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ITALIA: what else?

Quando mi è stata comunicata la mia destinazione ero molto entusiasta di partire, solo poco dopo mi sono resa conto di non avere la minima idea di dove si trovasse la Macedonia del Nord.
Da quel momento sono cominciate le mie ricerche riguardo questa nazione e più mi informavo più cresceva la mia curiosità e la mia impazienza di partire. Sono stata in Macedonia per tre settimane, dal 23 giugno al 14 luglio. Per arrivarci ho dovuto prendere due voli aerei e, dato che si trattava del mio primo viaggio da sola e che non avevo mai fatto uno scalo in vita mia, ero molto agitata. In realtà il tutto si è svolto in maniera molto semplice, anche grazie alla compagnia di due ragazze italiane che avrei poi rivisto durante le due settimane di campo.

Una volta atterrata sono stata immediatamente accolta dalla mia host family che mi avrebbe ospitata per la prima settimana a Skopje, la capitale della Macedonia. Non ho fatto nemmeno in tempo a svuotare la valigia che siamo subito andati ad una festa in piscina. Mi hanno trattata come se fossi stata figlia loro, ho visitato numerose parti della città e ho assaggiato moltissimi piatti tipici che, ad essere sincera, non mi aspettavo fossero così buoni (soprattutto un dolce tipico a base di noci che chiamano “Orasnice”). Durante questa settimana ho legato specialmente con la mia host sister, che aveva solo un anno in meno di me. Mi ha presentato le sue amiche e mi sono integrata immediatamente. Grazie a loro ho scoperto numerose differenze culturali tra Macedonia e Italia, ma allo stesso tempo mi sono resa conto di quanto avessimo in comune. Inoltre ho appreso numerose tradizioni locali, tra cui una danza tipica che abbiamo ballato assieme ad un concerto nel parco pubblico della città. Tra le numerose visite culturali, ho avuto anche la possibilità di andare al cinema, al parco acquatico e a dei ristoranti con musica tipica del posto che loro chiamano “Kafana”. Senza neanche accorgermene la prima settimana era volata e al momento di salutare la mia host family, ci siamo scambiati molti abbracci insieme a pianti e promesse di rivedersi presto.
È iniziata così la mia prima settimana di campo a Krusevo insieme ad altri sette ragazzi. All’inizio pensavo che essere in tanti sarebbe stato più divertente, tuttavia ho scoperto come invece essere in pochi ti permetta di stringere un legame profondo con tutti. Quattro di noi erano italiani e per questo motivo ci siamo divertiti ad insegnare agli altri i vari gesti tipici del nostro linguaggio. Durante questa settimana abbiamo svolto numerose attività tra cui una visita ad un centro per bambini disabili, una caccia al tesoro, visite a monumenti e musei, e un volo in deltaplano per chi volesse provare. Alla fine abbiamo tutti avuto la possibilità di farlo e ci siamo trovati tutti d’accordo nel ricordare quest’esperienza come la migliore della nostra vita. L’ostello dove alloggiavamo aveva inoltre una sala comune dove ci riunivamo spesso per passare il nostro tempo libero. Le volte in cui è capitato abbiamo organizzato una serata cinema, passato il pomeriggio al lago e visto l’alba da una terrazza panoramica in cima a una montagna. Spesso ci divertivamo anche ad ascoltare la musica tipica del paese di provenienza di ognuno di noi e rendere così le camminate in montagna meno pesanti e faticose. 
Una volta terminata questa settimana ci siamo spostati con un van a Ohrid, una città sul lago. Quando siamo arrivati in hotel la reception ci ha informato che non vi era nessuna prenotazione per noi. Abbiamo così chiamato i responsabili del progetto che ci hanno successivamente comunicato che ci avevano indicato l’hotel sbagliato. Nonostante questo inconveniente iniziale ci siamo trovati subito bene nel nuovo hotel con piscina, dove siamo stati per la maggior parte del nostro tempo libero. Fortunatamente ci trovavamo a pochi metri dal lago di Ohrid che era talmente immenso da sembrare un mare. Tra le varie attività abbiamo visitato il centro città e le sue numerose chiese, fatto un’escursione in barca, noleggiato un pedalò e visitato un'altra città vicina, Struga. All’inizio della settimana i responsabili che ci avevano affidato sono stati quasi del tutto assenti, ma dopo aver comunicato il problema la situazione si è risolta nel migliore dei modi.
Se dovessi descrivere questo viaggio in poche parole direi che è stata l’esperienza più bella della mia vita. Non si tratta solo dei posti meravigliosi che ho visitato o delle cose che ho imparato, ma anche e soprattutto delle persone che ho conosciuto. Inizialmente pensavo di incontrare un gruppo di amici, ma non esagero col dire di aver invece trovato una famiglia.