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Anche quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare al Lions cultural Exchange, destinazione Tunisia.
La durata del mio soggiorno è stata di tre settimane, molto banalmente posso dire che il soggiorno è trascorso tra alti e bassi, giornate piene, interessanti sotto tutti i punti di vista, umano, culturale, ed altre segnate senza abuso del termine, dallo sconforto e dalla nostalgia di casa.
Il mio viaggio è iniziato il 14 luglio, poco più di un’ora di aereo sono a destinazione, Tunisi, la capitale, dove ho trascorso la mia prima settimana.
In un tempo cosi breve, si può percorrere una distanza importante, e ritrovarsi in un contesto sociale che poco o nulla condivide con quello da cui provengo.
La mia famiglia era composta da quattro persone, i genitori e due figli, Aziz di vent’anni e Lina di dieci.
Durante la settimana ho avuto la possibilità di visitare la città vecchia di Tunisi, Sidi Bou Said, e l’antico porto di Cartagine.
Ho fatto il bagno nella spiaggia più bella della Tunisia, Kelibia, e ad Hammamet, senza dimenticare il giro in barca al tramonto.

Ma l’atteggiamento, le modalità di comunicazione della host family, i tempi di solitudine, hanno condizionato le visite e la mia permanenza in famiglia. I ragazzi si svegliavano solo verso mezzogiorno, e quindi passavo tutta la mattina in camera ad aspettare che si alzassero non facendo nulla, come avveniva nel pomeriggio, perché subito dopo il pranzo si ritiravano nelle loro camere e fino al rientro dei genitori, non uscivano. Inoltre quando eravamo fuori casa, la mia host family interagiva poco con me e se tentavo di iniziare una conversazione con loro, purtroppo durava ben poco, non vorrei apparire arrogante nel esprimere queste considerazioni ma era chiara la poca considerazione, inoltre ben chiaro veniva manifestato un atteggiamento autoritario, questo ben poco si lega a mio giudizio con la volontà di ospitare una persona per avere uno scambio culturale.
La seconda settimana l’ho trascorsa a Chebba una città sul mare, a tre ore di distanza da Tunisi, nella casa affittata dalla mia famiglia per le vacanze estive.
La mia seconda Host family era composta da cinque persone la madre Sameh, il padre Neja, le due figlie Eya di quindici anni e Hiba di dieci, e il fratello che ho avuto modo di conoscere solo gli ultimi giorni, perché si trovava in Belgio per partecipare anche lui allo scambio culturale Lions.
Ed ecco “che iniziano gli alti”, in questa settimana ho avuto la possibilità di apprezzare la cucina araba, preparata ogni giorno dalla nonna, una signora deliziosa che si è mostrata da subito gentilissima nei miei confronti dal primo momento in cui ci siamo conosciute, e anche se non riuscivamo a comunicare visto che lei parlava solo arabo, attraverso i gesti, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto e ci siamo divertite tantissimo giocando a carte insieme.
Non è strano, curioso, quasi inverosimile istaurare la relazione più vera con la persona che teoricamente doveva essere la più distante.
Durante questa settimana ho visitato due città Sfax, la città dove vive la mia host family, e Monastir, dove ho visitato il monumento funebre, il mausoleo Bourguiman, realizzato per il primo presidente della Tunisia, chiamato da loro il Boss, e il Ribat, una sorta di castello, dove si ha una visione dall’alto di tutta la città.
La maggior parte delle mie giornate le passavo in casa a giocare a carte con la mia famiglia, e quando il sole calava andavamo in spiaggia tutti insieme come una famiglia.
Un giorno abbiamo noleggiato il pedalò, e ci siamo divertiti a tuffarci, anche se la risalita era difficile e faticosa.
Ho apprezzato molto il tempo trascorso in famiglia, e ho instaurato un rapporto bellissimo con la mia host family, mi sentivo davvero integrata della famiglia come se ne facessi parte.
La terza settimana sono ritornata a Tunisi, la mia terza host family viveva a Cartagine ed era composta da quattro persone, la madre, il padre, e due sorelle, anche se io ho conosciuto solo Hella, perché la sorella si trovava in Svizzera con il Lions.
Qui in generale si sale ancora, ma non sono mancati alcuni precipizi.
Con Hella mi sono divertita tantissimo, ho visitato Tunisi, ho fatto il bagno in spiagge bellissime e indimenticabili, e mi ha fatto vivere la vita notturna della capitale.
Ci sono stati alcuni momenti, quando uscivamo con i suoi amici, in cui mi sono sentita esclusa perché nessuno interagiva con me, invece quando eravamo solo io e lei cambiava tutto, infatti ci siamo subito legate, e siamo diventate ottime amiche.
Durante questa settimana ho avuto anche l’opportunità di visitare il museo del Bardo, uno tra i musei più conosciuti al mondo, ho visto mosaici stupendi, statue antiche, e resti della civiltà cartaginese, sono però rimasta male per la poca considerazione e per la minima cura riservata alle opere, le quali sono per la maggioranza esposte senza protezione, e vengono continuamente toccate dai pochi turisti che visitano il museo.
L’esperienza che più ho apprezzato durante questa settimana è stata quando ho potuto indossare due vestiti tradizionali tunisini e mi sono stati insegnati qualche passi di danza, anche se la coordinazione non è il mio forte.
La Tunisia è un posto magico e indimenticabile, anche se le differenze tra uomo e donna sono ancora molto forti e avendole vissute in prima persona posso dire che non è facile conviverci per chi non è abituato ad una disparità cosi forte.