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ITALIA: what else?

Lo scorso 20 dicembre sono partita alla volta della Nuova Zelanda, piena di emozione ma anche un po' di timore.
È infatti stato il mio primo viaggio fuori dall' Europa e il mio primo viaggio da sola e per così tanto tempo lontano da casa.
Ci sono infatti voluti 3 voli e circa 25 ore di aereo per arrivare a destinazione.
Durante il mio primo volo da Roma a Dubai ero in compagnia di un altro ragazzo italiano, Francesco, e a Dubai abbiamo incontrato Matteo ed Elena, con cui abbiamo trascorso il secondo e lunghissimo volo fino ad Auckland. Questo di sicuro è stato un aspetto positivo, ossia aver trascorso l' infinito viaggio in compagnia degli altri ragazzi italiani.
Tuttavia arrivati ad Auckland le nostre strade si sono separate: io ho preso un volo per New Plymouth con Matteo mentre Francesco ed Elena avevano un volo diverso per Palmerston North. Entrambe le città, anche se lontane, sono nell'isola del Nord della Nuova Zelanda, che è quella in cui abbiamo trascorso circa un mese.
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Arrivata a destinazione sono stata accolta da Joyce, la mia adorabile host mum. Ho trascorso con lei 6 piacevoli giorni, visitando la cittadina di New Plymouth e i dintorni. Ho anche passato con lei e la sua famiglia il giorno di Natale: dopo un grande pranzo, principalmente a base di carne, abbiamo scartato i regali e sono stata sorpresa nel ricerne numerosi anche io, sia da lei che dal resto della sua famiglia! Non dimenticherò mai la loro dolcezza e la loro accoglienza! 
Triste di lasciare Joyce, ho poi raggiunto un'altra città, Tauranga, dove sono stata al campo Lions per 10 giorni.
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È stata davvero un' esperienza unica, perché ho trascorso questo periodo con altri 35 ragazzi proveniente da tutto il mondo. Noi Italiani eravamo gli unici Europei, gli altri ragazzi provenivano infatti dal Brasile, dall' Australia, dalla Malesia, dal Giappone e dalla Nuova Zelanda stessa. È stato meraviglioso trascorrere questi giorni di puro divertimento perché abbiamo fatto attività di ogni tipo in città, a mare o in montagna e siamo stati i primi nel mondo a festeggiare il Capodanno. Tuttavia la cosa più significativa è che ho condiviso tutto ciò con persone con lingua, religione e abitudini diverse, ma è stato proprio questo il punto di forza: abbattere ogni barriera e ogni diversità e sentirsi parte di una grande famiglia oltre frontiere, oltre confini, oltre la lingua e oltre tradizioni e costumi.
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Dopo il campo sono partita con gli altri ragazzi italiani per Whangarei dove ho trascorso una sola notte nella famiglia di Elena. Infatti la mia famiglia era in un'altra città ancora più lontana e quindi per evitare un viaggio troppo lungo, ho proceduto il giorno successivo fino alla mia destinazione: Opononi.
Questo è un paesino di circa 400 abitanti in Hokianga, una delle regioni più a nord del paese, dove sono stata ospitata dalla simpaticissima Sue. Opononi si trova sul mare e si può ammirare una vista spettacolare con la spiaggia, l'oceano e in lontanza una specie di collina fatta unicamente di sabbia!
Durante il mio soggiorno qui ho anche avuto la fortuna di fare un tour guidato in una vicina foresta dove si trova l'albero più antico al mondo che risale agli anni di Cristo e, di ritorno a Whangarei, dove ho trascorso un'altra notte con la famiglia iniziale, sempre a causa del lungo viaggio, ho potuto visitare una "marae" ossia una sorta di tempio Maori.
Credo che Opononi sia stato il posto più bello che abbia visitato in Nuova Zelanda e che veramente mi ha lasciato un segno!
L'ultima settimana l'ho trascorsa ad Auckland, la principale città dell'isola del Nord, in una famiglia insieme a tutti gli altri italiani. Anche qui ci ha accolto una splendida host mum, Linda, che ha accontentato ogni nostro desiderio portandoci a fare uno shopping sfrenato, a visitare la città, le spiagge e i posti caratteristici. Linda però il 18 gennaio ci ha anche portati all' aereoporto dove avevamo il nostro volo per tornare in Italia.
Posso dire senza dubbio che l'esperienza in Nuova Zelanda sia stata una delle più belle della mia vita.
Non dimenticherò mai i meravigliosi panorami, i nuovi amici prevenienti da ogni parte del mondo e specialmente le famiglie che sono state davvero uniche e con cui sono ancora in contatto.
Ringrazio i Lions italiani per avermi dato questa opportunità e per la premurosa attenzione nel seguirci, così come ringrazio i Lions neozelandesi per averci accolto calorosamente e per essere stati sempre disponibili durante tutta la permanenza in Nuova Zelanda.
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Articolo pubblicato su LION MAGAZINE - NEW ZEALAND del Mese di Maggio 2020
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