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ITALIA: what else?

È iniziato tutto verso novembre 2013, quando una collaboratrice della mia scuola è entrata in classe per avvertire che il giorno seguente una ragazza della classe quinta ci avrebbe raccontato la sua esperienza di Exchange student ad Amsterdam. Io e alcune delle mie compagne ancora non sapevamo bene di cosa si trattasse, l’unica cosa che già sentivamo era quella voglia di partire e mettersi alla prova in tutti i sensi, da sole. 

Nei giorni seguenti abbiamo inviato delle lettere dove dovevamo presentarci e nel giro di poco tempo ci chiamarono per avere un colloquio orale e approfondire la nostra conoscenza. Non tante persone ebbero il coraggio di provare, di mettersi in gioco, eravamo infatti solo in 15 ragazze circa finché non dissero che a vincere il concorso e quindi a fare viaggio sarei stata io. 

I mesi passarono talmente velocemente che, all’improvviso, senza che nemmeno mi accorgessi, era già tempo di fare le valige e andare in aeroporto.

Al momento della partenza ero molto confusa, mi chiedevo “ma cosa sto facendo?” “come farò a stare tre settimane da sola, parlare un’altra lingua, conoscere persone nuove?”.. insomma un sacco di domande ma poche, pochissime riposte. Era il mio primo viaggio senza genitori o amici. Nonostante i miei dubbi e le mie paure, il 7.7.2014 alle ore 23 circa ero all’aeroporto di Helsinki e stavo per conoscere la mia prima famiglia ospitante .

La famiglia era composta da madre, padre e tre sorelle. Con loro mi sono trovata subito bene, sebbene non fossero persone molto chiacchierone mi facevano sentire a casa e mi facevano vivere come loro in tutto e per tutto. 

Durante la settimana mi portarono a visitare diverse città come Turku, Huittinen e Pori. 

Ho fatto tante esperienze che non avrei mai pensato di fare in vita mia. 

Sono stata con una nave da crociera sul mar Baltico fino alle isole Aaland, ho navigato con una piccola barchetta un fiume vicino a casa loro, sono stata nel loro cottage estivo a fare la sauna e poi mi sono buttata nelle acque fredde del lago adiacente e ho tenuto in mano un telaio di un’arnia mobile pieno di api. 

Non sono mancati però nemmeno i momenti in cui mi facevano la loro quotidianità , ad esempio, quando sono andata a raccogliere le fragole, o come quando mi hanno insegnato a cucinare dei dolci tipici finlandesi o ancora come nei momenti in cui mi facevano fare dei piccoli lavoretti come la raccolta di ortaggi nei loro campi.

È stato un continuo scoprire e vedere cose nuove, cose che senza questo viaggio non avrei mai conosciuto.

Il tempo è passato velocemente ed era già lunedì 14.7, il giorno in cui avrei dovuto cambiare e andare nella seconda famiglia a Kokemaki. Mi ero abituata a fare parte della loro famiglia e ora cambiare e riiniziare tutto da capo mi spaventava, ma era tempo di andare e fare altre nuove conoscenze, di farsi forti e mettere da parte le paure e mettere invece in gioco se stessi.

La seconda famiglia era composta da madre e figlia di diciassette anni. 

Dopo pochi minuti che le ho conosciute, le mie preoccupazioni erano completamente sparite. 

Anche queste due persone, sebbene io per loro fossi una completa sconosciuta, mi hanno aperto la porta di casa e mi hanno accolto a braccia aperte, pronte a farmi vivere un’esperienza indimenticabile e a far di tutto per farmi sentire bene. 

Durante la prima settimana sono stata ad una festa di compleanno di un’amica della mia sorella ospitante, dai nonni, al festival di musica Jazz a Pori dove ho anche incontrato e conosciuto una ragazza tedesca anche lei una Exchange student e il sabato e la domenica li abbiamo invece passati in un cottage estivo al mare, dove ho fatto un altro tipo di sauna, la smoke sauna, e dove ho conosciuto degli amici di famiglia che parlavano e mi chiedevano dell’Italia, di come sono le cose nel mio Paese e mi raccontavano del loro. Era un vero e proprio scambiarsi notizie, io racconto a te e tu a me, in questo modo entrambi arricchivamo il nostro bagaglio culturale. 

La seconda settimana l’abbiamo inaugurata con una visita a una delle più importanti città della Finlandia, Tampere. 

Abbiamo poi passato una giornata al mare in compagnia anche della ragazza tedesca, momenti divertenti e di relax.

Il giorno successivo sono andata a vedere una partita di pesapallo ( detto anche baseball finlandese ), un loro gioco di squadra nazionale.

Rimaneva ancora un giorno e poi saremmo partite per Helsinki, per alloggiare nell’appartamento del figlio della mia mamma ospitante . 

Era ora di preparare le valigie di nuovo e lasciare definitivamente la mia seconda casa.

Una volta arrivati io e la mia host-sister siamo andate nel centro della capitale a spasso per negozi fino a tardi.

Il giorno prima della partenza lo abbiamo passato a visitare Helsinki partendo dal mercato locale verso le dieci di mattina per arrivare fino al Parlamento alle 20, dall’altra parte della città. 

Poche ore mi separavano dalla partenza del mio volo e non avevo uno stato d’animo ben definito, ero felice di quello che avevo vissuto e visto, ero felice di tornare dai miei genitori e dai miei amici ma ero triste di dover partire, di dover salutare le persone che erano entrate così velocemente nella mia vita ma che mi avevano già dato tanto, ero triste di aver portato a termine questa esperienza bellissima.

Ora che sono a casa ripenso sempre a quello che ho fatto in Finlandia, a quanto coraggio ho avuto a partire e la cosa migliore è che se mi dicessero che potrei partire di nuovo rimetterei tutte le mie cose in valigia e sarei già pronta per una nuova esperienza. 

Devo ringraziare il Lions club per avermi dato questa incredibile possibilità, consiglierei a chiunque di partire e intraprendere un viaggio, per farsi conoscere e per scoprire diverse realtà.