Quest’anno, al mio terzo scambio Lions, ho deciso di visitare un vero e proprio mosaico di tesori nascosti: l’Indonesia. Inizia così una delle avventure più incredibili della mia vita. Atterrata all’aeroporto di Giacarta sono stata subito calorosamente accolta dai membri del Lions club locale e da quella che sarebbe stata la mia prima famiglia ospitante per ben cinque giorni. La prima tappa di questo scambio giovanile è stata per l’appunto Giacarta, la capitale. A mio modesto parere questa città rappresenta una delle mete fondamentali dell’isola di Giava. È infatti ai piedi dei suoi grattacieli modernissimi, lungo i viali trafficati notte e giorno, tra il fitto reticolo di canali che l’attraversa, che è possibile cogliere l’anima autentica del paese, le sue speranze e le sue ossessioni. Tra le molte esperienze fatte in questa città credo che una delle più memorabili sia stata la Fiera nazionale di Giacarta. Una semplice visita turistica iniziata per gustare specialità culinarie e vedere prodotti locali, è terminata con l’incredibile richiesta da parte del sindaco della città, dopo aver saputo dell’arrivo di una ragazza partecipante agli scambi Lions, di fare una foto con me e la mia famiglia con annessa intervista da parte dei giornalisti locali.
In queste fredde giornate invernali, tra un libro e l’altro, non posso fare a meno di ripensare alla scorsa estate. I ricordi del viaggio in Indonesia sono ancora vividi nella mia memoria, e lo saranno per sempre. Mi chiamo Sofia Galli, ho 18 anni, e come meta del mio terzo, e purtroppo ultimo, scambio Lions ho scelto l’Indonesia, e con la mia solita fortuna i miei desideri sono stati avverati. Infatti dopo un viaggio europeo, in Germania, e uno in America, a Boston, speravo di spingermi ad Est alla ricerca di un’esperienza culturale più forte. Sono stata accettata al Beautiful Camp and Exchange Bali 2018, Multiple District 307, il quale proponeva un programma molto particolare: avrei cambiato tre host families, in tre città diverse; il campus, invece, sarebbe durato una settimana in un paradisiaco resort a Bali.
È passato ormai più di un mese dal giorno in cui ho preso quell’aereo per volare dall’altra parte del mondo, più precisamente in Indonesia.
Ma solo a ripensarci posso ancora sentire quel brivido di gioia ed eccitazione, misto ad un po’ di paura, che mi ha preso quando, dal finestrino dell’aereo, ho iniziato a vedere parte di quel paese meraviglioso che mi avrebbe ospitato per le tre settimane successive.
Jakarta, la grande capitale, era la prima tappa del programma.
La famiglia ospitante è stata fin dal primo istante affettuosa e felice di condividere ogni aspetto della straordinaria e variopinta cultura “giavanese”.
In quei quattro giorni ho assaggiato moltissimi piatti tipici, frutti esotici e snack, talmente tanti che ora mi riuscirebbe difficile ricordarmi tutti i loro nomi, ma posso giurare che mai avevo provato sapori così diversi l’uno dall’altro, dal più piccante al più dolce, a volte anche insieme. Essendo la città veramente molto trafficata, non abbiamo forse avuto la possibilità di visitare tantissimi posti, ma comunque ogni giorno è stato pieno e mi sono goduta ogni istante.
Il 19 luglio mi sono ritrovata catapultata insieme ad altri 4 italiani ed una francese nell’aeroporto di Jakarta in Indonesia con una valigia enorme ed un carico di adrenalina non indifferente.
È stata la prima volta che mi sono spinta così lontana da casa e l’ho fatto senza pensarci più di tanto.
Già all’aeroporto di Jakarta si comincia a percepire quello che è il “mood” indonesiano.
Mi ha infatti colpito il forte odore di spezie (che hanno tormentato il mio povero stomaco per tutto il viaggio) e gli abitanti del posto che ancora prima di incontrare le nostre famiglie ci chiedevano foto e ci gridavano “CANTIK” che significa “bellissima”.