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ITALIA: what else?

Sono da poco tornata da 3 settimane in Messico e mi trovo a dover condensare tutte le emozioni e i momenti vissuti in poche righe: missione impossibile!
Sono partita l'8 luglio con i miei due compagni di viaggio Nicolò e Francesca e sono atterrata a Città del Messico dopo più di 13 lunghissime ore di volo.
Non dimenticherò mai quella sensazione di puro terrore non appena la città si è presentata ai miei occhi: dovunque guardassi sembrava non finire più tanto era grande e in quel momento mi sono chiesta che pazzia avessi mai fatto.

All'aeroporto mi aspettava quella che sarebbe diventata un po' come la mia seconda famiglia: Arturo e suo figlio, chiamato sempre Arturo,di 21 anni (perchè si,in Messico le persone oltre ad avere due nomi e due cognomi sono spesso chiamate con i nomi dei nonni o dei genitori) e Jimena di 17 anni.
Inoltre ho avuto la grande fortuna di condividere la mia avventura con Sunna,una ragazza austriaca sempre di 17 anni che è stata ospitata nella mia stessa famiglia. 
Fin da subito abbiamo iniziato a scoprire la cultura messicana a partire da uno degli aspetti più importanti: la comida ossia il cibo.
I messicani,un po' come gli italiani, sono un popolo che ama dimostrare il suo affetto nei confronti una persona attraverso il cibo e infatti il mio è stato un viaggio all'insegna di tacos e tanto altro!
Sfatiamo subito il mito per cui la cucina messicana è super piccante perchè in realtà non è esattamente così: non sono i piatti in sé ad esserlo ma le salse che puoi scegliere di aggiungere oppure no.
A proposito dell'aspetto culinario, se come me non conoscete la lingua spagnola, sentirete che molto spesso i messicani utilizzano l'aggettivo rico per definire un piatto che considerano delizioso.
È una parola che mi suonava particolarmente strana e all'inizio mi mettevo a ridere ogni volta che la sentivo pronunciare ma poi ci ho fatto l'abitudine!
Un'altra cosa parecchio strana è che i messicani non hanno orari fissi per i pasti ma mangiano non appena ne hanno il tempo, non importa se sono le 10 del mattino o le 5 del pomeriggio!

La parte più divertente del viaggio è iniziata la seconda settimana con il campo in cui noi ragazzi stranieri (8 tra tedeschi,italiani,austriaci,olandesi e turchi) e 3 ragazzi messicani ci siamo trasferiti in un'altra città chiamata Cuernavaca.
Oltre a vedere posti meravigliosi, siamo diventati tutti migliori amici e questa è stata per me la cosa fondamentale.
Infatti anche nell'ultima settimana ogni occasione era buona per vedersi e stare insieme e abbiamo spesso organizzato giornate tra noi, grazie alla super disponibilità delle famiglie.
Altre giornate erano invece organizzate direttamente dal club dei Lions e prevedevano attività comuni a tutti i ragazzi,host-families comprese!
Trovo che questi momenti siano stati davvero importanti, non solo per passare il tempo tra amici ma anche per conoscere le altre famiglie messicane, a cui mi sono affezionata quasi quanto alla mia.
Tra i luoghi più belli visitati a Città del Messico e dintorni non posso non nominare le piramidi di Teotihuacán, il castello di Chapultepec, Taxco (chiamata anche città dell'argento per le sue miniere) e Xochimilco che viene soprannominata “la Venezia messicana” ma con cui in realtà non ha niente a che fare!

Ma tra tutto,quello che più mi rimarrà nel cuore del Messico sono le persone che ho conosciuto, il calore e l'accoglienza che mi è stata data.
Grazie a loro mi sono sentita a casa,nonostante fossi distante 9000 chilometri dall'Italia.
Non dimenticherò mai Arturo che in aereoporto mi disse “Ora sei come una sorella per me” e le famiglie di due miei grandi amici messicani che mi dissero “Mi casa es tu casa, in qualunque momento vorrai mai tornare in Messico, sappi che in casa mia ci sarà sempre un posto per te.”

Questo paese avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, hasta pronto Mexico!