Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

Dopo più di 6 anni di Leonismo, alla veneranda età di 22 anni ho deciso di interessarmi al programma degli Scambi Giovanili Lions...averlo fatto prima mannaggia!
Dopo aver ospitato un ragazzo turco ed una ragazza finlandese ho sentito il desiderio di partire anche io tanto ero rimasta affascinata dall’esperienza di “Host family”. Un po’ timorosa per l’età ho fatto comunque richiesta per partecipare al Paricutin Lions Camp, nel centro del Messico.
Passano alcuni mesi fino a quanto i primi giorni di aprile ricevo un messaggio vocale da un numero sconosciuto che dice: “Hola Giulia soy Sofi te espero!”. Un po’ stranita rispondo al messaggio con “hola”, una delle poche parole che conosco in spagnolo. Dopo pochi istanti, in un italiano fluente, mi risponde una ragazza di nome Karina, la sorella grande della piccola Sofi, che si presenta come co-responsabile del campo Lions nonché mia sorella ospitante. In un attimo ho capito: mi avevano presa…Messico e nuvòle arrivo!!! Da quel momento in avanti sono cominciati i frequenti contatti con la famiglia Messicana e il conto alla rovescia per la partenza: mancavano solo 93 giorni!

La prima settimana

Il 16 luglio, dopo svariate peripezie, prendo l’aereo delle 6.40 da Torino direzione Parigi, la prima tappa del lungo viaggio che mi separa da Morelia, la città dove inizia il campo. Dopo 37 ore di aereo trascorse tra disguidi con le coincidenze, notti in aereoporto, controlli, aerei cancellati e chi più ne ha più ne metta raggiungo la mia destinazione. Manuel Lopez, il responsabile del Camp e membro del Lions Club di Uruapan, attende me e la mia compagna belga Julie al minuscolo aeroporto di Morelia e nonostante le “sole” 3 ore di ritardo non è per nulla scocciato e, al contrario, è estremamente raggiante e con accento messicano esclama un tonante WELCOME. Ci siamo davvero, tutto sta per cominciare. Saliamo sulla sua macchina sgangherata e raggiungiamo gli altri ragazzi in città. Ovviamente Manuel parla solamente spagnolo, quindi con il classico savoir-fair all’italiana, comincio a parlare un fluente italo spagnolo mezzo inventato nel tentativo di comunicare con lui, che sembra comunque apprezzare la mia finta conoscenza della lingua. Finalmente raggiungiamo gli altri ragazzi e da qui ha inizio una delle esperienze più divertenti della mia vita. Insieme agli altri 14 amici da tutto il mondo abbiamo scalato vulcani, fatto lunghissime passeggiate a cavallo e trascorso i successivi giorni seduti a causa dei dolori alle gambe, siamo andati su alti scivoli ad acqua e partecipato al festival nazionale delle lanterne. E’ stato veramente bellissimo girare alla scoperta di una parte del paese non turistica, ma ricca di tradizioni uniche e preziose, immersa in una natura singolare e totalmente diversa da quella italiana alla quale sono abituata. Purtroppo la prima settimana di campo è finita in fretta ed è stato subito tempo di salutare i compagni di avventure per andare in famiglia.

La seconda e la terza settimana

Aspettavo con ansia che la macchina della mia famiglia arrivasse, non stavo davvero più nella pelle. Dopo tre mesi di contatti era come se ci conoscessimo, ma l’emozione di vederli per la prima volta era enorme. Arriva la macchina e dalle portiere posteriori scendono due scriccioli che mi corrono subito in contro e mi abbracciano fortissimo: da quel momento ho capito che ogni cosa sarebbe stata perfetta durante la mia permanenza con loro e che non dovevo avere alcun tipo di preoccupazione.
Una volta arrivati nella gigantesca e un po’ pacchiana casa, tipico “mexican style”, facciamo subito le valigie per andare a visitare Guadalajara e, più importante, Tequila Jalisco, la città dove viene prodotto l’alcolico dal medesimo nome. Rientrati ad Uruapan dopo qualche giorno di visita cambiamo nuovamente la valigia, questa volta direzione Ixtapa, località marittima sull’Oceano Pacifico.
Che mare, che spiaggia, che sole, ma soprattutto...che mangiate! Guacamole, tacos e Corona sotto le palme messicane hanno tutto un altro sapore!
Nella medesima località c’erano un sacco di ragazzi del Camp, quindi abbiamo ripreso le nostre attività adrenaliniche come le moto d’acqua e i gommoni, per poi concludere la sera con una magnifica fiesta in stile messicano tutti insieme. Dopo una settimana di tintarella siamo ritornati a casa e ci siamo dedicati a tutte le faccende quotidiane come i compiti delle vacanze con le bambine, il parrucchiere con la mamma, il pranzo dai nonni, le attività di volontariato del Club Lions e tutte quelle cose che una famiglia vive ogni singolo giorno. Questa credo sia stata una delle parti più toccanti e vere di questa esperienza. L’ultimo weekend prima della partenza ci siamo recati a La Piedad dove abbiamo partecipato al congresso di apertura dei Lions del Distretto B4. E’ stato veramente bellissimo poter partecipare ad un evento così importante dall’altra parte del mondo dopo così tanti anni di Lionismo e vedere quanto sia diversa e al contempo sinergica la nostra associazione. Ovviamente non ho potuto fare a meno di imbucarmi ad una Distrettuale Leo e naturalmente sono stata chiamata a parlare (sempre nel mio “fluente” spagnolo) davanti a tutti per testimoniare l’esperienza del Campo. È stato veramente super emozionante.

Purtroppo il mio tempo in Messico è scaduto. È stata davvero un’esperienza bellissima ed è incredibile quanto sia unica l’opportunità offerta dal Lions Club International. Avere la possibilità non solo di conoscere ragazzi coetanei da tutto il mondo con cui instaurare legami solidi e duraturi, ma di entrare nella vita e nella cultura di altre persone, di sperimentare il vero affetto familiare in un tempo breve eppure davvero intenso. Tornerò sicuramente a Uruapan, già mi manca la mia famiglia, l’ho promesso alla nonna, l’ho giurato alle mie sorelline che altrimenti non mi avrebbero lasciata partire. “La familia no siempre es de sangre. La familia son las personas en tu vida que te quieran en la suya. Son aquellos que te aceptan por quien eres, aquellos que harian cualquier cosa por verte sonreir y aquellos que te aman sin importar nada”. Gracias famiglia messicana e gracias a tutti i Lions che con la loro dedizione mi hanno permesso di vivere questa esperienza che occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore.

Hasta pronto!