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ITALIA: what else?

“Mamma mamma, vado in Canada!!” Era un giovedì di metà inverno, stavo aspettando il tram per tornare a casa quando il mio telefono ha vibrato e mi è stato comunicato che sarei partita alla volta del Canada.

Canada dove? Toronto? Vancouver? No, Saskatchewan.

La mia avventura è iniziata nel cuore della notte di domenica 26 giugno, quando i miei genitori mi hanno accompagnato all’aereoporto di Bologna, da dove, alle prime luci del giorno, partiva il primo dei miei tre voli.

Dopo interminabili 26 ore di viaggio, sono arrivata a Saskatoon, nel cuore del Canada, dove mi attendeva la mia host family: Karen Jim e la loro figlia, mia coetanea, Alison. Dopo “a short trip home” che è stata circa equivalente a Milano-Firenze, siamo arrivati a Lake Lenore. Paese disperso nelle immense e piatte campagne sud canadesi, abitato da 300 anime o poco più.

A condividere con me questa indimenticabile esperienza, Leticia, una ragazza brasiliana di 18 anni con cui mi sono trovata benissimo sin dal primo momento e stiamo già organizzando di vederci presto.

Il Saskatchewan è completamente diverso dall’Italia, per me è stata una full immersion nella natura, tra campeggi su laghi, giri in canoa a cercare i castori e tramonti mozzafiato. 25 giorni in una realtà completamente diversa che però mi è piaciuta.

Non ho fatto grandi viaggi o visitato grandi città, ho semplicemente vissuto con la mia host family come vivono loro e, anche se a volte mi è capitato di annoiarmi o di sentirmi “poco considerata”, anche se a volte, se non ci fosse stata Leticia con me, mi sarei sentita terribilmente sola, loro sono stati carinissimi, mi, anzi ci, hanno accolto in casa come se fossimo davvero loro figlie, capaci di spiegarci tanto dei loro usi e costumi e interessati a scoprire riguardo ai nostri. Una sera ho anche cucinato loro una pizza, Leti un dolce tipico brasiliano, abbiamo conosciuto tanti famigliari, un sabato sera, dopo essere tornato da un campeggio di tre giorni su un lago, con panorami mozzafiato, Karen ha organizzato con Tory, una ragazza locale che poi è venuta al camp con noi, di portarci a una festa. Mi sembrava di essere sul set di un film, ho conosciuto tante persone super amichevoli e spero un giorno, prima o poi di tornarci, a Lake Lenore, perché una parte del mio cuore è rimasta là.

Senza nulla togliere a tutto il resto, la parte migliore della mia esperienza è stato il camp di una settimana, organizzato in un posto stupendo, immerso nella natura tra le “canola field” che sono il simbolo del Saskatchewan stesso, un posto dove non c’era linea telefonica e probabilmente questo ha aiutato tanto a creare dei legami. Eravamo 43 ragazzi provenienti da letteralmente tutto il mono, di tutte le età. Ci siamo divertiti un sacco, a parte tutte le attività organizzate che, personalmente, ho apprezzato moltissimo, era bello vedere, la sera, come si stava tutti insieme, a parlare dei nostri paesi, a giocare a carte o a ping pong. Ho imparato a dire “ti voglio bene” in sei lingue.

Sicuramente la me che è partita e la me che è tornata sono due persone diverse, ho imparato tanto e sono cresciuta. Sono infinitamente grata di aver avuto quest’opportunità, penso che tutti, prima o poi, dovrebbero avere quest’occasione.