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ITALIA: what else?

Se dovessi descrivere questa esperienza con due parole la definirei ‘unica’ e ‘formativa’.

Unica per le tante esperienze che sia le famiglie sia l’organizzazione del Campus mi hanno fatto vivere. Tra le più belle ne cito alcune: visita in una “cava” di Champagne, partecipazione ad una delle sessioni del festival internazionale di musica d’organo tenutasi nella cattedrale di Boulogne, tour in un giorno di tutto il nord della Francia grazie a una delle famiglie che mi ha ospitato conclusosi in un famoso ristorante a Le Crotoy, visita presso Chantilly di uno dei castelli più belli del centro della Francia ovviamente con annessa degustazione della celeberrima crema del posto.

Per non parlare del cibo, una tra le mie principali passioni ben assecondata in Francia; già il cibo, unico linguaggio internazionale dei primi giorni: basta dire che già durante il terzo giorno di soggiorno mi sono ritrovato in una moderna cucina a cucinare per la famiglia che mi ospitava dei piatti italiani.

Formativa per le tante cose imparate e insegnate. Imparare il francese è stato bellissimo, ho riscoperto il mio arcano amore per il francese ma allo stesso tempo ho insegnato espressioni italiane a chiunque. Un giorno a Calais, una delle città più a nord della Francia mi sono ritrovato a parlare di cucina italiano e di enologia con un autotrasportatore francese assetato di cultura italiana. Ho imparato come si fa lo Champagne che poi ho acquistato con la dedica ‘a Vito’. Ho imparato a cucinare molti piatti francesi ma soprattutto a mangiarli. Nel campus le esperienze scambiate sono state molteplici grazie alle esperienze che ciascun giovane partecipante portava con sè. Cito qui il mio incontro con la cultura indiana di cui ho imparato qualche danza; ho appreso molte delle espressioni giovanili della cultura spagnola, ho imparato in lingua tedesca la dizione deii numeri, dei colori e dei giorni della settimana.

Sono stato trattato come un figlio dalle tre famiglie che mi hanno ospitato tanto da far commuovere una delle mamma alla mia partenza.

Sono grato ai Lions per avermi permesso di vivere questa esperienza e pertanto ringrazio in primo luogo Domingo, mio mentore, e tutti gli altri invisibili membri che sponsorizzano gli scambi giovanili e dedicano il loro tempo e le loro energie per permettere a noi giovani di vivere queste esperienze.

Lo consiglio a tutti i giovani ricordando che la nostra cultura è solo una piccolissima parte della cultura mondiale e va interscambiata con tutte le altre.