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ITALIA: what else?

Prima di partire i dubbi e le paure erano tante, ma dal momento in cui sono salito in quell’aereo diretto ad Aalborg in Danimarca, ho capito che sarebbe stata un’avventura che per nulla al mondo dimenticherò nella mia vita.

La prima settimana in famiglia.

All’arrivo l’aeroporto era piccolissimo, 2 gate addirittura comunicanti tra arrivi e partenze. Trovare la famiglia è stata una passeggiata. Da quel momento si può dire iniziata la mia avventura.
Già alla fine del primo giorno ho parlato inglese come non mai, e certo le mie lacune nella lingua si facevano sentire, ma riuscivo a farmi capire!
I giorni sono passati molto velocemente tra giri in città, film al cinema, giochi e sport. Ricordo ancora quel pomeriggio a giocare Badminton, con Anders(il figlio della famiglia) e Paul(ragazzo austriaco ospite della famiglia con me), quando loro nel gioco erano bravi, e io da incapace ho potuto comunque imparare alcuni trucchi di questo sport prima a me sconosciuto. Oppure la giornata allo zoo: il Randers Regnskov più che uno zoo è una foresta in miniatura, infatti riproduce l’ambiente pluviale permettendo al pubblico di stare a vero contatto con gli animali. Ma di certo la cosa che più mi è restata impressa nella permanenza a Randers con la famiglia, è stato il rapporto che è nato con queste persone. Prima di tutto la famiglia mi ha veramente trattato come uno loro: sempre presenti e sempre pronti ad ascoltarmi e aiutarmi. Poi passare mattina pomeriggio e sera con persone con abitudini diverse, fa capire quanto sia ricco di culture e modi di vivere il mondo, e ciò ha alimentato ancor di in me la voglia di viverlo ed esplorarlo. Infine l’amicizia nata con quei due ragazzi la porto avanti ancora oggi, e penso che la porterò con me per tutta la vita.
Dimentico qualcosa? Ah si! Il cibo! Il mangiare in Danimarca è molto diverso dal nostro: la carne è protagonista in quasi tutti i pranzi e le cene. Molto buona. In particolare si differenziano molto dalla nostra cultura, perché abbondano di spezie e salse. Unica critica nel fatto che cercano di copiare i sapori italiani(amati in tutto il mondo) non riuscendoci, e cucinando una pizza, ad esempio, che come gusto riporta ancora alla carne!

La seconda e la terza settimana al Campus

Dire addio alla famiglia è stato difficile, soprattutto perché, sia io che Paul, eravamo scettici sul fatto che al campus saremmo potuti stare meglio di quanto stavamo in famiglia. Ci sbagliavamo.
I primi giorni sono passati all’insegna di attività dedite alla conoscenza e ad attività di gruppo, così da far aprire noi ragazzi, e formare una bella compagnia.
Già dal terzo giorno, però, abbiamo iniziato con le gite. Prima visita: Randers e zoo. Per tutti una novità molto bella, ma per me una possibilità per andare a salutare di nuovo la mia ‘famiglia’.
Nei giorni seguenti abbiamo praticato sport, tra cui equitazione, siamo andati in un mega parco divertimenti(una specie di Gardaland solo più grande), abbiamo visitato la zona in bici e abbiamo gareggiato in una buffa competizione creata dagli animatori, con gare sportive di diverso tipo. La prima settimana, poi, è stato deciso di concluderla con una festa alla quale erano invitate tutte le Host family. Ad organizzare la giornata siamo stati proprio noi. In particolare durante lo spettacolino, il mio gruppo di amici è riuscito a convincermi a mettermi in gioco con un balletto irlandese davanti ad un vasto pubblico.

La seconda settimana è passata ancora più velocemente. Il gruppo diventava sempre più unito e tutti insieme vivevamo esperienze bellissime in giro per il paese.
La giornata che si può dire più bella è stata l’ultima, anche se si pensa la più triste. L’ultimo giorno in compagnia di persone amiche che difficilmente rivedrai nel corso della vita, è stupendo perché ogni persona esprime i propri sentimenti e si apre molto. Per facilitare questa cosa, ci è stato proposto dal Camp Leader di appendere fuori dalla porta della propria camera una busta nella quale era possibile scambiarsi lettere o messaggi. Quest’idea è stata proprio azzeccata perché durante il viaggio di ritorno in aereo è stato bellissimo leggere i commenti dei miei nuovi amici su di me. Il che mi ha fatto diventare un po’ triste, ma comunque felicissimo dell’esperienza vissuta.
Durante il Camp ho potuto, oltre che migliorare moltissimo il mio inglese, conoscere la vita lontano da casa e diverse culture. Infatti ogni sera una persona aveva il compito di esporre la propria vita, la propria città e i propri interessi aiutato da slide di power point.

E’ stata un’esperienza bellissima! Spero davvero di poter vivere un’altra avventura del genere nella mia vita!