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ITALIA: what else?

Sono partita il 15 Luglio dall'Italia per arrivare in Bassa Sassonia, Germania. Non sono mai andata in aeroporto, e quel giorno ho preso due aerei da sola.
Arrivata all'aeroporto di Hannover, sono stata accolta dal Signore Bernd Harras che mi ha accompagnato fino ad Osnabrück, dove ho poi incontrato la mia famiglia ospitante.
Avevo già avuto un'esperienza simile riguardo l'ospitalità in una famiglia straniera, sempre tedesca, quando andai con la mia scuola a Würzburg in marzo, ci rimasi per una settimana.
Non fu una bella esperienza sfortunatamente, quindi temevo che pure questa volta mi sarei ritrovata in un ambiente negativo.

Le mie paure furono però subito dimenticate quando incontrai per la prima volta la mia famiglia ospitante: tutti, dalla madre Eva, Christian e i due adorabili figli Ben e Lotti, sono stati una gioia ad avere vicino. Non solo per le due settimane in famiglia, ma anche dopo, quando mi ritrovai al campo, erano sempre disponibili e pronti ad aiutarmi. Con loro mi sono sentita veramente parte della famiglia, e mi ritengo molto fortunata di avere passato con loro questo periodo insieme. Abbiamo fatto molte cose: abbiamo visitato città come Bremen e Osnabrück - e anche la magnifica Amsterdam, abbiamo visitato musei e parchi giochi e come ultimo evento siamo andati tutti insieme ad un festival Reggae in Bersenbrück. Ci siamo incontrati anche con altre famiglie ospitanti, e così ho incontrato altri ragazzi e ragazze stringendo amicizia pur prima di vederci al campo.
Parlando del campo, anche quella è stata un'esperienza fantastica. 
Molto diversa dall'esperienza in famiglia, ma non per lo meno bella. Nel campo ho incontrato molte persone nuove e con la maggior parte ho instaurato un bel rapporto di amicizia. Conoscere così tante persone, provenienti soprattutto da così tanti paesi diversi, ti fa rendere conto di quanto sia veramente vasto il mondo. Al campo mi sono divertita molto, anche quando il tempo atmosferico non permetteva di andare fuori all'aperto; giocavamo a carte, cantavamo e guardavamo film tutti insieme la sera prima di andare a letto. C'era un forte senso di comunità e simpatia, cose che resero la convivenza con così tante persone molto facile - anche per una persona molto introversa e riservata come me. Riguardo al programma del campo, mi è piaciuto molto. Forse un pochino vecchio stile, per esempio le numerose visite nei musei di barche, ma fu lo stesso interessante e educativo. Oltre a visitare musei ci furono tante altre attività come forgiare coltelli (con la supervisione di professionisti), arrampicarsi sugli alberi, camminate per la foresta, andare in piscina e, un'esperienza che non dimenticherò mai, abbiamo visitato una casa di ricovero per bambini stranieri malati. Abbiamo alloggiato là per una notte e i tutori di quel posto ci hanno insegnato molte cose sulla vita di quei bambini, con i quali abbiamo giocato insieme.
L'ultimo giorno, quando l'esperienza giunse ad una fine, io non volevo andarmene. Credo di essermi veramente affezionata alla quotidianità di quel posto e delle persone. Al ritorno sono arrivata in aeroporto con altre due mie coetanee italiane, ed insieme abbiamo preso gli aerei per tornare a casa.
Da quando sono tornata a casa, posso percepire in me una differenza. Io penso proprio che questa esperienza mi abbia cambiato, migliorato come persona. Mi ha aperto un mondo: adesso provo una sete per i viaggi, per l'estero e una grande curiosità e voglia di fare per il mio futuro. Spero proprio, in futuro, di vivere di nuovo un'esperienza simile.
Sono molto riconoscente a tutte le persone che hanno potuto rendere questo viaggio una possibilità per me.