Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

ITALIA: what else?

 

Se dovessi descrivere la mia esperienza solamente con tre parole direi: crescita, avventura ed amicizia; ma il viaggio negli States non è stato solo questo. Lo scorso agosto ho trascorso un mese negli Stati Uniti d'America, in Arizona. Ho vissuto in due famiglie differenti che mi hanno totalmente immerso nella cultura americana; grazie a loro ho visitato città dal panorama mozzafiato e vissuto momenti indescrivibili, un ricordo che brucia ancora. 

Sandy e Peter, i miei host parents, si sono dimostrati sin da subito ottimi genitori, molto gentili, disponibili e premurosi, dediti alle loro passioni che, con il trascorrere dei giorni, mi hanno trasmesso, ma anche con un pizzico di giusta severità e fermezza.

Nelle settimane seguenti mi sono trasferita nella famiglia di Claire e Max. In quei giorni ho trascorso gran parte del tempo con Sophia, la mia host sister, e i suoi amici. Grazie a loro ho potuto vivere tutte le consuetudini e abitudini americane dei giovani.

La gita che ho apprezzato maggiormente è stata quella al tanto osannato Grand Canyon, piacevoli altrettanto sono state le lunghe escursioni visitando le Red Rocks, ma anche i momenti di sport come tennis, nuoto, bowling e kayak.

In quelle settimane ho potuto constatare che gli Americani sono le persone più generose, altruiste ed ospitali di questa Terra. Prova ne è in primis quando, entrando in un negozio, le commesse ti accolgono con un sorriso radioso accompagnato da un “Come stai?” o da qualche altra frase che ti rallegra. La cosa che mi ha stupito di più è la considerazione che gli Americani hanno di noi Italiani. Attraverso la condivisione ho percepito che le loro storie, le loro vite e le loro culture si distaccano quasi completamente dal nostro spirito italiano, loro considerano il turista come una fonte di ricchezza che emana costumi ed abitudini del proprio Paese. Mi sono sentita onorata dalla moltitudine di domande che mi ponevano riguardanti il mio Paese, la mia città; è proprio vero gli Americani hanno sete di conoscenza ed è uno stereotipo banale quello dell'Americano egoista e rozzo.

Ho gradito, inoltre, gli innumerevoli incontri con altri ragazzi Americani e non, che hanno partecipato anch'essi agli scambi culturali Lions. Non dimenticherò mai quando un ragazzo Americano raccontandomi la sua meravigliosa avventura, con gli occhi lucidi preso dal ricordo del viaggio, mi disse che grazie ai Lions era venuto per la prima volta in Italia e alla domanda: “In quale città?” lui rispose “Brescia”; proprio la mia città! Questo momento ha destato in me profonda riflessione e senso di soddisfazione e gratificazione in quanto gli Stati Uniti rappresentavano per me un sogno, ora realizzato e lo stesso valeva per lui con un viaggio in Italia.

Questo viaggio oltreoceano è stato molto significativo e formativo per me, lo ricorderò sempre con immenso piacere e commozione. Un ringraziamento particolare va al Lions club che mi ha dato la possibilità di vivere questa meravigliosa a dir poco ed indimenticabile esperienza e ai referenti Lions della mia città che, con dedizione ed impegno, hanno saputo rispondere in ogni momento a tutte le esigenze con un'organizzazione impeccabile.