Sono Giuseppina Orrù, ho sessantanove anni e a ottobre 2024 mi sono candidata per il progetto “Scambi Brasil + 25” destinata ai ragazzi “diversamente giovani” organizzato dal Lion Club International del Brasile, e con mio grande stupore la mia candidatura è stata accettata.
Assieme a me sono stati inseriti 9 soci Lions e Leo
Ciao, sono Matilde e quest’anno per la prima volta ho partecipato allo scambio giovanile dei Lions, destinazione Brasile.
La partenza non è stata delle migliori perchè per un ritardo del volo Bologna-Roma ho rischiato di perdere quello per San Paolo.
Dopo un’estenuante corsa di venti minuti, dove la mia famiglia era in contatto telefonico con l’Hostess del gate affinchè non partissero senza di me, sono arrivata a sedermi nel mio posto.
Il viaggio è durato complessivamente tre settimane, di cui due settimane sono stato ospitato da una splendida host family. La famiglia era composta dai genitori Rangel e Aline, e dai loro due figli, Lui e Isadora. Durante il mio soggiorno, Lui era partito per uno scambio giovanile, mentre Isadora frequentava l’università. Nonostante le difficoltà causate da un’alluvione che aveva colpito il sud del Brasile, impedendo l'atterraggio nel mio aeroporto di destinazione, la mia famiglia ospitante non ha esitato a percorrere 9 ore di macchina per venirmi a prendere all’aeroporto di Florianapolis, dimostrando un’incredibile disponibilità.
Ho avuto la fortuna di essere stata selezionata per uno scambio con il Brasile, un paese che ho sempre sognato visitare.
Dopo un lungo volo – che ha previsto lo scalo a Parigi e poi a Rio de Janeiro - sono atterrata a Foz do Iguaçu, una località che si trova nello stato del Paranà.
Un vero paradiso terrestre, meta di molti turisti, dove si possono ammirare le cascate di Iguaçu, che sono tra le più grandi al mondo.
Il benvenuto delle famiglie ospitanti è stato caloroso e io e le mie compagne di viaggio (siamo partite in quattro dall’Italia, per questa esperienza) ci siamo subito sentite a nostro agio.
Mi chiamo Carola Rodigari e quest'anno ho partecipato al mio secondo scambio con i Lions nel Sud del Brasile.
Onestamente, a primo impatto, la notizia che sarei potuta partire per il Paranà non mi convinse molto. Ora, consapevole di quanto questa esperienza mi abbia arricchito, ritornerei in Brasile molto volentieri.
Grazie a questo viaggio non solo ho scoperto una nuova cultura, a tratti lontanissima dalla nostra, ma ho anche approfondito una "realtà" italiana parecchio diversa dalla mia. Infatti, ho trascorso 3 settimane assieme a Chiara, una ragazza del Sud Italia con cui ho stretto un bellissimo rapporto d'amicizia.
Ci siamo più volte confrontate sulle nostre città, le tradizioni, le abitudini alimentari e abbiamo inoltre costatato che non solo spesso risultava difficile comunicare con la famiglia in inglese, anche capirci a vicenda a volte era un'impresa ardua!
Il 5 luglio, all’aeroporto di Venezia, ancora non mi rendevo conto che stavo per intraprendere l’esperienza più belladella mia vita. Con un grande nodo in gola e molte paranoie per la testa, ho lasciato i miei genitori in aeroporto, consapevole che il viaggio sarebbe stato molto difficile ed impegnativo.
Per la prima volta completamente da solo, infatti, ho fatto scalo prima a Madrid, poi a San Paolo per arrivare quindi a Porto Alegre, dove mi sarebbero aspettate altre 8 ore di bus per raggiungere la cittadina di Marau ove risiedeva la mia host family.
Le 2 settimane in famiglia sono state molto divertenti ed istruttive, anche se a Marau, con la stagione invernale, c’eraparticolarmente freddo e i mezzi per il riscaldamento praticamente non c’erano. La mia host family era composta dal capofamiglia Marcos, la moglie Leya e i figli Felipe e Leticia, che con me sono stati particolarmente disponibili e accoglienti.
Tutto ha inizio da un'email inaspettata: "cara Giulia, abbiamo per te una bellissima destinazione in Brasile!".
Devo rileggerla qualche volta ancora per convincermi che è tutto vero e che, a distanza di qualche mese, trascorreró 21 giorni dall'altra parte del mondo.
Solo qualche settimana più tardi arrivano i primi contatti con le 4 famiglie ospitanti e con le altre 3 ragazze italiane che vivranno con me questa esperienza.
Passano i mesi e il giorno della mia partenza si fa sempre più vicino.
Ecco che l'11 luglio, dopo aver salutato la mia famiglia, io e Carola, una delle 3 ragazze, partiamo da Milano per raggiungere Parigi. Incontrata anche Matilde, saliamo insieme su un altro aereo diretto a Rio de Janeiro. Un ultimo volo ci porta poi a Foz do Iguaçu , destinazione finale, dove ci aspettano Chiara, nostra compagna di viaggio, e le prime due famiglie ospitanti.
L’esperienza che ho avuto il piacere di vivere attraverso il Lions Exchange, è stata una delle esperienze più belle, complete, gratificanti e piene di emozioni che abbia mai vissuto. Vedere un altro paese, toccare con mano una diversa cultura; una cultura così lontana come quella Brasiliana, è stato un vero onore, per non parlare di tutte quelle persone che giorno dopo giorno hanno contribuito ad arricchire, ciò che ormai si stava trasformando in quell’immenso bagaglio culturale, che avrò la fortuna e il privilegio di portarmi avanti per il resto della vita.
Visitare un paese straniero non è mai una cosa semplice, soprattutto all’inizio; quando quel senso di smarrimento e solitudine, fatica a lasciare libera la nostra mente di viaggiare ed assorbire il più possibile questa nuova cultura.
Ed è così che il 6 luglio la mia prima esperienza così lontano da casa è cominciata, alla volta del Brasile, una terra così lontana, quanto bella, detto col senno di poi. Iniziò così; da solo, in aeroporto con i miei bagagli; prevalentemente ricolmi di speranza, eccitazione, ma direi soprattutto di paura; che mi sono sentito realmente al mio posto ed in pace; come se quello fosse davvero il posto in cui dovevo essere in quel determinato momento.
Brasile. Non appena lessi questa parola nella mail comunicante la destinazione del mio scambio, un mare di pensieri affollarono la mia mente. Prima di tutto pensai “un sogno che si realizza”, fin da bambina infatti desideravo visitare questo paese che mi affascinava per la sua natura incredibile, per i colori, per l’allegria dei suoi abitanti e forse perchè mi sembrava tutto molto diverso dall’Italia.
Dopo questa prima eccitazione però pensai: “No, non posso andare”. Fui presa dalla paura dei km di distanza da casa, di dover passare un mese in un paese di cui non conoscevo nulla, non sapendo una parola di portoghese e con l’idea della pericolosità di questo paese. Fortunatamente l’attrazione per ciò che è diverso e sconosciuto prevalse sulla paura e mi convinse ad intraprendere questa magnifica avventura che mi ha sicuramente cambiata e fatto crescere moltissimo.
Quel giorno di dicembre lo ricordo perfettamente, ho inviato il modulo di partecipazione agli scambi giovanili senza alcuna aspettativa , ero ignara di tutto ciò che sarebbe accaduto.
Dopo un pò di tempo, ricevo la chiamata della nostra responsabile di distretto , Maria Martino la quale mi comunica la Nuova Zelanda , per poi rivelarsi non la giusta metà per problemi di età, così successivamente mi viene proposto un nuovo paese: il Brasile !
Questo paese che sentiamo non molto vicino alla nostra cultura , in realtà lo è .
Arriva così il giorno della partenza , salgo sull’aereo per Roma con un pò di ritardo e senza nemmeno immaginare a cosa avevo dato inizio .
6 luglio: incontro a Milano Linate Elena, l’altra ragazza italiana che parteciperà come me allo scambio in Brasile. Insieme, euforiche ed un po’ agitate, prendiamo il volo che ci porterà a Roma, dove incontreremo Federico, il terzo e ultimo italiano.
Da Roma prendiamo tutti e tre il volo per San Paolo, dodici ore in cui ci conosceremo e getteremo le basi del rapporto che si costruirà in quel mese di esperienza.
Atterrati a San Paolo, abbiamo incontrato le nostre famiglie che subito ci hanno accolto con calore e gentilezza. Da lì abbiamo raggiunto la città dove avremmo vissuto per tre settimane: Sao Jose Dos Campos.
Nonostante fosse la mia seconda esperienza all’interno degli scambi giovanili, inizialmente l’agitazione non è mancata, sia per la cultura diversa, sia perché nella mia host-family solo Priscila, la mia host - sister brasiliana, parlava inglese.
Pensavo davvero fosse un ostacolo, ma dopo i primi giorni ho iniziato a comprendere qualche parola e qualche frase in portoghese grazie ad alcune similarità con la lingua italiana.
La mia esperienza di scambio è avvenuta dal 6 al 28 Luglio nel sud del Brasile.
Durante le prime due settimane sono stato ospite di un’allegrissima famiglia nello stato di Rio Grande do Sul a poi chilometri da Sobradinho, una cittadina dove ho potuto incontrare sin da subito 7 degli altri 27 ragazzi che successivamente avrebbero preso parte al campo.
Per noi 8 stare con le nostre host families è stato semplicemente incredibile; ognuna delle famiglie organizzava attività diverse ogni giorno e il nostro piccolo gruppo si teneva sempre unito, così, oltre a visitare varie scuole e interagire con la popolazione locale prendendo parte alle loro abitudini e tradizioni, abbiamo anche sperimentato il vero spirito Brasiliano passando le giornate andando a cavallo, scalando montagne, scoprendo cascate e allo stesso modo andando a delle feste quando il sole calava.
Il sette luglio ha avuto inizio la mia avventura con l'associazione Lions Club. Per me è stato un insieme di prime volte: è stato il mio primo scambio interculturale, la prima volta all'estero, la prima volta in un paese così diverso e lontano dal mio; pertanto l'ho considerato maggiormente una esperienza unica ed appagante, seppur non abbia partecipato al camp.
Ore 6:00 parto da Matera e mi dirigo all'aeroporto di Bari- Palese Karol Wojtyla, per Roma e intraprendere le mie 11 ore di volo interminabili e stancanti verso San Paolo.
Vorrei partire con il sottolineare la gentilezza e l’ospitalità con la quale sono stato accolto dalla mia “host family”, mi hanno trattato come un loro quarto figlio.
Dal loro terzo genito, Laisa, in grado di parlare anche un ottimo inglese, per poi arrivare ai genitori Iran e Angela, sempre pronti a soddisfare le mie esigenze e passando anche per i fratelli maggiori Luan, il quale mi ha insegnato a fare surf (sogno che avevo sin da quando ero bambino ma che non ero mai riuscito a realizzare), e l’altra sorella Làis.
Dopo queste due fantastiche settimane siamo partiti alla volta del camp situato nella città di Sobradinho.
Sono stato nel sud del Brasile tre settimane, dal 6 al 29 luglio, e ho viaggiato tra due stati: il Rio Grande do Sul e Santa Catarina.
Precisamente sono stato ospitato per due settimane in una piccola cittadina dell'interno di nome Videira (SC) e poi ho trascorso l'ultima settimana di camp in alcune localita del RGS tra le quali Sobradinho.
L'esperienza è stata negativa per numerosi aspetti che andrò ad elencare uno ad uno.
Primo di tutti la famiglia. Sono stato ospitato da una coppia molto giovane di 33 anni ciascuno che nonostante fossero calorosi e affettuosi, mi hanno fatto passare due settimane in casa poichè erano sempre impegnati col lavoro (lui è un radiologo mentre lei gestisce una linea di spezie e erbe).
Ho viaggiato veramente poco e ho passato la maggior parte del tempo in casa a guardare film su netflix. Non avevano figli e questo mi è dispiaciuto perchè avrei voluto passare del tempo con dei ragazzi invece che stare tutto il tempo in casa.
L'unico punto cosa positiva della host family è che ho passato un bellissimo weekend a cavallo delle due settimane a Florianopolis,città-isola meravigliosa.
Samba, carioca, carnevale, futebol, spiagge e estate perenne. La maggior parte delle persone pensa a questo quando sente la parola “Brasile”, ma la verità è che c’è molto altro, esiste un Brasile inaspettato e tutto da scoprire.
Quest’estate, a luglio, ho avuto la fortuna di partecipare per la terza volta al programma di scambi giovanili organizzato dal Lions Club e sono stata nel sud del Brasile, in particolare a Porto Alegre e in diverse città dello Stato di Rio Grande do Sul.
Una volta assegnata la destinazione, mi è stata data la possibilità di scegliere tra il camp e la famiglia nello Stato di Sao Paolo o nel profondo sud, ho scelto il secondo perché mi incuriosiva conoscere una parte meno turistica e meno famosa e posso dire di non essermi per niente pentita!
Sono Valeria, ho trascorso grazie ai Lions un mese in Brasile.
È stato il mio primo exchange e quindi la paura per questa esperienza, che è risultata essere infondata, era tanta.
Sono qui seduta nella mia camera in Italia mentre il mio cuore e la mia testa sono nel paese che mi ha accolta calorosamente e che mi ha fatta sentire a casa.
Ho trovato una grande famiglia che mi ha insegnato molto e che porterò sempre con me, ho scoperto posti meravigliosi, sono stata a contatto con una cultura diversa e al contempo affascinante, ho avuto modo di provare cibi nuovi che non avrei mai immaginato mi potessero piacere .
La famiglia Lisboa mi ha ospitato a casa loro per tre settimane, ci siamo divertiti molto assiene, andando sul wakeboard, scalando montagne e cucinando hamburger,
Ora siamo grandi amici e sarà un'amicizia che rimarrà per sempre.