Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

Quest'anno ho deciso di partecipare al progetto di scambi culturali promosso dai Lions.
Essendo la mia prima esperienza non avrei mai immaginato che la mia destinazione sarebbe stata dall’altra parte del mondo, l’Australia, ma con forte emozione mi sono tuffata in quest’avventura.
Ho trascorso due settimane presso una famiglia a Ingham, in Queensland e una presso un’ulteriore famiglia in vacanza a Forrest Beach.
Non ero sola, ho condiviso tutta l’esperienza con una ragazza finlandese e ritengo di essere stata molto fortunata.
Andando in un altro paese devi già mettere in conto le differenze di abitudini etc., ritengo, però che quando una famiglia decide di ospitarti, sarebbe cortese mettersi nelle condizioni di far stare a proprio agio i ragazzi.

Ciò che non è capitato con una delle due famiglie, o per lo meno in parte.
Non dubito che si siano sforzati di mostrarci quello che potevano, fra parchi, cascate, quello che offriva il loro territorio, accompagnandoci anche in un road trip, ma il modo con il quale si sono posti era leggermente rude. 
Abitavamo in una casa su un'autostrada e per raggiungere il supermercato (unico negozio) più vicino dovevamo camminare per 20 minuti, per alcuni giorni unica passeggiata che ci distraeva invece di stare in casa tutto il giorno, com’è capitato nei primi 3. (ovviamente eravamo un po’ perplesse ma alla nostra richiesta di aiuto il referente australiano ha detto che se non ci fossimo trovate bene ci avrebbe rispedito a casa, con seguente perdita dei punti del nostro distretto).
Il tempo grazie a barbecue, amici di famiglia e vicini è passato.
La settimana con la seconda famiglia, al mare, pur essendo inverno, è trascorsa molto più velocemente, grazie ai loro figli abbiamo visitato un’isola stupenda (Magnetic Island), l’unica vera città della vacanza (Townsville) e zoo con i tipici animali.
Se avessimo passato con loro tutte e tre le settimane penso che la mia impressione sarebbe stata diversa; sedersi anche solo a tavola con qualcosa di preparato da loro e non comprato sempre già pronto, o da prepararsi da soli, è stata una grande cosa.
La settimana precedente al camp, tornate dalla prima famiglia ospitante, il clima era ancora più teso, e con la mia compagna abbiamo cercato di distrarci tra di noi, giocando a carte o guardando film.
L’esperienza però non è stata totalmente negativa, il mio è solo un caso, perché non posso dire di non aver visto la parte naturale e selvaggia della zona.
L’ultima settimana mi ha fatto tornare la voglia di restare.
Mi sono ritrovata al camp Kanga, circondata di ragazzi provenienti da 17 nazionalità differenti e le emozioni, sensazioni che ho provato me le porterò dietro per sempre.
Eravamo impegnati in attività tutti i giorni, abbiamo fatto snorkeling, balli tradizionali ma la cosa più bella è stato il falò dell’ultima sera, stesi fino all’alba a guardare le stelle.
Ecco il cielo dell’Australia non me lo dimenticherò mai.
Tra cene di gala, giochi a squadre e chiacchiere ogni sera, il tempo è volato e la necessità di partire ha rattristato tutti.
Questo viaggio è stato impegnativo ma altrettanto interessante, sono queste le esperienze che ti segnano e che ti fanno crescere.
Ringrazio il Lions club italiano e australiano per avermi dato la possibilità di vivere quest’avventura, anche se consiglio di studiare meglio le famiglie e i luoghi prima di mandare ragazzi tanto giovani.
Sinceramente non so se ripeterò lo scambio perché non vorrei rischiare di trovare un’altra situazione spiacevole, tenuto conto che  io per per due/tre settimane mi sono sentita abbandonata dalla famiglia e dai Lions ed  avrei preferito essere altrove.