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ITALIA: what else?

L’11 luglio, con il cuore a mille e gli occhi lucidi, lascio la mia famiglia in aeroporto per iniziare questa nuova tanto attesa esperienza, con ancora le idee confuse di quello che mi dovrei aspettare. Una famiglia accogliente, una cultura diversa e un nuovo magnifico paese da esplorare - nonostante non fosse tra le preferenze espresse al momento dell’iscrizione, tanti ragazzi di diverse nazionalità volenterosi di vivere questo scambio culturale all’insegna del divertimento: questi erano i pronostici che sentivo dire e ridire dai miei genitori, dai Lions, dai ragazzi che avevano già fatto dei campi Lions e di cui mi ero convinta. Sì, sarebbe stata un’esperienza fantastica. L’11 luglio, partendo verso un’avventura così lontana dalla realtà quotidiana, alle aspettative si erano affiancate le paure, ma qualcosa dentro di me non vedeva l’ora di andare e conoscere. Tornata a casa da qualche giorno non riesco a smettere di pensare agli incontri, alle scoperte, alle emozioni, ai momenti vissuti in questi indescrivibili e indimenticabili 20 giorni. Senza parole.

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La prima settimana in famiglia: incredibilmente magica. Da subito l’host mum si è rivelata disponibile a rispondere a qualsiasi bisogno e volenterosa a farci visitare nuovi posti. “ci” perché non ero sola e questo ha reso quest’esperienza ancora più vera, intensa, divertente e sorprendente. Vilma, una ragazza svedese, mia coetanea, è stata come una sorella in tutto il campo: lo scoprirsi a vicenda condividendo sorrisi, risate, lunghe chiacchierate, nuove avventure e anche un po’ di nostalgia è stata una parte inattesa dai pronostici iniziali ma assolutamente insostituibile!
Dopo una settimana era arrivato il momento di lasciare l’host family. Ci eravamo affezionate e non è mai facile salutare e dirsi “A presto”, pur sapendo che faremo il possibile per vederci di nuovo
Il camp stava per avere inizio con una miriade di ragazzi con una gran voglia di mettersi in gioco e divertirsi: tutto questo mi esaltava un sacco, nonostante il timore di non essere all’altezza di ciò che avremmo vissuto a breve.

Gaia2Dopo i primi giorni di attività di team building per conoscersi meglio la paura iniziale era scomparsa. Ognuno si è rivelato desideroso di stringere nuove amicizie e divertirsi insieme. Non sono riuscita a conoscere bene tutti come magari avrei voluto perché eravamo in 30 ragazzi di 19 nazionalità diverse, ma mi porto a casa un ricordo stupendo di ognuno di loro.
I giorni passati in camp sono stati intensi, pieni di attività, escursioni, gite: abbiamo visitato l’intera Istria e fatto di tutto, dalla zip-line alle grotte con stalattiti e stalagmiti, fino all’attività umanitaria di dipingere il recinto di una scuola di Porec. Per questo devo ringraziare i Lions e i Leo che hanno permesso tutto ciò!

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Il 30 luglio in aeroporto il cuore era non a mille, ma a duemila per l’esperienza vissuta, gli occhi non lucidi, ma pieni di lacrime per salutare ragazzi con cui ho vissuto così poco tempo ma ho condiviso tanto, tantissimo. A ripensarci sembra impossibile legare così tanto in appena 10 giorni, ma la riprova è la realtà dei fatti.
Per concludere: un’esperienza di incontri, di apertura ad altre culture, di crescita e soprattutto di vita, che porterò sempre nel cuore!
P.S. Hvala svima significa grazie a tutti!

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