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La mia esperienza di scambio è avvenuta dall’8 luglio al 5 agosto in Canada.
Sono stata ospitata da una coppia di simpaticissimi signori in pensione che vivono in una fattoria a qualche chilometro da Hagersville, in Ontario.
Con loro sono rimasta circa venti giorni, mentre gli ultimi dieci li ho passati in un camp (nel mio caso nel “Evers Friendship Youth Camp”) insieme ad altri 17 ragazzi di diverse nazionalità.

Quest'anno ho partecipato al progetto Lions di scambio interculturale, un'esperienza unica nella vita che ti fa conoscere culture diverse e nuovi Paesi.
Sono partita l'8 luglio 2017 per il Canada, arrivata all'aeroporto di Toronto sono stata accolta dai membri Lions del distretto in cui sarei stata per le seguenti quattro settimane, e dagli altri exchange students arrivati prima di me, aspettando lì abbiamo fatto amicizia.
Sono stata ospitata da due famiglie fantastiche, grazie a loro ho visitato quasi tutto l'Ontario, ovvero la regione in cui mi hanno ospitata, che si trova al confine tra il Canada e gli Stati Uniti. Nonostante le due famiglie non avessero figli della mia età, mi sono trovata benissimo con entrambe poiché i genitori sono stati molto ospitali e disponibili di fronte a qualsiasi esigenza, inoltre ho avuto la fortuna di stare in casa con altre ragazze straniere con cui avrei partecipato al campo dell'ultima settimana.

La mia esperienza in Canada comincia il 15 luglio all'areoporto di Torino dove ho preso il volo per Francoforte e successivamente quello per Calgary.
Ho avuto un mese fantastico, ho conosciuto ragazzi provenienti da culture differenti ed è stato molto interessante confrontarsi.
Ho legato molto con varie persone con cui tuttora sto tenendo i rapporti.
È stata un'esperienza indimenticabile che mi ha cambiato in positivo e mi ha mostrato un modo diverso di vivere.

L’esperienza dello scambio culturale è stata fantastica: sono potuto entrare in contatto con culture molto diverse dalla mia e soprattutto approfondire la conoscenza di uno stato, che ha per me un particolare fascino: il Canada.
I giorni in famiglia sono stati meravigliosi: i genitori, per quanto fosse nelle loro possibilità, hanno cercato di farmi vivere esperienze differenti, cercando di non farmi mai sentire un estraneo e sono sempre stati molto accoglienti ed affettuosi.
All’inizio pensavo che i rapporti con il figlio sarebbero stati duri, poiché è meno obbligato a trattare l’ospite come un nuovo membro della famiglia rispetto ai genitori che ne hanno la responsabilità, ma sorprendentemente abbiamo stretto immediatamente amicizia e l’ostacolo della lingua non si è nemmeno manifestato.

Sono Irene ed ho 17 anni. Quest’anno sono stata in Canada per un mese.
È stata una bellissima esperienza; appena arrivata in aeroporto, un membro del Lions Club, mi ha accolto, accompagnandomi in una stanza appositamente allestita per un piccolo rinfresco, in attesa che la famiglia mi passasse a prendere.
Le prime due settimane sono stata in una famiglia che ha accolto me ed anche un’altra ragazza, di origine brasiliana.
Entrambe avevamo una stanza singola, ma ci siamo talmente affiatate da trascorrere molto tempo insieme.

La mia avventura in Canada è stata l'esperienza più bella che io abbia mai vissuto fino ad ora. 
Ho avuto modo di imparare molto sulla loro cultura e modi di fare. 
Le tre settimane in famiglia sono state puro divertimento.
La mia famiglia era composta da Angela, 67 anni, e Nikki, 87.

La mia esperienza è iniziata con una mail da parte di Lions Club che mi proponeva di trascorrere tre settimane in una piccolissima cittadina del Canada, Minnedosa nel Manitoba, con poco più di 2500 abitanti.
Anche essendo un po’ demoralizzata per non aver letto città come Toronto o Vancouver, accettai subito.
Il 25 giugno partii da Venezia per il mio viaggio aereo più lungo con ansia e curiosità e con un’altra ragazza italiana di Vicenza. Dopo 14 ore arrivammo all’aeroporto di Winnipeg e ad aspettarci al ritiro bagagli c’erano 3 ragazze (mia “sorella” e due amiche) e la mia host mum.
Nel tragitto dall’aeroporto a casa scoprii che la famiglia era composta dalla mamma, Beth, il papà, Mark e i due figli, Shae e Ty.

I am an Italian student who has currently returned from her first trip in Canada. I had never been on an YCE program previously, and frankly I was quite scared on leaving.

This experience helped me mature personally and engage with different realities and cultures.

I had my family bringing me to the airport and God knows how much I have cried before stepping on the airplane. However these fears were soon to be swiped away during the travelling. Don’t get me wrong, the trip was everlasting, it took us 10 hours to arrive, and the company wasn’t of the best; however, as the further from the ground the plane got, the more my fears were being taken over by excitement.

Ho visitato un paese stupefacente, e ogni giorno mi sono svegliata con il sorriso. Ho trovato una seconda famiglia e moltissimi nuovi amici, ho visto paesaggi mozzafiato e soprattutto ho realizzato il mio sogno, ovvero visitare questa nazione che mi era sempre sembrata una meta irraggiungibile poiché lontanissima.
Il giorno della partenza ero tranquilla, ma solo perché non sapevo cosa mi aspettasse. Per fortuna ho dovuto fare solo scalo a Francoforte ma per me che non ho mai viaggiato da sola, anche quella è stata un’avventura. Il secondo volo è durato nove ore e mezza, una vera e propria odissea. Appena sono scesa però il gentilissimo personale di terra, con tanto di cappello da cowboy, mi ha saputo dare una mano per giungere al ritiro bagagli. Questa frase contiene le due parole più significative del mio viaggio: gentilezza e cowboy, ma probabilmente saprò spiegarmi meglio in seguito. Ho riconosciuto subito la mia host family grazie alle foto che mi avevano inviato per mail; all’aeroporto ho conosciuto anche il responsabile del camp a cui avrei partecipato, Tony Prettegiani, e alcune ragazze provenienti da vari paesi. Tim e Gail mi hanno parlato di come in quei giorni ci fosse lo “Stampede”, ovvero un gigantesco festival che si svolge ogni anno a Calgary, o come preferiscono chiamarlo loro “The greatest outdoor show on earth”. Prima pensavo che in Canada ci fossero solo boscaioli ma mi sono dovuta ricredere, dato che nel Sud dell’Alberta si sentono tutti, profondamente, dei cowboy.

“Mamma mamma, vado in Canada!!” Era un giovedì di metà inverno, stavo aspettando il tram per tornare a casa quando il mio telefono ha vibrato e mi è stato comunicato che sarei partita alla volta del Canada.

Canada dove? Toronto? Vancouver? No, Saskatchewan.

La mia avventura è iniziata nel cuore della notte di domenica 26 giugno, quando i miei genitori mi hanno accompagnato all’aereoporto di Bologna, da dove, alle prime luci del giorno, partiva il primo dei miei tre voli.

Dopo interminabili 26 ore di viaggio, sono arrivata a Saskatoon, nel cuore del Canada, dove mi attendeva la mia host family: Karen Jim e la loro figlia, mia coetanea, Alison. Dopo “a short trip home” che è stata circa equivalente a Milano-Firenze, siamo arrivati a Lake Lenore. Paese disperso nelle immense e piatte campagne sud canadesi, abitato da 300 anime o poco più.

Quest'estate sono stata in Canada, precisamente in Ontario, nei pressi di Brussels.
Dopo un lungo viaggio di più di 8 ore, sono stata accolta in una famiglia meravigliosa,  nella quale ci ho passato tutte e tre settimane, insieme ad una ragazza finlandese di nome Siiri.
Dopo una giornata passata a conoscere meglio la famiglia e Siiri, ho iniziato il mio percorso in Canada.
Le prime due settimane sono state piene e movimentate.
Tra giornate in spiaggette in riva al lago e visite alla stupenda Toronto il divertimento è stato assicurato.

Firstly I want to say thank to everyone that help out during the camp. Thank you for made this awesome experience possible and for all the time and hard work that you spent for us. Thanks goes also to Sandy, for the warm and genuine welcome that gave to me and her District A-711 that greeted me and the other 3 youth during the month.
This experience played an important role in my life. 

My trip starts on 25th June with lots of dreams and expectations for a month which is not a mere holiday in a foreign, far country, but it is, above all, the discovery of the “true life” of Canada. 
Despite an unfortunate accident in the airport (my flight is delayed by 7 hours), I arrive in Canada as happy as a lark; here, I realize how small my country is, because my first host, Curtis, considers the 3-hour journey back to his house as “a short journey” ( actually, you can cross the whole Italy in that time span).

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Tra giugno e luglio del 2016 ho partecipato al programma di Scambi Giovanili organizzato dal Lions International.
Sono stato in Ontario, Canada, dove ho vissuto sia l’esperienza della famiglia, sia quella del campo.
La mia host family ha tre figli, tutti grandi che frequentano l’università in altre città; oltre a me, però ospitava anche un ragazzo brasiliano molto simpatico con cui trascorrevo le giornate.
I genitori ospitanti sono stati sempre molto gentili e disponibili con noi; erano grandi appassionati motociclisti e fanno parte di un’associazione di motociclisti della chiesa locale.

Ho lasciato Capodichino il 24 giugno alla volta del Canada , con tante aspettative e tanta euforia , pronto ad iniziare la mia seconda esperienza con i Lions .
Dopo il volo durato quasi 10 ore sono arrivato al Toronto Pearson .
La mia famiglia , con cui avevo già scambiato qualche email , era composta dalla host mother di 65 anni e sua madre di 85.
Ho vissuto nella loro casa a Shomberg , circa un'ora da Toronto insieme ad un ragazzo francese della mia stessa età .

Ho vissuto una bellissima esperienza, forse una tra le più belle della mia vita: il viaggio in Canada! 
Allora partendo dall'inizio.....:
Sono partito il 12 luglio da Roma, e da la è cominciato tutto.

La mia esperienza fatta in Ontario – Canada  - Distretto A-15 è stata diciamo un pò sfortunata. 
Questo è stato probabilmente dovuto alla famiglia da cui sono stata ospitata durante il mio soggiorno che evidentemente non mi aveva presa molto in simpatia. In più di un'occasione hanno dimostrato di non essere state persone corrette nei miei confronti, nonostante io sia sempre stata sempre più che educata con loro. Tanto per fare qualche esempio più di una volta sono stata lasciata a casa da sola, spesso senza nemmeno essere avvertita, talvolta anche senza un pranzo, senza il permesso di uscire nemmeno per fare un telefonata; ho visitato le Niagara Falls tre giorni prima della mia partenza dopo che li avevo implorati per settimane e questo è avvenuto non tanto perchè gli importasse che io visitassi qualcosa, quanto più perchè ero l'unica ragazza del distretto a non averle ancora visitate e questo era troppo vergognoso perfino per loro. Non per niente, nonostante sia rimasta lì un mese, nonostante le mie innumerevoli richieste e nonostante abbia fatto un totale di 24 ore di volo per visitare quell'unica cosa, non ho avuto l'opportunità di visitare Toronto (se non attraversandola in macchina la mattina della mia partenza prima di andare in aeroporto). 

E’ stata un esperienza indimenticabile.La famiglia che mi ha ospitato si è dimostrata gentile e disponibilissima ed ha accolto me ed il ragazzo danese, mio compagno di avventura,come due figli. Ci hanno fatto vivere da canadesi. Ci hanno portato in giro ovunque: Toronto, Cascate del Niagara, partita di baseball (NY yankees contro Blue Geis), grigiate, zoo, messe domenicali protestanti, shopping, cinema, finale dei mondiali vista in diretta in inglese, feste country, grigliate con i lions, fast food, canoa, mountain bike...ma non sono mancati i momenti di relax in piscina e a casa,immersi nella campagna canadese e nella sua splendida natura (scoiattoli che vengono a cercare cibo fin dentro casa).Il camp poi è stato veramente organizzato a modo. Serio e professionale: maglietta e tesserino di riconoscimento, sfilata con le bandiere, cerimonie, cena di chiusura con tutti i lions club e spettacolo "internazionale"organizzato da noi ragazzi.Nessuna nota negativa. E’ stato veramente stupendo e zero problemi di adattamento anzi mi sentivo come a casa.

 Quest’estate ho partecipato al “Lions Youth Exchange Program” con destinazione Alberta, Canada. Pur non avendo contemplato questo Paese fra le tre opzioni indicabili (nessuna delle quali era disponibile), sono stata scelta per tale meta perché sede di uno Youth Camp particolarmente adatto a Leo di giovane età quale io sono – e me ne ritengo molto, molto fortunata. Quella del “Waterton Leadership Camp” infatti è stato infatti una delle esperienze più interessanti e coinvolgenti che io abbia mai fatto. 
A differenza degli altri Lions Camps, a questo prendono parte ogni anno sia studenti internazionali che locali: su 43 giovani, noi exchangees eravamo solo 12.
A dispetto del considerevole numero di partecipanti, e del poco tempo a nostra disposizione (solo sei giorni, purtroppo) non è stato difficile per ognuno di noi fare conoscenza (e amicizia) con tutti – e sottolineo tutti – gli altri; ogni attività era organizzata in modo che ciascuno di noi avesse a che fare con persone diverse, appartenendo a più gruppi suddivisi in modo differente: quello della cabina, delle leadership sessions (chiamato con il nome di una delle montagne che circondano il camp), delle attività pomeridiane e del lavaggio piatti. Ad esempio, io dormivo nella cabina 7, partecipavo alle leadership sessions con i membri del gruppo Bellevue, alle attività pomeridiane con il gruppo blu e lavavo i piatti con quello marrone. Inoltre, il posto a tavola ci veniva assegnato ogni volta estraendo da un secchiello il nome del componente dello staff che sedeva ad un certo tavolo.

Ho avuto una bellisssima esperienza sia in Canada che negli Stati Uniti.Sono stata due settimane nell'isola di Vancouver e due settimane a Sultan,una cittadina vicina a Seattle nello stato di Washington.Ho trovato due ottime famiglie con le quali mi sono trovata molto bene.La prima famiglia era composta da Gussy,una signora pensionata ma molto attiva e disponibile.Durante il mio soggiorno siamo andati tre giorni a Port Hardy,una cittadina dell'isola dove abbiamo avuto un incontro Lions e dove c'erano altri sette Lions exchange.La seconda famiglia era formata dai genitori,due ragazze della mia eta' e un ragazzo di 12 anni.Abbiamo fatto attivita' come camping,visitato Seattle.Ho avuto un altro incontro Lions.Questa volta piu' breve nella citta' di Snohomish dove ho tenuto un discorso riguardo alla mia esperienza in America e parlare un po' delle differenze che ho riscontrato.la coordinatrice americana Kathy Schumer e' stata premurosa e gentile.Infatti ha accompagnato me e altre due ragazze che facevano lo stesso programma dall'aereoporto di Vancouver alle nostre seconde famiglie e al termine ci ha riportato all'aereoporto di Vancouver.Sono contenta di aver avuto la possibilita' di vedere uno spezzato dell'America e di aver instaurato nuove amicizie.Se potessi rivivere questa esperienza lo rifarei subito!

 

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