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ITALIA: what else?

Ciao, vi racconto della mia prima esperienza avvenuta grazie al Lions Club.
So che la mia “selezione” è avvenuta in modo un po’ diverso rispetto a quello tradizionale; un giorno a scuola è passata una circolare che invitava chi fosse interessato a partecipare a questi camp a farlo presente in vicepresidenza e dopodiché, sarebbe stato selezionato una sola persona tra i candidati. Senza pensarci due volte mi sono diretta i vicepresidenza e ho dato il mio nominativo. Da quel giorno è passato circa un mese e mezzo poi finalmente mi hanno comunicato che avevano scelto me in base alla mia media di inglese. Hanno preso infatti chi aveva la media più alta in inglese! 


Contentissima di ciò ho passato i mesi successivi a pensare solo ed esclusivamente al giorno in cui sarei partita, è stata la prima volta che ho viaggiato da sola e, ad essere onesta, ero un po’ impaurita perché oltre ad essere la prima volta avrei dovuto anche fare scalo sia all’andata che al ritorno! 
Poi è arrivato il fatidico giorno: 5/07/2015 ore 6:15am avevo il primo volo Bologna-Francoforte poi Francoforte-Budapest
Ho scoperto che viaggiare mi piace tantissimo e non è stato assolutamente difficile perché tutto era organizzato nel migliore dei modi. Arrivata in aeroporto a Budapest c’era parte della mia host family ad accogliermi, e lì è iniziata la vera avventura! Non avevo mai avuto occasione di parlare inglese al 100% ventiquattro ore su ventiquattro! La mia host family è stata veramente carina e disponibile, ho notato che gli orari che hanno là sono molto diversi da quelli che abbiamo qua, ad esempio, dicevano di svegliarci (io e una ragazza turca ospitata come me) intorno alle 9:30am così noi ci svegliavamo a quell’ora e puntualmente, tutti i giorni, la colazione avveniva alle 13pm se non addirittura più tardi, ma che colazione! La tavola era bandita di squisitezze, c’era di tutto e di più! Giorno dopo giorno mi sono aperta e ho lasciato da parte la mia timidezza che generalmente ho quando conosco persone nuove, la settimana passata presso la famiglia ospitante è stata carina, abbiamo visitato la città, cioè Budapest, abbiamo fatto albering e siamo andati anche in una piscina termale! Arrivata la domenica, la famiglia, molto gentilmente, ci ha accompagnate personalmente a Miskolc, un paese nel nord-est dell’Ungheria dove si sarebbe effettuato il camp. Per trovare il posto abbiamo fatto un po’ di fatica, arrivata là c’erano molti membri dello staff Lions ad attenderci, c’erano vari tutor che seguivano più ragazzi, se ad esempio avevo dubbi o problemi lei/lui era sempre disponibile ad ascoltarmi e aiutarmi. 
La mia camp assistant era Patti, una ragazza dal cuore d’oro, con lei non ho legato tanto ma da quel poco ho capito che è una ragazza forte nonostante tutto. Quindi, arrivata al camp mi hanno registrata e mi hanno fatto decorare il mio budget che avrei dovuto tenere appeso al collo per tutta la durata del camp, poi ho parlato con il medico per dirgli se ho allergie varie che fortunatamente non ho, e per ultimo Patti mi ha portata in camera. Era una guest house quindi una casa divisa in un tot di stanze che il Lions ha preso in affitto per noi campers e per alcuni membri dello staff che non abitavano nelle vicinanze. La mia compagnia di stanza era Line, Line è una ragazza danese che all’apparenza sembra essere troppo espansiva ma in realtà è una ragazza carinissima senza troppe storie. Il primo giorno l’ho passato a conoscere gli altri, ah, in tutto noi campers eravamo una trentina. Dal giorno dopo sono cominciate tutte le varie attività ed escursioni. Non me le ricordo proprio tutte ne tantomeno in ordine ma farò del mio meglio per essere il più fedele possibile. Allora, siamo andati su delle specie di montagne russe che però non erano proprio montagne russe ma erano velocissime ed è stata una scarica di adrenalina pazzesca! Poi ci hanno diviso in squadre fin dall’inizio e alla fine del camp hanno proclamato la squadra vincente (io ero della squadra verde che si è guadagnata un secondo posto onesto), un altro giorno siamo andati ad Avalon Park a guidare i gokart, è stato fantastico, io sono paurosa di fondo ma mi sono divertita molto e anche quella è stata una nuove esperienza. Un pomeriggio siamo andati in un centro nel quale addestrano i cani che fanno compagnia ai ciechi ma nell’andarci qualcosa è andato storto. Parlando con un ragazzo polacco nel camminare non mi sono accorta di un gradino così sono inciampata e poi caduta e la mia caviglia si è piegata su se stessa. Subito non mi ha fatto così male poi, però, nel tardo pomeriggio siamo andati in piscina ed è stato lì che ho capito che la caviglia non era nelle migliori condizioni, infatti non riuscivo a nuotare e una volta uscita dalla piscina ho fatto una fatica assurda a camminare. Per di più quella sera era la serata discoteca ma io non riuscivo a camminare quindi ho passato la mia serata su un divano a chiacchierare mentre molti ballavano, per fortuna bene o male c’era sempre qualcuno a farmi compagnia, o meglio, a fare compagnia a me e alla mia caviglia fasciata. La mattina seguente un’assistente mi ha portato una specie di “tutina” per il mio piede in modo che contenesse anche la caviglia e tutto poi è andato meglio anche grazie ad una crema-ghiaccio il cui effetto è stato miracoloso. Adesso la caviglia a volte mi fa ancora un po’ male quando la metto in determinate posizioni. I giorni passavano, abbiamo visitato il centro di Miskolc, abbiamo degustato il Tokaj, e cosa più bella in assoluto una sera siamo andati in una caverna nella quale c’è una piscina interna e un percorso da seguire, c’erano piscine anche esterne ma era troppo freddo per starci. Cercate su internet “Cave Bath Miskolc” e capirete di cosa parlo, è stato meraviglioso! Una sera siamo andati in un bar che la sera si è trasforma in un pub e abbiamo passato la serata così. Gli ultimi due giorni li abbiamo passati in un hotel a Budapest in modo da agevolare poi le partenze nei giorni successivi. Abbiamo visitato la città molto liberamente e poi la sera siamo andati in una discoteca molto carina (Doboz). Il giorno della partenza è stato terribile, salutare tutti è stato veramente triste, ci sono stati pianti e sorrisi. La maggior parte di noi piangeva al pensiero che tutto stesse finendo.
Ho conosciuto persone fantastiche al camp, le persone con cui ho legato di più sono state Line (la mia compagna di stanza), Jack cioè il mio compagno per tutta la durata del camp e poi anche altri, chi più chi meno anche perché comunque eravamo in tanti quindi è logico che non si possa parlare con tutti allo stesso modo e nella stessa maniera.
Tirando le somme questa è stata la mia esperienza e sì, è stata l’esperienza più bella della mia vita.
Ho capito molte cose, ho capito che è bello conoscere persone nuove con culture diverse dalla mia, a volte si pensa che siano troppo diverse poi in realtà capisci che non sono poi così diverse e che a volte cono molto meglio perfino di alcune persone della tua stessa cultura.
Se posso permettermi di dare alcuni consigli l’unico è quello di far durare di più il camp perché davvero, è passato troppo in fretta! Di queste tre settimane che ho passato in Ungheria posso tranquillamente dire che le due settimane passate al camp sono state di gran lunga più belle rispetto alla prima passata in famiglia. Forse dipende da famiglia a famiglia però io mi sono trovata meglio al camp. I membri dello staff sono stati gentilissimo da Peter, il direttore del camp, a Laszlo, a Patti, poi Doroty, Eva, Evi, Daniel, Peter, tutti! 
Una cosa molto carina che hanno fatto gli ultimi giorni al camp è stata quella di permetterci di scrivere dei messaggi su pezzi di carta a chi volevamo. Ho letto i messaggi ricevuti in aereo sul volo di ritorno e ho pianto come ho fatto poche volte nella mia vita.
Ringrazio tutti per avermi permesso di partecipare a questo camp, è stata veramente l’esperienza più bella della mia vita.