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ITALIA: what else?

Credetemi è veramente molto difficile raccontare la mia esperienza in Serbia in così poche righe ma sicuramente la parola che meglio la descrive è : famiglia.
Porodica (famiglia in serbo) non è solamente il posto in cui nasci e vivi per la maggior parte della vita, ma, è anche colei che ti accoglie come figlio e che è sempre presente per qualsiasi necessità ti si presenti. Ecco, questo è ciò che ho vissuto durante i miei 15 giorni di permanenza a Novi Sad, la seconda città per importanza della Serbia (dopo Belgrado) e lacapitale economica, culturale e amministrativa della Vojvodina. 
Non vi nascondo che prima della partenza la mia mente era piena di dubbi e preoccupazioni che sfociavano nella lettura compulsiva degli appunti di viaggio di ragazzi che l’anno precedente avevano avuto la fortuna di sperimentare l’esperienza che si presentava nello stesso modo a me.

Subito dopo aver incontrato all’aeroporto la mia host sister e sua mamma ho avuto la certezza che quello che avrei vissuto non sarebbe stato solamente un viaggio o una vacanza ma un pezzettino di esperienza, di conoscenza, di vita in un paese che è completamente sconosciuto (purtroppo) alla maggior parte degli italiani. Sono profondamente convinta che l’opportunità offerta da questa associazione è unica; è unica perchè ha capito che per conoscere veramente un paese non basta essere turisti, bisogna essere viaggiatori che si sottopongono alle consuetudini reali del posto condividendo la casa, il cibo, le storie, le abitudini e perché no anche le regole.

Le mie giornate sono trascorse all’insegna del divertimento e della scoperta di Novi Sad con i suoi bellissimi palazzi, i locali tipici, la musica folk e la vita notturna concentrata principalmente nel centro. Le ciliegine sulla torta sono stati il campionato europeo di beach volley organizzato sulla Strand, la spiaggia del Danubio ed EXIT, premiato come il best Europen festival. Vi consiglio di visualizzare qualche foto o video al riguardo perché resterete più che impressionati dalla visione, proprio come rimasi io vedendo migliaia di persone accalcarsi nei 20 palcoscenici organizzati per l’occasione (non ho mai visto così tante persone in vita mia, sono sincera).

Infine come non parlare delle persone che mi hanno circondata e accompagnata in questa esperienza: ognuno di loro esprimeva la loro preoccupazione per me attraverso l’affetto, le carezze e gli abbracci che fin dal primo giorno mi trasmettevano tranquillità. Nessuno conosce il significato della parola indifferenza: ogni amico di famiglia aveva in serbo per me decine di domande che mi facevano sentire importante e il centro del loro interesse. Frasi come “when you will come back home, my house will be empty without you” e “this is not a but a ” ti scaldano il cuore, ti fanno capire che nello stesso modo in cui loro ti hanno arricchito, così anche tu sei riuscita a trasmettere loro una parte di te e che, in poche parole, hai una nuova FAMIGLIA.

Voglio ringraziare coloro che hanno reso così incredibile e indimenticabile questa esperienza, a partire dalla mie sorelle serbe Selena e Jovana e le loro famiglie, fino a tutti i loro amici e i ragazzi che come me erano a Novi Sad grazie ai Lions. 

Un grazie particolare però va riservato per il Lions Club di Reggio Emilia e per Loris Baraldi.

Continuate a permettere ai giovani di poter viaggiare e conoscere il mondo in cui vivono e viviamo perché prima di essere cittadini italiani, siamo cittadini del mondo!