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ITALIA: what else?

Quando ho scelto di intraprendere questa avventura, non potevo immaginare cosa avrebbe significato per me e la mia vita.
Non sono una ragazza molto aperta alle nuove amicizie, sono piuttosto timida e necessito del mio tempo. Avevo deciso di buttarmi in questa nuova esperienza proprio per mettermi in gioco; non era la prima volta lontana da casa ma lo era tra volti sconosciuti che non parlavano la mia lingua. Il viaggio in aereo è stato pieno di pensieri e dubbi: il mio inglese sarà all’altezza? La mia timidezza mi farà apparire ingenua?


Atterrata Francoforte per lo scalo mi sono resa conto di essere pronta per affrontare quell’esperienza, la grandezza di quell’aeroporto, il via vai di persone da tutto il mondo, i diversi suoni e i differenti volti mi hanno caricata di entusiasmo. E’ a Francoforte che è partito il mio viaggio.
La famiglia che mi ha accolta ad Hannover è stata la migliore che potessi desiderare, non è stato difficile adattarsi al loro stile di vita, non troppo differente dal nostro. Una famiglia premurosa i Karmann; Anne, la mia hostsister mi ha coinvolta nella sua vita di ogni giorno. Ho conosciuto i suoi insegnanti, i suoi compagni di scuola, i suoi amici. La settimana in famiglia è stata splendida e non volevo cominciare il mio periodo in ostello inizialmente.

Appena ritrovati insieme si percepiva un po’ di imbarazzo. Venti ragazzi da ogni angolo del mondo, era strano, buffo ma eccitante allo stesso tempo.
Ogni attività proposta è stata indimenticabile, dalla visita a Berlino alla giornata in canoa, dalla parata mondiale di Amburgo al museo della scienza di Wolfsburg.
Non è stato facile all’inizio, i primi giorni mi sembravano molto lunghi. E’ difficile discutere in inglese e il mio pensiero era a casa, ai miei amici lontani.
Invece è bastato pochissimo, ho conosciuto ragazzi fantastici con i miei stessi problemi, i miei stessi sogni, i miei stessi dubbi, i miei stessi interessi. Nonostante provenissimo da Paesi diversi, avessimo stili di vita differenti, erano più le cose che ci accomunavano che quelle che ci separavano. Ho incontrato chi ha saputo farmi esprimere al meglio coinvolgendomi nel gruppo, regalandomi momenti indimenticabili. Ho imparato tantissimo, mi sono sentita apprezzata e ho stretto legami che spero non si spezzino nonostante la distanza che ci separa. Penso di poterla definire la migliore esperienza della mia vita, e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a renderla tale.
Il momento dei saluti è stato il più difficile. Tre settimane sono sufficienti per affezionarsi, nessuno di noi voleva andarsene, ritornare alla vita di ogni giorno, separarsi da quel gruppo incredibile. Mi porterò nel cuore tutti i momenti insieme e spero con tutta me stessa di poter rivedere ognuno di loro un giorno.
Per chi fosse indeciso, per chi come me fosse timido: non pensateci troppo e buttatevi in queste esperienze, conoscerete meglio il mondo attorno a voi, ma soprattutto conoscerete meglio voi stessi e vi sentirete meno soli poi. Le parole non possono descrivere la straordinarietà del tempo vissuto.
Siamo tutti diversi ma tutti uguali.
Un grazie di cuore ai Lions che rendono possibile tutto ciò.