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ITALIA: what else?

Durante il mese di luglio di quest’anno, più precisamente dal 9 al 27, ho partecipato agli scambi giovanili Lions e come meta ho scelto i Paesi Bassi.
Ormai ho concluso il percorso scolastico delle superiori da un anno e infatti avrei dovuto fare questa esperienza ormai due anni fa e come meta avevo scelto l’Irlanda. Purtroppo, data la situazione epidemiologica, ho dovuto aspettare due anni per vivere questa esperienza... e ne è valsa la pena.
Ho passato la prima settimana in famiglia insieme ad altre due ragazze, e gli ultimi dieci giorni nel camp Lions. Essendo io una persona abbastanza riservata ed introversa, ho preferito il tempo trascorso in famiglia, dove eravamo meno persone e il clima era più tranquillo. In ogni caso ho apprezzato moltissimo anche il camp, dato che ho incontrato persone con cui rimarrò in contatto per tutta la vita: qui si sono creati dei legami indissolubili che mai potrò dimenticare.

Sono arrivata alla stazione di Arnhem nel pomeriggio del 9 luglio, un membro del Lions Club mi è passato a prendere insieme a Jasmin, la ragazza finlandese che era già arrivata in mattinata. Ci siamo subito presentate e dopodiché siamo state accompagnate alla casa della famiglia che ci avrebbe ospitato nei primi tre giorni: purtroppo la famiglia in questione non sarebbe tornata prima della mattina seguente a causa di un imprevisto che ci ha viste cambiare alloggio nei nostri primi tre giorni. Dopo cena ci ha infine raggiunte anche la ragazza danese, Mathilde: eravamo finalmente al completo. La prima notte l’abbiamo passata dormendo nello stesso letto, dato che erano stati preparati tre letti in due camere diverse, non volevamo lasciare nessuna da sola: questo ci ha unite sin dalla prima notte ed ha aumentato la nostra, già sviluppata, connessione.
Abbiamo speso questa prima settimana conoscendo nuove persone tutti i giorni e visitando Arnhem e dintorni. È stato un po’ stancante conoscere tutta questa gente ogni giorno, ripetere sempre le stesse cose per conoscerci meglio, ma comunque molto divertente. Nella nostra seconda famiglia ospitante abbiamo legato particolarmente con la host sister -praticamente nostra coetanea- che ci ha portate fuori anche di sera.
Il camp si è poi svolto nella cittadina di Noorden, in un posto immerso nel verde e molto tranquillo. Ho apprezzato molto i membri dello staff, tutti molto giovani, praticamente coetanei. Appena arrivata mi sono un po’ preoccupata per la quantità di persone, dato che eravamo una trentina tra ragazzi e ragazze: per fortuna ho subito legato con molti di loro e mi sono trovata molto bene. Questi dieci giorni sono letteralmente volati, tra gite in diverse città -come Amsterdam o Rotterdam- e attività all’interno del camp.
Ho imparato molto sia dal paese dove mi trovavo, sia da quelli dei miei compagni: mi sono innamorata del nord Europa solo sentendone parlare, tra finlandesi e danesi. Per non parlare delle differenze culturali e dell’apertura mentale che ho trovato, e che forse manca un po’ a noi italiani. Grazie a questa esperienza ho imparato ad apprezzare molte cose che in Italia si danno per scontate, ma che lì non lo sono affatto, e anche a riconoscere i molti difetti che ci riguardano e che dovremmo migliorare. Cercherò sempre di considerare le diversità come spunto per migliorarsi e non come un ostacolo alla comunicazione tra due o più popoli diversi.
Tra tante consapevolezze crollate durante queste settimane nei Paesi Bassi troviamo sicuramente i legami indissolubili che si sono creati in pochissimo tempo: mai avrei pensato che potesse succedermi, proprio io che ad aprirmi e a fidarmi degli altri ci metto davvero un’eternità.