È difficile trovare le parole per descrivere il periodo che ho passato in Messico, infatti, benché io abbia già raccontato diverse volte ad amici e familiari di questa esperienza, non mi sembra di essere mai riuscita a trasmetterne la vera essenza. Come mettere a parole il sorriso e la gentilezza di Tete, la mia host-mom a Baia California, o l’umorismo di Esteban, uno dei miei host-brother, o il senso di comunità e appartenenza provato in campus?
Si è ormai capito che leggere questo breve riassunto non sarà come vivere il Messico in prima persona, ma ci si proverà lo stesso.
Il mio viaggio è iniziato a Linate, era la prima volta che viaggiavo da sola e se da una parte c’era un po’ di ansia e di nervosismo, dall’altra il senso di maturità e responsabilità e l’emozione per un’avventura imminente sovrastavano il resto. Più tardi sono arrivata a Fiumicino dove ho incontrato altri due ragazzi italiani, Filippo di Firenze e Grazia di Bari, con cui poi avrei viaggiato; 14 ore di aereo e sono finalmente atterrata a San Jose del Cabo, dove la mia famiglia ospitante è venuta a prendere me e l’altro ragazzo italiano per poi portarci a Cabo San Lucas.
Dal 14 luglio al 5 agosto ho avuto la possibilità di prendere parte ad una delle esperienze più belle della mia vita. Grazie all’associazione Lions ho avuto l’opportunità di esplorare una parte del mondo completamente sconosciuta a me fino a poco tempo fa: il Messico. Parto dicendo che, non appena mi è stata comunicata la meta, ho fatto i salti di gioia. Al contrario, la mia famiglia non era molto convinta nel lasciarmi andare, in quanto la reputazione messicana e la lontananza li spaventava. Ma d’altronde non potevo rinunciare a questo tipo di opportunità che capitano una volta sola nella vita e per conoscere veramente un paese bisogna visitarlo e girarlo, senza dare troppo peso ai soliti stereotipi. Quello che, a dire il vero, mi spaventava di più era il viaggio: sono partita da Milano Linate e, non essendoci un volo diretto, ho dovuto fare scalo a Roma. Considerando le mie abilità di orientamento, ero terrorizzata. Avevo tanta paura di perdermi e di non riuscire a trovare la giusta strada per prendere l’aereo in tempo, ma con mia grande sorpresa è stato più facile di quanto pensassi.
Gli scambi giovanili dei Lions non erano una novità per me, essendo stata, per diversi anni, una famiglia ospitante; quest’anno ho deciso di partire e mi è stata offerta l’opportunità di essere giovane ambasciatrice in Messico, un paese lontano ed affascinante che mi incuriosiva molto.
La prima settimana è stato il periodo del campo, composto da 10 persone di varie nazionalità e dai responsabili Lions. In questa settimana abbiamo visitato diverse città, non posti famosissimi, ma molto belli da vedere come la città di Morelia e il vulcano Paricutin.
Affascinante è stata l’ascesa al vulcano, interessanti gli incontri con i club lions del posto, che ci hanno fatto conoscere le loro attività, la loro cultura e il loro cibo; le giornate passate con gli altri ragazzi sono state divertenti, abbiamo da subito stretto amicizia, un’amicizia che porteremo sempre nel cuore.
Buenos dias,
un italiano di ritorno dal Messico non può che portarsi dentro tanto di quella cultura e lingua che ha appena lasciato: la mia esperienza di scambio giovanile Lions quest’anno si è svolta proprio nello splendido Messico.
Agli scambi Lions devo molto: tre esperienze straordinarie, la scoperta di due nuovi continenti (Asia e America) con le loro relative culture e le infinite amicizie createsi con stupendi ragazzi e ragazze partecipi di questo mondo.
Dopo il terzo viaggio, appunto, tentare di descrivere le emozioni provate è sempre più difficile, sembra quasi riduttivo: momenti del genere vanno vissuti in prima persona per poterne cogliere la grandezza e la bellezza.