Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

ITALIA: what else?

La mia avventura in Danimarca è cominciata il 13 luglio, quando quel sabato mattina ho preso l’aereo da Venezia con gli altri due ragazzi italiani. Arrivati a Copenaghen verso mezzogiorno abbiamo preso le valigie e ci siamo salutati (consapevole del fatto che con il ragazzo mi sarei rivista al campo e con la ragazza al volo di ritorno per l’Italia, il 3 agosto). 

 

Ad aspettarmi all’aeroporto c’era la mia host family composta da due sorelle più grandi di me e dai loro genitori con i quali avevo già precedentemente scambiato informazioni via internet . Il giorno dell’arrivo abbiamo approfittato per visitare Copenaghen, dal momento che la loro città (Maribo) distava due ore in auto dalla capitale. La visita è stata stancante ma interessante, tant’è che durante il viaggio verso casa noi ragazze abbiamo dormito in macchina. Mi sono subito sentita ben accolta dalla mia host family che durante la mia settimana di permanenza non mi ha fatto mancare nulla: da una casa molto bella ed accogliente, alle gite per visitare la città e i suoi dintorni, dai piatti tipici che mi hanno preparato con tanto di ricette scritte e allegate per e-mail, alla gita al mare, dalla visita del parco di animali, a quella del parco divertimenti, dalle partite di golf e bowling alle molte altre attività tutte entusiasmanti. Terminata la mia settimana in famiglia, il 20 luglio mi hanno accompagnata al campo a Køge. 

 

Il nostro campo era differente da tutti gli altri, in quanto si trattava di trascorrere due settimane su un veliero (Fulton) navigando tutto attorno alla Danimarca, costeggiandola. Nonostante il campus fosse un po’ spartano ( infatti mancavano le docce e disponevamo di due bagni molto piccoli per 24 ragazzi e dormivamo sulle amache tutti insieme) mi sono divertita tantissimo e ripeterei quest’esperienza all’infinito. 

 

Mi sono subito inserita all’interno del gruppo e ho legato con tutti ragazze e ragazzi e ovviamente con gli assistenti e i membri Lions a bordo del veliero. Ogni giorno avevamo delle mansioni da svolgere quali pulire la barca, cucinare i piatti tipici dei nostri paesi e scrivere il diario di bordo! Ogni volta che attraccavamo ai porti c’era la corsa per le docce e per visitare il centro della città. In particolar modo mi sono molto divertita anche solo stando a bordo della barca dove potevamo arrampicarci, una volta imbragati, per raggiungere le vele, o quando ci hanno fatto pescare mentre eravamo in viaggio o a quando ci hanno addirittura permesso di guidare la barca un’ora a testa! 

 

Anche i momenti sulla terraferma sono stati molto interessanti: la visita al museo della guerra fredda, la gita in collina con tanto di cena in compagnia di proprietari di una fattoria, le corse per i negozi e per tornare in tempo alla barca che sennò salpava, la visita delle industrie Danfoss , le giornate in piscina, i pomeriggi al mare, i parchi divertimenti, i giochi all’aria aperta organizzati dagli assistenti e ovviamente i tanti momenti di svago passati a ridere tutti insieme e a conoscere le culture dei rispettivi “paesi” a bordo. 

 

Durante le due settimane i membri Lions si sono preoccupati di non farci mancare niente e ci hanno aiutati con le mansioni da svolgere e risolvendo eventuali difficoltà incontrate nel viaggio. La cosa più bella però è stata senz’altro la compagnia dei ragazzi conosciuti.. eravamo un unico gruppo, tutto unito e ci sostenevamo a vicenda e quando qualcuno era in difficoltà gli aiuti e gli abbracci consolatori non tardavano ad arrivare. 

 

Sono sicura che non dimenticherò mai questa fantastica esperienza, un viaggio che mi ha fatto conoscere così tanto di un paese e delle sue usanze in così poco tempo. So che difficilmente capiterà una seconda volta.Si è trattato di un’esperienza che rimarrà sempre nei miei ricordi per tutto il resto della mia vita per tanti motivi. Inanzitutto è stata la prima volta che sono andata all’estero senza genitori in un paese di cui avevo spesso sentito parlare da mio padre che ci andava per lavoro. Poi ho trovato una host family eccezionale che si è prodigata al massimo per farmi trascorrere un piacevole soggiorno. Ho potenziato le mie capacità linguistiche, ma specialmente il Veliero! Infatti all’inizio avevo molti dubbi al riguardo, ma poi inspiegabilmente le tensioni si sono sciolte: vita in comune, docce nei porti, due bagni in comune, turni di notte, cucinare, pulire… è stato tutto molto coinvolgente e cameratesco. 

 

E infine ho conosciuto tantissime persone con cui continuo a scrivermi tenendo allenata la lingua e con cui programmo degli incontri futuri. 

 

Credo di essere stata molto fortunata ma mi auguro che tutto ciò possa ripetersi in un futuro non troppo lontano.