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ITALIA: what else?

Vi immaginate mai come deve essere fare il giro del mondo?
Come si deve essere sentito Magellano, quando quasi alla fine del suo viaggio è morto nelle Filippine?
All’altro capo del globo si cammina a testa in giù?
Domande che possono sembrare sciocche, eppure erano le uniche che si affacciavano alla mia mente nei mesi precedenti al mio viaggio, oltre alla comprensibile paura di perdersi negli aeroporti, addirittura, di perdere l’aereo. Ho 17 anni e non avrei mai pensato che un’opportunità del genere potesse presentarsi.Sono partita a metà dicembre per una di quelle che considero come le esperienze migliori della mia breve vita.
Per la prima volta ho viaggiato da sola, ho imparato cosa vuol dire dover contare solo su se stessi e non avere un adulto che ti guida nelle decisioni e ti riporta nella giusta direzione se ci si perde.

Lo scorso 20 dicembre sono partita alla volta della Nuova Zelanda, piena di emozione ma anche un po' di timore.
È infatti stato il mio primo viaggio fuori dall' Europa e il mio primo viaggio da sola e per così tanto tempo lontano da casa.
Ci sono infatti voluti 3 voli e circa 25 ore di aereo per arrivare a destinazione.
Durante il mio primo volo da Roma a Dubai ero in compagnia di un altro ragazzo italiano, Francesco, e a Dubai abbiamo incontrato Matteo ed Elena, con cui abbiamo trascorso il secondo e lunghissimo volo fino ad Auckland. Questo di sicuro è stato un aspetto positivo, ossia aver trascorso l' infinito viaggio in compagnia degli altri ragazzi italiani.
Tuttavia arrivati ad Auckland le nostre strade si sono separate: io ho preso un volo per New Plymouth con Matteo mentre Francesco ed Elena avevano un volo diverso per Palmerston North. Entrambe le città, anche se lontane, sono nell'isola del Nord della Nuova Zelanda, che è quella in cui abbiamo trascorso circa un mese.

Il 20 Dicembre 2019 sono partito per la Nuova Zelanda, il paese dei Kiwi e di paesaggi unici al mondo.
L’Oceania era l’unico continente che ancora non avevo visitato (sempre grazie agli scambi giovanili Lions ho avuto la possibilità di andare in Brasile e in Giappone).
Partendo da Milano ho fatto scalo a Dubai, dove ho incontrato gli altri tre ragazzi italiani, Elena, Francesco e Marta, con i quali ho preso il secondo volo per Auckland, che ha fatto scalo a Bali, in Indonesia. Il volo in totale è durato quasi 30 ore, è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto, ed è stato abbastanza stancante.
Una volta arrivati all’aeroporto di Auckland io e Marta abbiamo preso un ultimo piccolo aereo che ci avrebbe portato dalla nostra prima famiglia ospite, gli Shoemark, Leah e Malvern.
Mi hanno accolto per una settimana, ho passato il Natale insieme alla loro grande famiglia (avevano 3 figli per un totale di 8 nipoti).

Tutto è iniziato il 4 luglio, Roma Fiumicino direzione Christchurch. Primo volo intercontinentale, da solo. Dopo circa 24 ore di volo estenuante, arrivo a Christchurch con una fortissima emicrania. In una terra così lontana da casa, trovo un po’ di Italia nel mio compagno Davide, con cui passerò le prime due settimane. Il nostro host-father poi ci accompagna in auto nella sua casa ad Ashburton, precisamente Lake Hood, un piccolo quartiere costruito vicino un lago artificiale. Appena arrivati a casa conosco la mia host-mother, la mia host-sister (che abbiamo visto solo pochi giorni) e i miei host-brother, uno di 18 anni e il piccolino di 12 anni. I primi giorni la famiglia porta me e Davide in giro, e soprattutto nelle cittàdi Dunedin e Oamaru.
Nei lunghi tragitti in auto, tra un riposino e l’altro resto incollato al finestrino per ammirare quegli splendidi paesaggi che la NZ mi stava regalando.

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