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ITALIA: what else?

Dopo giorni di preparativi e mesi di attesa eccomi in aeroporto. 
Non sono sola, ma sento che questo è il mio momento. Faccio il check-in, supero i controlli, un ultimo sguardo a chi mi ha accompagnata, prendo il bagaglio a mano e davanti a me solo l’immaginazione di questi mesi.
Non sono mai stata in aeroporto da sola e non ho mai viaggiato da sola.
Sono così agitata che non ho fatto altro che andare avanti e indietro; ad un certo punto non sapevo più dove fosse il mio bagaglio, ho fatto mente locale e l’ho trovato in bagno.
Non dimenticherò mai l’ansia che ho provato.
Al gate incontro altre due ragazze, anche loro in partenza per l’Austria; scopro che con Caterina avrei condiviso tutte le esperienze che ci aspettavano.
Ormai è ora sì decolla.

All’arrivo a Vienna trovo ad aspettarmi Ursula, la mia host mum, con il mio nome tra le mani; mi ha portata a visitare Vienna insieme a Caterina che soltanto per questa volta è venuta con noi.
Abbiamo pranzato in un ristorante e ho assaggiato un piatto tipico, si trattava di pollo panato con le patate cucinato in un modo speciale; mi è piaciuto tantissimo!
La famiglia che mi ha ospitato è composta da Ursula, Franz e il figlio, che è stato in casa soltanto per 3 giorni, è stato molto divertente perché parlava un po’ di italiano e quindi mi dava il buongiorno in italiano con il suo accento che mi faceva ridere.
Con Ursula e Franz ho creato un legame molto forte, mi sono sentita subito accolta da loro, mi hanno riservata la stanza del figlio, fatto trovare un armadio vuoto dove poter mettere le mie cose e tutto ciò di cui avevo bisogno.
Erano così gentili e premurosi nei miei confronti che mi sono sentita come se facessi parte da sempre della famiglia, ed è stato per me molto bello.
Durante il viaggio in aereo è affiorata in me la paura di trovarmi insieme a delle persone che non conoscevo: “e se mi avessero ordinato cosa dovevo fare? E se mi avessero portato a visitare la città senza interessarsi a me? Come mi sarei sentita, cosa avrei fatto?”
Per fortuna non è andata così.
Ursula e il marito lavoravano tutte le mattine e prima di andare al lavoro mi accompagnavano da altre famiglie con cui passavo la mattinata: ho conosciuto altri ragazzi che nelle settimane successive hanno frequentato anche altri campi, è stato un peccato non continuare il campo con loro! Durante il primo week end con Ursula e Franz abbiamo visitato la città, siamo stati anche a Salisburgo con un traghetto che ha attraversato il fiume. Il traghetto ad un certo punto è uscito dall’acqua e sono uscite fuori le ruote e abbiamo girato la città a bordo di questo mezzo divertentissimo e curioso, tutti ci guardavano e ridevano!
Con la famiglia e i ragazzi ho fatto altre esperienze molto piacevoli: un giorno abbiamo indossato i vestiti tipici del luogo e siamo andati presso un lago, abbiamo giocato, mangiato e ballato. Un altro giorno sono stata al museo di Mozart e dopo ho partecipato ad una festa in piscina.
Ho passato molto tempo anche con Caterina e la sua host mum, Gaby, ed ho stretto con lei un buon rapporto, siamo andate a mangiare un gelato enorme e siamo state in tandem.
L’ultimo giorno siamo stati in piscina fino a tardi per salutarci dopo aver condiviso bellissimi momenti insieme, siamo andati a mangiare una pizza: pizza con l’ananas! L’ultimo giorno che ho trascorso con la famiglia ero un po’ triste all’idea di lasciarli ma emozionata per l’arrivo al Campo. Mi hanno fatto dei regali che ho ricevuto con gran piacere.
Al Campo ho ritrovato alcuni ragazzi che avevo conosciuto durante la settimana precedente: Caterina, Carmen, David. E ne ho conosciuti di nuovi!
Durante l’accoglienza ci hanno detto le regole del Campo e ci hanno assegnate le stanze: erano tutte al quarto piano ma ci hanno divisi, non mettendo insieme chi già si conosceva, lì per lì mi sono preoccupata di non conoscere la mia compagna di stanza, ma subito abbiamo fatto amicizia.
Il Campo si chiamava “SOUND OF MUSIC”: ogni giorno cantavamo, suonavamo e ballavamo. Tutti i ragazzi avevano già avute esperienze di musica, io non sapevo fare niente di tutto questo, e mi sono chiesta cosa ci facessi lì in mezzo a loro, piano piano però ho trovato il mio posto: cantavo con loro ed ho anche imparato qualche accordo per suonare la chitarra quindi è stato divertente e le settimane sono passate velocemente, e non sarei voluta tornare!
Angelika1Anche al Campo ho fatto bellissime esperienze: siamo andati in giro per Graz con un pullman, che Gaby ci ha messo a disposizione, abbiamo preso lezioni di danza in una scuola, abbiamo partecipato ad una festa in piazza ballando tutto il tempo, siamo andati a Vienna dove ci hanno lasciato del tempo libero, io e altre ragazze ne abbiamo approfittato per fare un po’ di shopping. Abbiamo preso anche un caffè spendendo ben 7euro… e non era nemmeno buono!
Durante le settimane ci siamo preparati per due concerti, uno nel primo week end e il secondo alla fine del Campo, quindi molti giorni siamo restati al Campo, inoltre il tempo non è stato sempre bello!
Un giorno che pioveva a dirotto siamo usciti tutti fuori e abbiamo cantato sotto la pioggia: è stato molto divertente!
Il giorno del mio compleanno mi hanno fatta un sorpresa a colazione cantandomi “tanti auguri” in italiano, solo dopo ho saputo che Gaby ha organizzata questa sorpresa, mi ha poi dato un biglietto nel quale ha scritto di tornare a trovarla quando avrei voluto. Ad ottobre verrà a Roma, spero di poterla rivedere.
Per due sere abbiamo fatto il falò nel parco del Campo, l’ultima sera siamo arrivati svegli fino alla mattina dopo che era la mattina della partenza. Gli ultimi giorni abbiamo scritto le lettere: ognuno di noi se voleva poteva scrivere un pensiero da lasciare nella lettera di un compagno, li avremmo letti nel viaggio di ritorno. E’ stato un momento difficile, durante le due settimane ci dicevamo sempre di non pensare all’ultimo girono perché ci rattristava, adesso eravamo arrivati all’ultimo giorno e dovevamo pensarci. Io ho scelto di scrivere alle persone con cui ho legato di più.
Il mio volo è stato rimandato ed insieme a Caterina e ad un altro ragazzo abbiamo dormito in un a casa a Vienna in attesa del volo del giorno seguente, quindi ho letto i pensieri lasciati dai miei compagni per me, non in viaggio come ci era stato chiesto, perché non ho resistito. E’ stato molto emozionante e commovente.
E’ stata una esperienza emotivamente molto forte per me, in alcuni momenti ho anche pensato di rinunciare e non partire, ma per fortuna non è andata così. Sono stata bene, mi sono sentita parte di qualcosa di importante, ho conosciuto persone di diversi paesi che ho sentito molto vicine a me e che ricorderò sempre con molto affetto e un po’ di nostalgia per quello che abbiamo vissuto insieme.
Dopo questa esperienza ho imparato l’importanza dello stare con gli altri anche in situazioni nuove e sconosciute, ho acquistato un po’ più di sicurezza in me stessa poiché pensavo di non farcela.