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ITALIA: what else?

Sono partito il 12 giugno, il giorno dopo la mia maturità, non ho avuto neanche il tempo di realizzare che la scuola era finita che ero già in treno con le valigie. 

La destinazione? Camp Roger Dilon, in Francia.

La prima settimana l’ho passata in una fantastica famiglia a 10 minuti da Vichy.
Era una famiglia solare, molto disponibile e gentile con un fantastico vicinato.
Le giornate tipo si svolgevano nel seguente modo: la mattina si stava a casa, ognuno facendo le proprie cose, a mezzogiorno arrivava Stéphanie, la madre della famiglia, che si occupava del pranzo. Terminato il pranzo, nel pomeriggio, sempre la signora portava me e il figlio Ilian a Vichy dove lei lavorava mentre noi passavamo il resto della giornata con gli altri ragazzi, sia quelli del campo che quelli ospitanti. Per quanto riguarda la cena invece capitava spesso che ci si trovasse con i vicini, tra l’altro uno di questi era affascinato dalla cultura italiana ed è stato estremamente piacevole trascorrere il tempo con lui.
Giacomo DilonTerminata la prima settimana ci siamo ritrovati tutti noi ragazzi del campo: io, Alexia (rumena), Anna (americana), Emiliano (messicano), Faye-Linn (olandese), Giulia (brasiliana), Itzel(messicana), Luna (Danese), Miroslav(olandese), Monica (italiana) e Noelia(spagnola), insieme ai fantastici animator francesi: Marius, Raphael, Elsa e Antonin, questi ci hanno accompagnati a Digoin dove abbiamo trascorso 4 giorni in campeggio. Sono stati dei giorni molto intensi in cui da gruppo siamo diventati famiglia, condividere tutti gli spazi ci ha portato a conoscerci nel profondo nonostante il tempo limitato. Tornati a Vichy, per trascorrere nel Centre International de Séjour de Vichy la settimana e mezza che ci mancava, eravamo già inseparabili.
Le giornate trascorrevano piene di attività fantastiche ma il momento migliore era quando la sera, nonostante fossimo esausti, ci stendevamo nel campo da calcio sopra le coperte e sotto le stelle a parlare e giocare.
Prima di partire per questa esperienza tutti dicevano che sarei tornato diverso, io ero diffidente.
Come potevano tre settimane cambiare qualcosa che diciannove anni avevano formato?
Bé, avevano ragione loro.
È cambiato il modo in cui penso, come mi pongo rispetto ai problemi ed è particolarmente cambiata la fiducia che ripongo in me stesso e negli altri.
Partito da solo per un paese sconosciuto sono tornato con 14 frammenti di altre fantastiche persone che mi accompagneranno per tutta la vita.

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