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ITALIA: what else?

Non mi sono affatto pentita di aver accettato questa proposta arrivata d'improvviso come una sorpresa, anzi devo ringraziare per avermi dato una grande opportunità di visitare un paese così speciale, sotto tutti i punti di vista: delle bellezze naturalistiche, delle persone e della loro cultura, grazie anche alla presenza dei miei compagni di avventura italiani, che mi hanno accompagnata dall'inizio alla fine. 
L'unica pecca è stato il fatto di non aver incontrato altri giovani partecipanti allo scambio che fossero stranieri (ad eccezione di due ragazze finlandesi incontrate a Cape Town) perchè, essendo partiti più tardi del previsto, loro sono ritornati a casa una settimana prima di noi. A parte ciò, noi 4 (io, Mary, Laura e Michele) ci siamo divertiti tantissimo insieme, abbiamo fatto molte esperienze diverse, come cucinare la carbonara per ben 3 volte! (Credo di averne mangiata di più in un mese che di solito quando sono in Italia), mangiato il patè di coccodrillo, visto un sacco di animali (tra questi, abbiamo accarezzato i cuccioli di leone e dato da mangiare alle giraffe (sono davvero dei giganti!), abitato tra la fattoria e la montagna dove siamo stati per una settimana isolati dal resto del mondo, in mezzo solo alla natura e agli animali (struzzi soprattutto), ma in compenso abbiamo fatto un "adventure tour" nelle cave piene di stalagmiti e stalagtiti, saliti in piedi su un uovo di struzzo senza romperlo, fatto un 4x4 con il pick-up aperto su e giù dalle montagne con precipizi e fiumiciattoli vari arrivando in cima e visto come lavorano i neri alle dipendenze dei bianchi (le nostre famiglie possedevano campi di cavoletti di Bruxelles e di broccoli). 

Insomma, la doppia faccia della medaglia si distingue molto bene ancora oggi purtroppo,i principi di razzismo sono radicati e la separazione tra bianchi e neri è forte (sono loro stessi a voler mantenere le distanze). Pensa che stentavano quasi a parlare dell'Apathaid quando abbiamo chiesto di visitare il museo (ma alla fine ci siamo andati). 
Le famiglie sono state disponibili e gentili in generale, a parte quella di Durban che stata per così dire "improvvisata", nel senso che io e Mary eravamo affidate al Chairman di Durban, ma quando è venuto a prenderci all'aereoporto ci ha portate subito in un'altra casa, in cui ovviamente c'era grande disorganizzazione. In quella settimana si sono occupati poco di noi per diversi motivi (padre separato e psicologo con lo studio in casa sempre impegnato con il lavoro, una figlia di 16 anni che naturalmente andava a scuola e un figlio di 23 anni che lavorava in una scuola). Comunque siamo sopravvissute! 
Poi riferirò tutti questi aspetti nella relazione finale, così che i Lions abbiano un quadro complessivo. 
Altro elemento che mi è dispiaciuto costatare: la gente ricca è molto attaccata ai soldi più di quanto potremmo esserlo noi(ci tengono a fare i conti separati e precisi fino al centesimo ed a riportare a casa ciò che hanno preparato se organizzano cene o feste). 
Però, come ti ho già detto, sono rimasta molto soddisfatta anche per questo secondo scambio e avrei visto volentieri anche altre zone dell'Africa, è un paese immenso, assolutamente da scoprire!

Ringrazio tutta l’Organizzazione Lions degli Scambi Giovanili, queste sono esperienze che difficilmente si potranno dimenticare; una perla in più che custodirò gelosamente.
Magari un giorno ci tornerò.

Grazie di cuore,