Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

Il 13 Luglio 2019 sono partita, cuore in gola ed emozioni a mille, per il Messico, per uno scambio di tre settimane.
Moltissime domande mi frullavano per la testa, ed ero veramente emozionata, essendo anche la mia prima esperienza di scambi. Eppure non appena sono arrivata la famiglia è davvero riuscita a farmi sentire a casa.
L’accoglienza messicana è spettacolare: sono gentili, disponibili, affettuosi, ospitali, aperti.  Ho vissuto in Città del Messico nord la prima settimana e sud l’ultima settimana. Abbiamo visto molte cose già nei primi giorni: i vulcani, Reforma, Chapultepec, le piramidi di Teotihuacan e altro. Ma quello che più ho apprezzato è stata la vita normale dei messicani: i mercati, la cucina, i giri in macchina e a piedi e in bus per la città, incontrare amici. Con la seconda famiglia ho fatto una vita ancor meno turistica: ho visto il centro universitario, abbiamo passato il pomeriggio in un parco, ho conosciuto la famiglia, abbiamo condiviso il tempo da “hermanas”.

Non tutti parlavano un buon inglese ma nonostante questo si riusciva a capirsi. Soprattutto ho potuto imparare lo spagnolo abbastanza in fretta, tanto che dopo tre settimane lo capisco bene e lo parlo un po’…
Il campo è stato molto particolare: eravamo solo otto ragazzi e le visite erano principalmente musei e siti archeologici. La cultura Azteca e post medioevale del Messico è impressionante: la grandiosità e la spiritualità delle piramidi e dei templi sono suggestive, la storia di Zapata emozionante, le città belle, vive, vere. Anche a livello paesaggistico e naturalistico il Messico è bello: anche solo andare in giro in macchina era suggestivo. Con i ragazzi del campo, essendo così pochi, il rapporto era particolare: ci siamo conosciuti davvero bene tra tutti, c’erano una complicità e una confidenza che sinceramente io non ho mai raggiunto in così poco tempo; ci siamo lasciati con promesse di rivederci, e case aperte a chiunque.
Parlerò ora più concretamente: parto dal cibo. Ottimo, tutto, il piccante se non piace si riesce tranquillamente a evitarlo, ma io consiglio a chiunque di lasciarsi trasportare dal chili perché è parte della vita messicana: il Messico senza piccante è come l’Italia senza pasta. Unico problema, riscontrato non solo da me, è stata la dieta così diversa rispetto alla nostra: un po’ più grassa e pesante, ha causato mal di pancia ad alcuni. Un consiglio per chi dovesse intraprendere questa esperienza è: gustate tutto ciò che potete perchè i sapori sono davvero particolari e meritevoli, ma non esagerate, almeno i primi giorni.
Io son andata che era stagione delle piogge e non c’è stato un giorno che non abbia fatto un diluvio imponente: era spettacolare la quantità di acqua che scendeva dal cielo, difatti per questo è un paese molto rigoglioso e verde.
Generalmente verso quell’ora, tardo pomeriggio o sera, si sta in casa ma può capitare di non essere al chiuso, in questi casi tenetevi pronti a bagnarvi in qualsiasi caso.
Un ultimo consiglio: mente aperta. Ho vissuto un sacco di situazioni, scenari, proposte che per noi potrebbero risultare assurde, ma il Messico è un po’ assurdo come paese, e io lo amo per questo.
L’ultima settimana delle tre l’Italia mi mancava, lo ammetto: la normalità della mia giornata, il cibo, famiglia, amici… ma ora, gli orari messicani, il cibo piccante, buono, “sabroso”, le mie famiglie, i miei fratelli, gli amici veri che mi sono fatta mi mancano anche più di quanto mi aspettassi.
Voglio solo ringraziare i Lions per la possibilità che danno a noi  ragazzi di fare queste esperienze: oltre ai ricordi bellissimi che mi porterò dietro a vita, mi sento personalmente cresciuta dopo questa esperienza.
Quello che  ho imparato davvero durante questo viaggio è il “compartir”, il condividere, che ho capito essere la chiave dell’amicizia.