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Dal 10 luglio al 5 agosto ho partecipato ad uno scambio giovani YCE in Giappone, ed è stata un'esperienza fantastica.
Non conoscendo una parola di giapponese (o quasi), sono partita dall'Italia con molte incertezze, non sapendo se sarei riuscita a comunicare con la gente del posto e farmi capire.
Tuttavia appena arrivata ho trovato delle persone accoglienti, che mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Quasi nessuno parlava inglese, ma siamo riusciti a comunicare attraverso i Pocket-Talk, degli strumenti di traduzione simultanea che ogni giapponese sembrava possedere. 
La mia prima famiglia, con la quale sono rimasta solo per i primi 4 giorni, mi ha dato una prima impressione bellissima dei giapponesi: delle persone cortesi, che fanno di tutto per poterti aiutare!! (A volte al punto da farti sentire in colpa per aver chiesto indicazioni per strada).

Dopo quasi una settimana dal mio arrivo, mi ha accolta la mia seconda host-family, due signori di quasi 70 anni giovanili e pieni di vita, che non appena ho detto che mi sarebbe piaciuto visitare Tokyo, mi ci hanno portata! Il viaggio da Fuji di quasi un'ora l'abbiamo passato ascoltando canzoni napoletane da un vecchio CD che la coppia aveva acquistato durante un viaggio in Italia una ventina d'anni prima. Durante la settimana con la famiglia ho visitato luoghi bellissimi e caratteristici, assaggiando cibo tradizionale e spesso indossando lo yukata, il kimono estivo.
Giulia2Poi è arrivato il giorno di lasciare la famiglia, dalla quale sarei tornata ancora un paio di giorni, per andare a Nagoya, dove avrei passato una settimana per il campo.
Al campo ho trovato altri 35 ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo, con i quali ho legato subito.
Insieme abbiamo passato dei giorni bellissimi, scoprendo nuove città e parlando dei nostri paesi d'origine.
Non c'è bisogno di dire che questa è stata la settimana più bella della mia permanenza, infatti una volta arrivati al momento dei saluti a tutti è scesa una lacrima, e abbiamo iniziato ad organizzarci per rivederci presto.

Giulia1
Dopo pochi giorni mi sono trasferita nella mia terza host-family, sempre nella città di Fuji, dove ho passato la mia ultima settimana in Giappone.
Tutte e tre le mie famiglie, sapendo che sono vegetariana, da subito erano preoccupatissime pensando a cosa farmi mangiare, ma dopo un pasto o due si sono accorti che in realtà era molto semplice, vista la mia passione per i loro udon con tempura.
Molto spesso però decidevano di portarmi al ristorante "italiano", dato che loro ne sono innamorati. 
Tra una cerimonia del the e un festival tradizionale questa esperienza mi ha aperto gli occhi verso una cultura dove gentilezza e generosità verso il prossimo sono alla base. Stando in mezzo a persone che hanno sempre fatto il massimo per prendersi cura di me, mi sono sentita in dovere di ricambiare, cercando di essere cortese con chiunque incontrassi, magari facendo uso delle due o tre frasi in giapponese che avevo imparato.
Una cosa molto importante che mi è stata insegnata durante una cerimonia del the, rispecchia appieno il mio modo di vedere le persone. Come mi è stato detto, "durante la cerimonia del the, bisogna guardare solo il lato buono della persona davanti a noi: in questo modo possiamo instaurare un rapporto di pace con lei. Se ognuno nel mondo facesse così, saremmo tutti in pace."