Ho vissuto la mia esperienza Lions Youth Exchange nell’estate 2018 nella magnifica Australia per un mese: 2 settimane presso 2 diverse famiglie che già conoscevo e che abitavano nello stato di Victoria, una a nord e l’altra a sud, nellacittà di Melbourne; mentre le ultime 2 tramite i Lions.
L’aver cambiato più famiglie mi ha permesso di conoscere e scoprire molti luoghi e abitudini diverse.
In questo mio report mi limiterò a parlarvi solo delle ultime 2 settimane che ho trascorso grazie ai Lions.
Stasera “Purtroppo” per me e’ la mia ultima sera qui in Giappone.
Sono davanti a numerose splendide persone che hanno fatto della loro vita un esempio di lealta’ e rispetto!
Mi avete fatto trascorrere ogni giorno sempre piu’ bello attraverso le vostre iniziative e la vostra accoglienza.
Voglio Ringraziare Tutti i Soci del Lions Club, perche’ e’ grazie solo a loro se oggi esistono gli Scambi Giovanili Interculturali in tutto il Mondo, e’ un privilegio, un onore poter avere la possibilita’ di conoscere, studiare culture e tradizioni diverse le une dalle altre.
E’ un bene che sin da giovani ragazzi, figli dei Lionisti possano avere questa occasione sin da giovani, di potersi accostare, di potersi sensibilizzare a questa causa: perchè il motto del Lions e’ “Noi serviamo”, dove c’e’ un bisogno, c'è un Lions.
I've been in Malaga, Spain, from the 9th to the 29th of july.
It has been a fantastic and unforgettable experience because it was my first abroad experience, because I've done it completely alone and because it made me grow.
I've spent the whole 20 days in a family, or better in two families.
I've suddenly got in touch with both of them making a wonderful friendship.
it was the first time that my first host family did this kind of experience. In my opinion it is worth to say it because their passion, their spontaneity and their openness were the aspects that moved me the most and that made me feel at home.
Cercare di esprimere con le parole le sensazioni e le emozioni vissute durante questo bellissimo mese trascorso dall’altra parte del mondo è quasi impossibile.
Arrivo dopo 24 ore di viaggio più 5 ore di attesa, per aver perso il volo interno, a Ballina dove ho potuto incontrare i miei “genitori”, Maureen e Keith, che mi hanno accolto calorosamente.
Loro abitavano a Lismore, una piccolissima città a 20 minuti da Ballina, un posto grazioso con case particolari.
Il primo impatto con l’Australia è stato fantastico, soprattutto grazie alla mia host family per avermi portato a vedere bellissimi posti ogni giorno: come la zona Gold Coast dove ho potuto vedere lo skypoint, come O’railly’s, in mezzo alle montagne, dove ho visto molti animali tra cui ho avuto l’opportunità di tenere un serpente in braccio, come Brisbane una città di cui mi sono innamorata o come Byron Bay, il mio luogo preferito.
Non appena ho varcato la soglia dell’aeroporto spagnolo, tutti i dubbi hanno fatto spazio alle speranze: ho trovato la mia Host-family con cartelloni di benvenuto e una torta di compleanno, fatta dalla mia piccola Host-sister.
Hello, my name is Liza Girhiny and I am from Hungary.
This summer I was visiting the Emilia Lions camp.
I can't even write down how amazing it was but I will give it a try!
I spent my first ten days with an Italian family. I had the best host family ever! I had a brother and I just loved my Mom.
Anche quest'anno ho preso parte agli scambi giovanili iniziando così la mia terza esperienza con i Lions.
Destinazione Spagna e più precisamente Benidorm, dove ad attendermi c'era uno dei miei host dad, Alain.
Con lui ed il suo compagno Miguel, ho passato una delle migliori settimane della mia vita, eravamo sempre in giro visitando la città ma anche posti fuori da essa. Di sera Alain lavorava come cantante in un cabaret a Benidorm ed assieme ad altri due inglesi, facevano un tributo ai Bee Gees, un gruppo di musica disco degli anni '70.
Ogni sera ero a vedere il loro show e pur non conoscendo le canzoni, ho apprezzato l'atmosfera che si creava all'interno del locale.
Quando si passano ore e ore su interminabili voli per arrivare dall’altra parte del mondo si hanno necessariamente delle preoccupazioni: chi mi verrà a prendere mi piacerà? Chissà come sarà la mia famiglia...
Purtroppo, spesso ci si dimentica della reciprocità, tutti noi speriamo che le famiglie ci piacciano, ma quasi mai si pensa al contrario; intendo dire che non sempre ci si chiede: gli piacerò? Chissà se sarò abbastanza simpatica per loro, chissà se sarò in grado di “arrivare” o meglio di lasciare un pezzo di me come ricordo, il suono della mia risata...
Chissà se capiranno davvero come sono.
Si tratta di essere sé stessi anche quando si attraversano oceani e continenti e la cosa più bella è riuscire a dimostrarlo.
La mia esperienza in Nuova Zelanda è stata indimenticabile, sia per le persone che ho avuto modo di incontrare, sia per i posti mozzafiato che ho visitato.
La mia esperienza is South Dakota è iniziata l’8 luglio.
Sono partito dall’aeroporto di Milano (Malpensa) con il mio compagno di viaggio Paride. Dopo un lungo viaggio siamo arrivati a Sioux Fallse subito accolti dalle nostre rispettive famiglie. Questa è stata la mia prima esperienza con il Lions Club.
In famiglia
Sono stato tre settimane negli USA, la prima e l’ultima le ho trascorse nella famiglia mentre la seconda al campo.
Quest’anno la mia scuola mi ha offerto la possibilità di partecipare a un bando per vincere una borsa di studio offerta dal Lions Club. Elaborando un breve saggio in inglese, sono riuscita a vincere un viaggio in Belgio di tre settimane, trascorrendo la prima in una host family e le rimanenti in un camp internazionale. Ovviamente, ero entusiasta e lo sono stata ancora di più quando sono partita dall’aeroporto di Bologna il 7 luglio 2018.
La prima settimana è stata bellissima, rilassante ed intensa allo stesso tempo.
Prima di ogni altra cosa, vorrei ringraziare infinitamente l’associazione Lions Club per l’incredibile ed emozionante opportunità che mi è stata offerta, per la quale sarò sempre grato e che non dimenticherò facilmente. In secondo luogo, sento il dovere di ringraziare ancora una volta tutte le famiglie che mi hanno ospitato durante il mio soggiorno e le persone che ho incontrato e conosciuto durante questa esperienza, le quali mi hanno fatto sentire a mio agio durante tutta la permanenza.
Il mio viaggio è iniziato il 2 luglio 2018 con la partenza dall’aeroporto di Milano Malpensa verso Chişinău, capitale della Moldavia.
La scelta del paese da visitare è stata per certi versi obbligata, anche se, a seguito dell’esperienza svolta, non rimpiango assolutamente la decisione di partire e non avrei scambiato la Moldavia con nessun’altra destinazione che magari inizialmente può sembrare più gettonata.
I miss Italy already!
This was one of the best experiences of my life, I loved every minute of this Camp.
My host families were all very nice, and made me feel like I was part of the family.
I especially liked Matera and Capri.
Partiamo dal dire che questa esperienza non si potrà mai riassumere in queste poche righe.
Il mio viaggio inizia il 29 giugno da Bologna, dopo 24 ore su 4 diversi voli arrivo a Canberra la capitale dell’Australia.
Ad attendermi c’è David che mi ospiterà per due settimane in un piccolo paesino, Binalong.
In questo mio viaggio mi accompagnerà un ragazzo statunitense Jim con cui ho fatto da subito grande amicizia.
Binalong è un paesino di 250 abitanti con un caffè, un albergo e pochi altri negozi, non è sicuramente la classica città che si andrebbe a visitare in Australia, ma è questo lo spirito con cui si fa questo viaggio, scoprire la “vera” vita di un australiano.
Travelling with the Lions really is the best way to spend your summer holidays.
The Camp Emilia was my second Lions camp and one of the best weeks of my life.
Already before arriving in Italy I knew that it would be awesome. I mean, how couldn’t it be? Staying in a castle together with people from 21 different countries in the country with the world’s best food?
Da dove iniziare?
Una delle cose che sicuramente mi è rimasta più inpressa è stato il confronto tra culture e lingue, in particolare le differenze riscontrate anche nelle più piccole cose, scoprire che non tutte le lingue hanno un corrispondente per 'buon appetito' e scoprire come appariamo noi italiani all'esterno.
I primi giorni mi sono trovata un po' spaesata, ma poi ho capito che tutti i ragazzi erano proprio nella mia stessa posizione e che l'occasione che avevo: di vivere per 10 giorni in un castello con ragazzi da tutto il mondo, era irripetibile in quanto, certo mai dire mai, però non ci saremmo mai rincontrati tutti quanti insieme molto probabilmente.
La timidezza non valeva la ricchezza dell'esperienza.
Ciao sono Irene Fava, ho 17 anni e quest'estate, nel mese di luglio, ho avuto la possibilità di partecipare allo youth exchange in Australia.
Sono stata per 4 settimane nello stato del Queensland.
Per le prime tre settimane ho vissuto con tre differenti famiglie: sono restata con la prima per 5 giorni nella piccola cittadina di Nanango; con la seconda sono restata 10 giorni a Bridie Island (poco distante da Brisbane); infine sono stata altri 5 giorni con la terza famiglia nella città di Brisbane.
Sono state le prime parole che, la simpatica e sorridente signora di mezza età che di li a poco sarebbe diventata la mia host mother, ha pronunciato riconoscendomi all’uscita dell’aeroporto di Sydney.
Dopo quasi un giorno intero di volo infatti, ero arrivato nella città che fin da quando ero bambino sognavo di vedere.
La stanchezza dovuta a quel viaggio a dir poco infinito però, non mi ha impedito di godermi al massimo la visita di quel luogo così vivace e rumoroso e delle sue uniche bellezze.
Da Sydney quindi, insieme a Sue (la mamma), Maxime ed Abby (il ragazzobelga e la ragazza americana con cui avrei dovuto condividere buona parte del tempo in famiglia), siamo partiti alla volta di Forster, il paesino costiero a 4 ore di macchina dove avremmo abitato per tre settimane.
Ad ormai dieci giorni dal ritorno a casa, gli indelebili ricordi dell’esperienza appena trascorsa riaffiorano inesorabilmente.
L’ansia, l’emozione, la curiosità travolgenti in aeroporto, i quali, con lo scorrere dei minuti aumentavano la loro intensità, fino all’arrivo a Sydney.
L’impatto con l’Australia per me è stato un ossimoro: così violento e al contempo così felice, quasi mi proiettava in una dimensione di cui non conoscevo l’esistenza, inserendomi in una bolla di incredulità, incapacità realizzativa.
I due giorni trascorsi a Sydney, capitale ideale dell’Australia, anche se, capitale non è, mi hanno inserito in un contesto culturalmente differente.
Ricordo come se fosse ieri il momento in cui sono arrivato all’aeroporto di Roma accompagnato dai miei genitori, in un misto di agitazione e frenesia.
Era la prima volta che salivo su un aereo, immaginiamoci per un viaggio che sarebbe durato più di 20 ore, la prima volta che avevo a che fare con check-in, terminal, gate, scali.
In un battito di ciglia, quasi senza che me ne accorgessi, mi sono ritrovato nel sedile 45A pronto per una nuova avventura.
Avevo scambiato qualche mail nei giorni che avevano preceduto la mia partenza con Peter e Glenys, i miei host parents e fin da subito avevo capito che sarei stato ospitato da due splendide persone.
Il viaggio ha avuto inizio sabato mattina con il volo Genova-Francoforte e in seguito Francoforte-Zagabria dove prontamente un membro del LEO club Divna Simatovic mi ha accolto nonostante il ritardo e guidato al primo bus per Rijeka dove verso le 22:30 dietro ad un cartello con su il mio nome scritto tra fiori e cuori ho trovato due primi componenti della mia famiglia ospitante Eda di 24 anni e la madre Mira Macovek.
Durante il viaggio non mi e’ mancato l’appoggio virtuale da parte di Barbara Milcic.