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ITALIA: what else?

Un sogno che ho sempre avuto fin da piccola, la voglia di visitare luoghi sconosciuti, scoprire culture differenti dalla mia, imparare correnti di pensiero completamente diverse da quelle che ho sempre avuto intorno a me.
Un sogno che ho sempre creduto, a malincuore, che si sarebbe realizzato solo quando fossi stata già grande, senza potere vivere quelle esperienze giovanili che ho sempre avuto la certezza ti segnassero e formassero nel profondo, lasciando una cicatrice indelebile con la forma di volti conosciuti per poco, ma prezioso tempo.
Ebbene grazie ai Lions anche io ho potuto avere un’esperienza all’estero (la mia destinazione era Iowa, USA) a soli 17 anni di età.

Capirete anche voi quanto sia stato complesso convincere i miei genitori a lasciarmi partire: la paura di mandarmi dall’altra parte del mondo, in cui dovevo arrivare attraverso 24 ore di viaggio e due scali in due degli aereoporti più grandi del mondo (London, Heathrow e Chicago, O’Hare) e il semplice fatto di dover rinunciare alla loro ‘bambina’ per cinque settimane, in un luogo lontano che non avrebbero potuto raggiungere con facilità è stato uno scoglio arduo da superare.
Ma sono felice di avere speso tante energie per convincerli, e sono ancora più grata a loro per non avermi tarpato le ali con un’occasione del genere servita su un piatto d’argento.
Il viaggio di andata non è stato semplice, ma sono stata in grado di cavarmela. Il vero problema che ho affrontato nella mia permanenza negli USA è stata la mia famiglia ospitante. Non solo avevano un concetto di famiglia totalmente diverso dal mio, cosa a cui in un certo senso ero preparata e mi aspettavo, ma la mia sorella ospite aveva seri problemi a relazionarsi con le persone. Non è stato tutto rose e fiori: il cane con cui convivevo era un vero e proprio scalmanato, un animale mai educato a cui era permesso di fare qualunque cosa volesse. Amo cani e gatti, ma Daisy (Il cane della mia famiglia ospitante) mi saltava addosso e mi graffiava, mi mordeva i braccialetti rischiando di romperli e si metteva a mordermi quando ero seduta sul divano, nel tentativo di giocare con me. Questo durante la mia prima settimana e mezza di permanenza, durante la quale (nella quasi totale assenza dei genitori ospitanti, sempre a lavorare o guardare la tv o isolati in altre stanze della casa) ho cercato aiuto presso Blair, la mia sorella adottiva, per risolvere la situazione con Daisy. Basti dire che la situazione non è cambiata di una virgola (mi veniva detto di ignorare il cane, alto quanto me quando si metteva in piedi, che mi infastidiva di continuo), fino a quando, persa la pazienza, non ho educato io stessa il cane. Usando biscottini, dispensando carezze quando necessario e alzando la voce con aria minacciosa in più di un’occasione. É stata dura, ma alla fine della seconda settimana io e Daisy eravamo diventate amiche. Blair è stato l’altro problema: come ho già accennato sopra, la mia sorella ospitante non aveva una personalità affine alla mia: parlava solo del suo cane e faceva battute pesanti insultando il mio paese, spesso non ascoltava le mie opinioni sul da farsi e si immergeva nel suo computer a fare chissà cosa per ore.
E, nonostante tutte le difficoltà e le incomprensioni (non era brava ad esprimere i sentimenti, quindi non sono stata sicura di piacerle fino a quando non ci siamo seprate all’aereoporto) entrambe abbiamo pianto quando ci siamo salutate per l’ultima volta. E solo ora che ci ripenso mi rendo conto di avere avuto, per cinque settimane, una vera e propria sorella. Qualcuno che non si sceglie, con cui qualche volta ho litigato, con cui ho riso, scherzato, visto film orribili e divertenti, visitato città, andata a fare shopping. Non avevamo una relazione ideale, ma è questo che accade tra sorelle, no? Nonostante tutte le differenze, ci si vuole bene e ci si affeziona. Questo è stato il tipo di travagliata eppure a suo modo stupenda relazione che ho avuto con Blair.
Un’altra cosa che sento di dovere menzionare è la mia gratitudine verso una delle vicine di casa di Blair, Courtney, che ospitava Millena, una ragazza brasiliana arrivata con il mio stesso programma di scambio culturale Lions. Courtney mi ha accolta come se fosse lei la mia vera host e mi ha portato ovunque andasse con Millena. Chicago, Decora, Cedar Rapids, il drive-in, la grigliata del 4 Luglio. Se non fosse stato per Courtney probabilmente avrei passato cinque settimane rinchiusa a Tipton town, dato che la mia famiglia era molto assente, come ho già accennato.
Millena.
Lei è diventata una delle mie migliori amiche. Ci siamo scelte a vicenda, io e lei, e ha riportato una parte del mio cuore con sè in Brasile. Una ragazza stupenda che ho avuto la fortuna di incontrare, e con la quale ho stabilito un rapporto di amicizia che semplicemnete non è esprimibile a parole. Basti solo dire che non vedo l’ora di incontrarla di nuovo, ed entrambe ci stiamo già adoperando affinchè questo avvenga il prima possibile.
Per finire, vorrei spendere due parole per il campo Lions di Iowa. Una settimana devastante dal punto di vista fisico (colpa soprattutto delle alte temperature che ci sono state in quei giorni, 45° con il 95% di umidità) ma spettacolare sotto ogni altro punto di vista. Lì ho conosciuto molti altri ragazzi e ragazze da tutto il mondo, e ho vissuto l’esperienza unica e irripetibile di un campo con persone da tutto il mondo. E ovviamente tutti i responsabili del campo sono stati fantastici, sia nell’organizzazione delle attività che nella loro esecuzione. Zip-line, bowling, canoa, visita a Capitol, visita ad una delle maggiori università di Iowa, il parco divertimenti, Tie-Diyng sono solo alcune delle attività che abbiamo svolto in quei meravigliosi sette giorni.
Dunque, tirando le somme: nonostante sia stata ‘sfortunata’ con la famiglia ospitante, l’esperienza in sè è stata talmente bella, le persone che ho incontrato sono diventate talmente importanti per me, ho appreso così tanto e vissuto talmente tante nuove avventure, che alla fine non ha avuto importanza.
E sono certa di dire, con questa esperienza alle spalle, che in un progetto del genere i lati positivi sorpassano gli eventuali lati negativi. SEMPRE.
Grazie Lions, per l’occasione unica che mi avete concesso.
Con gratitudine.