese ci lascia in un continuo stato di meraviglia, le persone che ci accompagnano per tutta la durata del viaggio ci riportano a casa, anche se non condividono la nostra lingua e la nostra cultura.
Ma cosa importa se ad unirci è un mare cristallino che biancheggia ai piedi dei fiordi ed un sole che sembra immobile se non per quel leggero velo arancio che lo avvolge a mezzanotte?