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Il viaggio ha avuto inizio sabato mattina con il volo Genova-Francoforte e in seguito Francoforte-Zagabria dove prontamente un membro del LEO club Divna Simatovic mi ha accolto nonostante il ritardo e guidato al primo bus per Rijeka dove verso le 22:30 dietro ad un cartello con su il mio nome scritto tra fiori e cuori ho trovato due primi componenti della mia famiglia ospitante Eda di 24 anni e la madre Mira Macovek.
Durante il viaggio non mi e’ mancato l’appoggio virtuale da parte di Barbara Milcic.

Nei giorni successivi ho legato molto con Vlatka la sorella maggiore di 25 anni docente di francese, italiano e inglese con la quale essendo fortunatamente guasto il televisore per tutta la durata del mio soggiorno ho consumato chiacchierate sugli argomenti piu’ svariati spesso fino a tarda notte.
Per la stessa ragione immancabile e’ stato domenica l’appuntamento al bar Pipistrello per esultare e dispiacersi insieme di fronte al maxischermo, uniti anche nell’amarissima sconfitta calcistica.

Sempre premurose e disponibili con l’entusiasmo di chi e’ orgoglioso della propria citta’ e vuole condividerne le meraviglie le mie sorelle mi hanno mostrato Rijeka e dintorni: Tunelri passaggio segreto fascista solo recentemente reso accessibile, il castello gotico di Tersatto e l’adiacente Chiesa delle Grazie, il porto, il Museo di Storia e Marittimo, il Museo di Storia Naturale, la Cattedrale di San Vito, la Torre Civica, Abbazia e le sue ville tra cui Angiolina in stile anni ’20 e persino in alcune gite fuori porta Delnice e Fuzine in Gorski Kotar tra tenerissimi cerbiatti e deliziosi strudel ai mirtilli dove oltre che un vecchio mulino abbiamo esplorato grotte e laghi (Bajer Jezero).
In casa l’atmosfera non e’ mai stata incrinata da tensione alcuna anzi riscaldata da frequenti visite familiari, esperimenti culinari e giochi da tavola tanto da sentirmene parte integrante sin da subito.
Salutatele alla fermata sono salita sul bus in direzione Porenzo dove ho conosciuto per la prima volta Dario Dzapo mentore del campus come Sara, Tjasa, Veronica, Maja e Philip e avuto occasione di scambiare le prime parole con gli altri campers provenienti da tutto il mondo: Austria, Canada, Danimarca, Italia, Finlandia, Francia, Israele, India, Germania, Lettonia, Olanda, Norvegia, Russia, America (Texas), Polonia, Turchia.

Cio’ che piu’ mi e’ piaciuto e’ stata la categorica proibizione di telefoni cellulari favorendo cosi’ la socializzazione con l’aiuto di giochi sia di team building sia di semplice intrattenimento o sport sfruttando la grande varieta’ di possibilita’offerte dal camp Lanterna luogo incantevole e perfetto per una tale esperienza con accesso immediato a spiaggia, campo da beach volley, ristorante self service vista mare, negozi e bar.
Ad aggiungersi le innumerevoli escursioni: l’uscita in barca a Porec e Rovigno con visita alla basilica di S Eufemia, la visita guidata presso la grotta Baredine e l’osservatorio Astronomico Ticon, l’attivita’ umanitarie presso il campo estivo della citta’ di animazione di bambini dai 4 ai 14 anni tra tiro con l’arco, tuffi, nuoto, paddle boarding e mille fantasiosissimi giochi, l’avventura in zip line di Pazin, la sorpresa del Parco Acquatico di Istralandia, l’uscita serale a Groznjan con concerto jazz, la gita all’anfiteatro romano e all’acquario di Pola.
Mai la noia ha attraversato le nostre giornate al pari della stessa nostalgia di casa ma anzi i dieci giorni sono volati tra risate e divertimento ma anche apprendimento di tanti aspetti della cultura croata e dei Paesi ospiti dei quali mi e’ stata data occasione di approfondimento diretto e privo di inquinamenti mediatici e per cui ringrazio calorosamente l’intero Club Lions.
Delle amicizie strette durante il camp sono la prova le lacrime versate il giorno del ritorno a casa e i messaggi di rinnovate promesse di nuovi incontri che tutt’oggi affollano le mie chat.