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ITALIA: what else?

Il primo luglio sono atterrata all'areoporto O'Hare Internetional di Chicago. Qui ho trovato il mio host-father che mi aspettava, e che subito mi ha portato a prendere un palloncino su cui c'era scritto: "welcome home". Già in quel momento ho capito che mi sarei trovata bene, e subito mi sono sentita trattata come una figlia.

Così è stato per tutto il mio soggiorno in famiglia (3 settimane in totale, sia loro che io avremmo voluto che rimanessi più a lungo, ma i miei impegni non l'hanno permesso). Mi hanno portata in giro, nei farmer's market locali, nei luoghi della gente del posto, addirittura a visitare il loro posto di lavoro; ma mi hanno anche fatto apprezzare le mete tipicamente turistiche come il Mississippi River, lake Mitchigan, Gallina, Chicago e non solo...

Sono sempre stata occupata, quei pochi giorni che siamo rimasti in casa ho cucinato per loro e li ho aiutati con le faccende domestiche, mi sentivo proprio di casa. Mi hanno fatto conoscere i loro amici, e pur essendo lontana da tutti i miei coetanei (la coppia che mi ha ospitata non aveva figli, ed ero lontana da isolata da tutti gli altri giovani in scambio, le distanze sono immense negli US!), il divertimento non mi è mai mancato. Hanno fatto tutto il possibile per farmi star bene (a volte pure viziandomi con dolcetti e adorabili stupidaggini varie!) e mi hanno fatto sentire parte della famiglia, oserei dire che lo ero effettivamente ormai, sarò loro grata e affezionata per sempre e spero di rivederli molto presto: ho promesso che farò il possibile per tornare a trovarli prossimamente.

Sono andata inoltre per 4 giorni in Indiana da degli amici di famiglia, e mi anche lì sono stata trattata come una di casa, non avrei mai potuto chiedere di meglio.

La settimana al campo è stata stupenda. Non ci hanno fatto mancare nulla, era tutto bellissimo: le persone,l'ambiente, semplicemente tutto. Non nascondo che all'inizio sia stato un po'difficile per me trovarmi catapultata assieme a un centinaio di persone che non avevo mai visto in vita mia (eravamo 60 campers, ma altrettante erano le meravigliose persone lavoravano, o meglio, facevano volontariato affinchè tutto nel campo funzionasse perfettamente), ma poi...chi se ne voleva andare più!! L'ultimo giorno è stato uno strazio dover abbandonare tutti. Certo, con la speranza e la voglia di rivederli ancora (questo settembre andrò una settimana a trovare una mia amica del campo dalla Turchia, sono così contenta!).

E' stato bruttissimo anche salutare la mia hostfamily, il mio ultimo giorno in Wisconsin.

Ecco, se posso dire, l'unica nota negativa del mio bellissimo viaggio è il partire, lasciare persone che porto nel mio cuore, oramai; la nostalgia che ora provo è fortissima.

E'un esperienza che ripeterei altre mille volte, e vorrei che tutti i giovani avessero un'opportunità come questa.

Ringrazio infinitamente tutti i Lions e le famiglie ospitanti: è davveo importante cio' che viene fatto da voi.
Grazie a una visita, durante la settimana di campo, alla Lions Eye Bank ho scoperto che i Lions non solo permettono ai giovani di partecipare agli Exchange Programmes, ma anche aiutano le persone che non possono vedere a ritrovare la vista mediante il trapianto della cornea. Sono tante le persone grate ai Lions.

E'stata un'esperienza bellissima, che porterò sempre nel mio cuore, assieme a tutte le fantastiche persone, davvero speciali, che ho avuto l'immensa fortuna d'incontrare.