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La mia esperienza di scambio è iniziata il 15 luglio quando sono par ta dall’aeroporto di Bari, ricordo che quel giorno ero par colarmente tesa perché era la prima volta che prendevo l’aereo da sola.
La sera del 15 luglio dopo un lungo viaggio sono arrivata a Madison nel Wisconsin e ho trovato ad accogliermi la mia famiglia ospitante e Reka ,la ragazza ungherese che era ospitata insieme a me.
Appena seppi che lo stato in cui sarei andata era il Wisconsin pensai subito che fosse uno stato sconosciuto ma colsi quest’opportunità senza esitare.
Fin dai primi giorni mi sono sentita come a casa e ora posso a affermare di avere una seconda famiglia in Wisconsin.
Nel mese di permanenza ho passato le prime due settimane in famiglia, la terza al campo e l’ultima nuovamente in famiglia.

Il mese che ho passato in Giappone è volato, mi sembra passata nemmeno una settimana da quando ho varcato le soglie dell’aeroporto di Roma pronta, o quasi, a prendere l’aereo che mi avrebbe condotto dalla mia nuova famiglia.
Questo è stato il mio primo viaggio da sola e all’andata ero così agitata che mi stavo per mettere a piangere al primo piccolo inconveniente.
Ma per fortuna tutto si è risolto per il meglio ed una simpatica coppia italiana con la mia stessa destinazione, vedendomi in crisi, mi ha aiutata per tutto il resto del tempo.

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Non so bene come iniziare un report, non so bene come parlare di quest’esperienza che mi ha cambiata radicalmente e che mi ha fatto riscoprire emozioni che non credevo di poter provare in cinque settimane con persone che per me erano sconosciute.
L’unica cosa che conosco e so fare è mostrare le foto che ho catturato ogni giorno nella mia fotocamera per farvi capire quanto possa cambiare qualcuno un’esperienza simile.

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Quest’estate ho partecipato ad un’esperienza straordinaria e formativa che ho avuto il piacere di ripetere per il secondo anno consecutivo, gli scambi giovanili Lions.
A differenza dell’anno scorso, la mia meta è stata la Svezia, un paese magnifico con una cultura e dei paesaggi invidiabili.
Entrando nel vivo della mia esperienza e dovendola quantificare con un giudizio posso essere più che contento e valutarne positivamente i risultati.

Questo in Massachusetts è stato il mio quarto Lions camp e a malincuore devo ammettere che sicuramente è stato il peggiore.
Le aspettative prima della partenza erano alte considerando i precedenti camps, considerando la meta e considerando il magnifico programma che ci avevano promesso per la realizzazione del quale ciascun ragazzo ospitato ha versato un contributo di 700$.
I primi due giorni in famiglia sono stata benissimo, poi è stata una delusione continua: il terzo giorno ci hanno portato (la mia host mother era molto amica di altre due host mothers quindi ci muovevamo tutti insieme) a fare la canoa, è stata un’esperienza tremenda. Ero in canoa sola con un’altra ragazza italiana, era la prima volta per entrambe, non avevamo idea di come si guidasse una canoa e, non avendo un istruttore con noi, andavamo sempre a sbattere ai margini del ruscello con tutte le piante, gli insetti e le ragnatele che ci venivano addosso. Così per 15 km. Così per 5 ore. Quando alla fine del percorso, stremate, ci siamo permesse di dire che l’attività non ci era piaciuta tanto le host mothers ci hanno iniziato a fare la guerra mandando mails agli organizzatori Lions italiani scambiando la nostra sincerità per maleducazione.

Si dice che sia impossibile dimenticare le prime esperienze..vorrei quindi definire così il mio primo contatto con la terra irlandese: semplicemente indimenticabile.
Non appena arrivata in aeroporto sono stata accolta dai bellissimi e calorosi sorrisi dei responsabili che hanno pazientemente aspettato tutti i ragazzi, per portarci poi a Dublino, dove abbiamo trascorso la prima notte.
 Da subito tutte le paure o l’agitazione che durante il volo hanno invaso mente e corpo sono state cacciate via dal grande spirito di accoglienza che mi è stato riservato: la consapevolezza che anche altri 15 ragazzi provenienti da chissà quale parte del mondo, ancora perfetti sconosciuti, stiano vivendo le tue stesse emozioni, ti dona tanta energia e alimenta fortemente lo spirito di gruppo. 
Giorno dopo giorno abbiamo imparato a conoscerci, ad ascoltarci e addirittura sopportarci, finché ad un certo punto ci si ferma e si pensa: come farò a lasciare tutto questo? Ed è così che questi perfetti sconosciuti diventano prima conoscenti, poi compagni e infine sinceri amici con cui sfogare lacrime per la nostalgia di casa oppure condividere l’euforia per essere stata finalmente ammessa all’università che tanto si desiderava. 

Anche quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare al Lions cultural Exchange, destinazione Tunisia.
La durata del mio soggiorno è stata di tre settimane, molto banalmente posso dire che il soggiorno è trascorso tra alti e bassi, giornate piene, interessanti sotto tutti i punti di vista, umano, culturale, ed altre segnate senza abuso del termine, dallo sconforto e dalla nostalgia di casa.
Il mio viaggio è iniziato il 14 luglio, poco più di un’ora di aereo sono a destinazione, Tunisi, la capitale, dove ho trascorso la mia prima settimana.
In un tempo cosi breve, si può percorrere una distanza importante, e ritrovarsi in un contesto sociale che poco o nulla condivide con quello da cui provengo.
La mia famiglia era composta da quattro persone, i genitori e due figli, Aziz di vent’anni e Lina di dieci.
Durante la settimana ho avuto la possibilità di visitare la città vecchia di Tunisi, Sidi Bou Said, e l’antico porto di Cartagine.
Ho fatto il bagno nella spiaggia più bella della Tunisia, Kelibia, e ad Hammamet, senza dimenticare il giro in barca al tramonto.

I was in Ontario, Canada for one month, from 23rdJune to 21stJuly…dates which I will never forget!
At first, when they told me that my destination was this wonderful country, I couldn’t believe it.
Before the departure, I was so excited and anxious at the same time, as I had never travelled either alone or outside Europe.
This novelty surely made my stay there even more memorable.
I spent almost three weeks with my host family and ten days at a Lions camp.
The Buis family was the best host family ever! They have three children, whom I managed to meet and to spend some time with. In particular, I had some pure fun with Sydney, their daughter, who is my same age, and Garrett, their older son, who is one of the funniest guys I’ve ever met! But I must say that my stay would not have been the same without Kata, the Hungarian girl with whom I shared a bedroom and some of the best and most amusing moments of my entire life! 

Questa estate, grazie ad un concorso organizzato nel mio liceo, mi si è presentata l’opportunità di partecipare a un campo Lions ed è così che mi sono ritrovata in Turchia dall’8 al 29 luglio.
Devo ammettere che quando ho scoperto quale sarebbe stata la destinazione del mio viaggio, che non era la mia prima scelta, ho avuto qualche preoccupazione legata principalmente alla situazione politica.
Tutto questo però si è rivelato privo di senso, in quanto mi sono poi sentita totalmente al sicuro sia con la famiglia sia nel campo.

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Ricordo ancora quanto fossi spaventata la sera prima di partire.
Avevo paura del mio viaggio in aereo, della mia permanenza in famiglia, del mio incontro con gli altri ragazzi del campo.
Saluto tutti i miei parenti e vado a letto, ma non riesco a dormire.
L’ansia è troppa.
D’istinto raggiungo il mio balcone e alzo gli occhi al cielo.
Mai prima d’allora avevo prestato così tanta attenzione a quella volta luminosa che ci sovrasta ogni sera.
Ricordo le stelle di quella notte.
Strane.
A mia insaputa quelle stelle mi avrebbero accompagnata per tutto il mio soggiorno in Francia ed anche al mio ritorno in Italia.
Le stesse stelle che, quella notte, mi hanno cullata e mi hanno fatto trovare il coraggio di affrontare una nuova avventura: lo scambio giovanile Lions, direzione Provenza.

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La mia esperienza nasce davvero come un’avventura inaspettata.
Partecipando per puro caso ad un concorso organizzato dal Lions Club Firenze Stibbert nel mio liceo, ho vinto un viaggio, uno scambio internazionale giovanile in Slovacchia.
Inizialmente ero gasato all’idea di aver vinto, poi però giustamente tanti dubbi hanno cominciato ad assalirmi…
Per me era tutta una novità…
Tutto era successo troppo velocemente.
Partecipando ad una riunione tenuta dai Lions del mio distretto ed ascoltando i miei insegnanti e l’opinione di tanti amici le cui frasi erano sempre le stesse: “ma che fai?
Non Parti?
Quando ti ricapita un’occasione del genere?
Stai tranquillo che sarà un’esperienza indimenticabile che ti lascerà qualcosa dentro”. 
Mi sono convinto.

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Nel luglio 2018 ho trascorso diciasette giorni in Slovenia, un paese forse sottovalutato in cui, nonostante la vicinanza con l’Italia, non ero mai stato. 
La mia esperienza è cominciata con la permanenza di una settimana presso la famiglia Vicic, a Nova Gorica, che dista 500 metri dal confine italian! 
Ovunque ci spostassimo, nella zona vicina al confine, mi sembrava di essere a casa e tutti sapevano parlare italiano.
In famiglia ho trascorso sette giorni magnifici insieme alla mia host mother, Nena, e a Tomas un ragazzo lithuano, il primo giorno ho conosciuto anche Neja, la figlia, che è era in partenza il giorno stesso per uno scambio in Portogallo.
La zona in torno a Nova Gorica è piena di castelli e borghi caratteristici che ricordano molto “il bel paese” ed il paesaggio carsico rende la vista spettacolare, inoltre data la vicinanza con l’Italia, un giorno ho accompagnato Tomas a Venezia che lo ha lasciato a bocca aperta.

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Ho vissuto la mia esperienza Lions Youth Exchange nell’estate 2018 nella magnifica Australia per un mese: 2 settimane presso 2 diverse famiglie che già conoscevo e che abitavano nello stato di Victoria, una a nord e l’altra a sud, nellacittà di Melbourne; mentre le ultime 2 tramite i Lions.
L’aver cambiato più famiglie mi ha permesso di conoscere e scoprire molti luoghi e abitudini diverse.  
In questo mio report mi limiterò a parlarvi solo delle ultime 2 settimane che ho trascorso grazie ai Lions.

Stasera “Purtroppo” per me e’ la mia ultima sera qui in Giappone.
Sono davanti a numerose splendide persone che hanno fatto della loro vita un esempio di lealta’ e rispetto!
Mi avete fatto trascorrere ogni giorno sempre piu’ bello attraverso le vostre iniziative e la vostra accoglienza.
Voglio Ringraziare Tutti i Soci del Lions Club, perche’ e’ grazie solo a loro se oggi esistono gli Scambi Giovanili Interculturali in tutto il Mondo, e’ un privilegio, un onore poter avere la possibilita’ di conoscere, studiare culture e tradizioni diverse le une dalle altre.
E’ un bene che sin da giovani ragazzi, figli dei Lionisti possano avere questa occasione sin da giovani, di potersi accostare, di potersi sensibilizzare a questa causa: perchè il motto del Lions e’ “Noi serviamo”, dove c’e’ un bisogno, c'è un Lions.

I've been in Malaga, Spain, from the 9th to the 29th of july.
It has been a fantastic and unforgettable experience because it was my first abroad experience, because I've done it completely alone and because it made me grow.
I've spent the whole 20 days in a family, or better in two families.
I've suddenly got in touch with both of them making a wonderful friendship.
it was the first time that my first host family did this kind of experience. In my opinion it is worth to say it because their passion, their spontaneity and their openness were the aspects that moved me the most and that made me feel at home.

Cercare di esprimere con le parole le sensazioni e le emozioni vissute durante questo bellissimo mese trascorso dall’altra parte del mondo è quasi impossibile.
Arrivo dopo 24 ore di viaggio più 5 ore di attesa, per aver perso il volo interno, a Ballina dove ho potuto incontrare i miei “genitori”, Maureen e Keith, che mi hanno accolto calorosamente.
Loro abitavano a Lismore, una piccolissima città a 20 minuti da Ballina, un posto grazioso con case particolari.
Il primo impatto con l’Australia è stato fantastico, soprattutto grazie alla mia host family per avermi portato a vedere bellissimi posti ogni giorno: come la zona Gold Coast dove ho potuto vedere lo skypoint, come O’railly’s, in mezzo alle montagne, dove ho visto molti animali tra cui ho avuto l’opportunità di tenere un serpente in braccio, come Brisbane una città di cui mi sono innamorata o come Byron Bay, il mio  luogo preferito.

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Il nove luglio, il giorno del mio diciottesimo compleanno, alle 11 sono partita in direzione Benidorm, Spagna.
Avevo tanti dubbi e tante preoccupazioni: ero sola, avrei vissuto con una famiglia totalmente sconosciuta che non parlava la mia lingua, e mi sarei dovuta confrontare con abitudini straniere alle mie. 

Non appena ho varcato la soglia dell’aeroporto spagnolo, tutti i dubbi hanno fatto spazio alle speranze: ho trovato la mia Host-family con cartelloni di benvenuto e una torta di compleanno, fatta dalla mia piccola Host-sister.

Hello, my name is Liza Girhiny and I am from Hungary.
This summer I was visiting the Emilia Lions  camp.
I can't even write down how amazing it was but I will give it a try!
I spent my first ten days with an Italian family. I had the best host family ever! I had a brother and I just loved my Mom.

Anche quest'anno ho preso parte agli scambi giovanili iniziando così la mia terza esperienza con i Lions.
Destinazione Spagna e più precisamente Benidorm, dove ad attendermi c'era uno dei miei host dad, Alain.
Con lui ed il suo compagno Miguel, ho passato una delle migliori settimane della mia vita, eravamo sempre in giro visitando la città ma anche posti fuori da essa. Di sera Alain lavorava come cantante in un cabaret a Benidorm ed assieme ad altri due inglesi, facevano un tributo ai Bee Gees, un gruppo di musica disco degli anni '70.
Ogni sera ero a vedere il loro show e pur non conoscendo le canzoni, ho apprezzato l'atmosfera che si creava all'interno del locale.

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Quando si passano ore e ore su interminabili voli per arrivare dall’altra parte del mondo si hanno necessariamente delle preoccupazioni: chi mi verrà a prendere mi piacerà? Chissà come sarà la mia famiglia...
Purtroppo, spesso ci si dimentica della reciprocità, tutti noi speriamo che le famiglie ci piacciano, ma quasi mai si pensa al contrario; intendo dire che non sempre ci si chiede: gli piacerò? Chissà se sarò abbastanza simpatica per loro, chissà se sarò in grado di “arrivare” o meglio di lasciare un pezzo di me come ricordo, il suono della mia risata...
Chissà se capiranno davvero come sono.

Si tratta di essere sé stessi anche quando si attraversano oceani e continenti e la cosa più bella è riuscire a dimostrarlo.
La mia esperienza in Nuova Zelanda è stata indimenticabile, sia per le persone che ho avuto modo di incontrare, sia per i posti mozzafiato che ho visitato.

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