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ITALIA: what else?

Credo di non aver pensato più di cinque minuti per decidere di andare un intero mese in Australia,.

Mi sono acceso come una lampadina  quando mio babbo venendomi a prendere a scuola un sabato mattino di marzo,  mi ha comunicato che avevo la possibilità di andare in Australia presso una famiglia. e la decisione si è rivelata a dir poco perfetta.
Il mio viaggio ufficialmente inizia  l’11 Luglio pomeriggio all’aeroporto di Firenze, insieme a Benedetta,  altra Exchange student fiorentina. Non parlerò del mio viaggio aereo in questo report: mi ci vorrebbero non so quante pagine per raccontarlo tutto. Dico solo che siamo arrivati a Melbourne il 14 Luglio alle 10.00 AM, invece che il 13 alle 6.00 AM. 
Questo ritardo di più di 24 ore, è stato dovuto al maltempo a Francoforte, dove avevamo la nostra coincidenza per Singapore, quindi Melbourne.

Per coloro che si stessero chiedendo dove abbiamo trascorso quei giorni, dico solo che io e Benedetta siamo stati in giro per il mondo, passando da Francoforte, Singapore, Jakarta, Sydney e infine, Melbourne.
Una volta arrivato a Melbourne ho incontrato subito una parte della mia famiglia che mi ha portato nella piccola città di Rochester, a circa due ore e mezza di strada a Nord da lì.
Subito nel viaggio verso la “host” casa, ho notato il paesaggio, profondamente diverso da quello italiano, e per lo più, sempre uguale. 

A differenza di molti Exchange students che trascorrono tre settimane in tre posti (e quindi famiglie) diversi, io ho trascorso tre settimane in questa cittadina di circa 2600 persone.
Questo può essere, a seconda dei casi, una fortuna o una sfortuna.
Trascorrendo tre settimane in tre luoghi diversi si ha l’occasione di vedere sempre cose nuove, ma non da’ tempo di conoscere al meglio le persone.
La mia “host family” era composta da sei persone. I due genitori, due figlie di 25 e 23 anni e due figli rispettivamente di 15 e 12 anni. La prima cosa che mi ha colpito è stato il trattamento che ho ricevuto: sono stato per tre settimane in tutto e per tutto come il loro quinto figlio.

Soltanto i  primi giorni mi sono annoiato, dato che non erano state programmate attività di alcun tipo per me. Un’altra piccola difficoltà iniziale è stato il freddo: venivo dall’Estate, e mi sono ritrovato con una media giornaliera di 10° scarsi, e nonostante la mia “host family” girasse in casa regolarmente in maglietta, io congelavo; poi dopo una settimana mi, (o almeno il mio corpo), sono adattato.

Se molte giornate sono state pienissime e interessanti per me, lo devo soprattutto ai membri del Lions Club di Rochester, che si sono impegnati a portare in giro a turno, me, uno student olandese e una student austriaca. 
Un giorno siamo stati in una cava, dove la ditta di un Lions del posto estrae granito. Ci hanno mostrato come viene estratto, e come viene, passo per passo, ridotto quasi in polvere.

A metà della prima settimana c’è stata anche una cena dei Lions, esculsivamente dedicata a me e agli altri due Exchange students, dove abbiamo parlato per circa un quarto d’ora del nostro paese d’origine.

Un altro giorno siamo stati a Pyramid Hill, una collina a forma piramidale, che siamo riusciti a scalare, e abbiamo quindi visto dall’alto tutto il panorama….enormi territori pianeggianti e sconfinati.
Il primo week-end poi, è stato qualcosa di semplicemente grandioso. Il Venerdì mattina siamo partiti presto, destinazione Melbourne. Arrivati là abbiamo fatto un giro della città, dal caratteristico giro sull’antico tram, alla vecchia prigione, dove fu giustiziato Ned Kelly, il più famoso bandito (o eroe?) australiano.
La sera, dopo una veloce cena nell’appartamento, siamo andati al Telstra Dome: un meraviglioso stadio da 60000 posti, col tetto chiudibile. Naturalmente la partita a cui ho assistito era di AFL, ovvero Australian Football League. Per chi non lo sapesse, si tratta del Football Australiano o come è affettuosamente chiamato lì, “Footy”. È uno sport che ho trovato stupendo, avvincente e veloce, dove raramente ci si annoia, e che tutt’ora preferisco al “nostro” calcio. Mi ha colpito poi soprattutto come la gente, sia maschi che femmine, vadano allo stadio, si comportino in maniera civile pur stando accanto a supporters della squadra opposta.
Il mattino seguente siamo andati al Victoria Market, un mercato dove era possibile comprare qualche prodotto tipico del luogo. La sera ho finalmente avuto l’occasione di conoscere qualche ragazzo/a del luogo, essendo andato a casa della “host family” della ragazza austriaca.
Sono rimasto impressionato dalla socievolezza dei ragazzi australiani. Riesci a scherzarci e a ridere dopo veramente pochi minuti. La mattina seguente sono andato a vedere la partita (di Footy ovviamente) del mio “host brother” maggiore, che però ha perso.
La seconda settimana l’ho trascorsa sempre andando in giro coi vari Lions, andando a visitare città come Bendigo, la seconda città rurale del Victoria, o Ecucha. A Ecucha siamo andati anche a fare un giro su una vecchia barca a vapore, un’esperienza molto originale. Il mio “host” padre mi ha pure portato a vedere della partite di Football in una città vicina, dove ogni giocatore è chiamato a giocare per la squadra della sua zona (Victoria, Western Australia ecc.). Partite non di AFL, ma indubbiamente bellissime. Alla fine abbiamo pure parlato con l’allenatore della squadra del Victoria, amico di famiglia e leggenda dell’AFL. 

Alla fine della seconda settimana sono pure tornato allo stadio a Melbourne, questa volta con la mia “host sister” maggiore e il suo ragazzo, a vedere un’altra partita che si è rivelata a dir poco avvincente, e conclusasi con la vittoria in rimonta della squadra per la quale tengo.

L’ultima settimana è stata indubbiamente la migliore. 
Siamo stati un giorno col presidente del Lions Club e sua moglie a Melbourne, a vedere l’acquario e a fare shopping. Poi un giorno sono stato con un altro membro del Lions Club, in un fauna park, dove si possono vedere alcuni caratteristici animali australiani, dai canguri ai Koala.
Due giorni sono pure andato al “Rochester Secondary College”, ovvero le superiori.
è stata un’esperienza bellissima. Ho visto come funziona là il sistema scolastico, che è senza ombra di dubbio migliore del nostro. Potessi tornare indietro nel tempo, almeno un anno di liceo, lo farei sicuramente in Australia.

Andare a scuola mi ha permesso di socializzare coi ragazzi ulteriormente, di vedere come funziona una lezione, di assistere a materie che non ho mai fatto al Liceo Classico (lezioni sui metodi di cucina, lavorare il legno, psicologia solo per citarne alcune).

Finite queste tre intensissime settimane, io e gli altri due students siamo partiti da Melbourne alla volta del più caldo Queensland, esattamente Proserpine, dove si sarebbe tenuto il Camp Kanga.

Venire via da Rochester è stato duro, ho lasciato molti amici, con i quali sono tutt’ora in contatto e che sento spesso, che spero di rivedere prima o poi.
Prima di partire, leggendo i report, avevo letto che tutti pensavano all’unisono che il Camp fosse il periodo più bello. Beh, avevano indubbiamente ragione!!!!!!
Nel camp eravamo 34-35 ragazzi da quasi ogni parte del mondo.
Subito sono rimasto impressionato da come ognuno si è inserito nel gruppo: sono arrivato alle 4.00 PM e la sera eravamo praticamente già tutti amici, a ridere e a scherzare quasi come ci si conoscesse da una vita.
E’ stata la settimana più bella della mia vita. 
Il primo giorno siamo andati ad un lago a fare degli sport acquatici, come canoa e sci d’acqua.

Poi un altro giorno siamo andati a fare un’escursione alla Grande Barriera Corallina: un posto da favola. Ho fatto scuba diving per mezz’ora e dieci minuti intensissimi di giro in elicottero.

Altre attività erano la discesa da una parete rocciosa, imbracati tenendosi a una corda.
Ogni sera al camp poi, si alternavano le presentazioni della varie nazioni.

L’unico lato negativo che posso trovare al camp è quello riguardante le regole.
Lo staff ha a che fare con dei ragazzi per lo più maggiorenni, e dovrebbe essere meno restrittivo riguardo molte cose.
Andarsene via dal camp è stato durissimo. Adesso ho amici in molti paesi del mondo, con i quali chatto regolarmente ogni giorno. 
Come poi ho letto in molti report degli anni passati, va’ detto che anche io sono d’accordo con quelli che dicono che una settimana di camp è troppo poco: ce ne vorrebbero minimo due!
Infine volevo ringraziare il Lions Club che mi ha dato l’opportunità di fare questo meraviglioso e unico viaggio. Ero già stato due anni fa d’Estate con i miei genitori in Australia, ma ero stato come un semplice turista. Questa volta invece ho scoperto tantissime cose tipiche della cultura di un paese unico, come, per fare solo un esempio, l’uso del Vegemite, un prodotto a base di lievito per il quale ogni Australiano è pazzo. Ho avuto l’opportunità di vedere più partite di Football, di vivere come un Australiano,  e soprattutto   di conoscere persone stupende e di vivere emozioni che resteranno per sempre nel mio cuore.