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Era il 6 luglio ed era anche la prima volta che viaggiavo completamente da solo, di notte.
Oltre alla tensione per quest’ultimo fatto mi riempivo la testa di domande su cosa avrei fatto lontano da casa per ben 2 settimane.
Io e il primo gruppo di ragazzi siamo arrivati di notte, per cui la prima mattina al campus eravamo tutti assonnati e cercavamo di scambiare timidamente due parole per passare il tempo.
Successivamente fra le varie attività di gruppo dei primi giorni abbiamo avuto il modo di conoscerci e di imparare di più gli uni sugli altri.
Al campus erano presenti ragazzi e ragazze da ben 18 paesi diversi e si trovava sempre qualcosa su cui scherzare tutti insieme.
Dopodiché sono iniziate le gite e le escursioni e da quel momento il tempo è letteralmente volato.

Un caldo torrido, umidità alle stelle e una spossatezza immane: ecco le prime sensazioni a Istanbul. Non l’ideale come inizio si potrebbe pensare ma è bastato solo un giorno e già ero innamorato di quella splendida città.
Ho avuto l’onore e la fortuna di essere figlio, non ospite, a casa della famiglia Sarı. Persone fenomenali che in ogni momento hanno avuto cura e interesse nei miei confronti, nemmeno le più dolci parole potrebbero esprimere il mio ringraziamento per quei 10 giorni meravigliosi trascorsi in quell’accogliente casa.
La lingua non era un problema. Solo Halil e Gokhun (i figli) sapevano parlare in inglese ma questo non ha impedito che io potessi comunicare con il resto della famiglia.
Seduti al tavolino del balcone trascorrevamo i nostri pomeriggi fra caffè, tè e semi di girasole a parlar del più e del meno mentre il sole tramontava. Nessuna fotografia potrebbe raffigurare la serenità e la gioia di quei momenti…
Parlavamo con le mani, con gli oggetti o con qualunque cosa ci permettesse di esprimerci, questo era il segno più evidente del loro volermi bene: volevano comunicarmi tante cose e se ne fischiavano della lingua, ad ogni costo mi insegnavano cultura e storia turca; e gliene sono veramente grato.

Ho deciso di intraprendere questa avventura il 13 luglio 2019 con il desiderio di aprirmi a nuove culture e scoprire nuovi paesi in un modo alternativo ma soprattutto per far conoscere il mio Paese e la nostra cultura ai ragazzi che avevano deciso di trascorrere l’exchange camp in Croazia.
All’inizio mi è stata presentata la famiglia Rosso, la quale mi ha accolto subito facendomi sentire parte di essa sin dal mio arrivo.
Dal 20 al 30 luglio ho soggiornato nel campo Lanterna (vicino POLA) con altri campers di nazionalità diverse.
Insieme abbiamo vissuto esperienze straordinarie, abbiamo partecipato a varie attività di volontariato, abbiamo trascorso giornate presentando la nostra terra e le nostre tradizioni.

Il 22 Giugno 2019 sono partita da Roma-Fiumicino, direzione Francoforte.
Grazie agli Scambi Giovanili Lions ho avuto l’opportunità di vivere in Germania per due settimane, di cui una in una famiglia ospitante e una in un campo, esperienza indimenticabile e formativa, con i suoi lati positivi e negativi.
Era la prima volta che partivo totalmente da sola: nessun genitore, nessun accompagnatore, nessun amico.
Solo io e il mondo intero.
Sebbene all’inizio fossi molto agitata e in ansia, appena giunta nella mia città, dalla famiglia, a due ore da Francoforte, sono stata accolta amorevolmente e calorosamente.

Quest’anno sono partita per la mia seconda esperienza di scambi Lions… rispetto all’anno scorso avevo delle aspettative e una grande paura sia per la distanza maggiore sia perché avevo il timore di non essere soddisfatta tanto quanto dopo il mio primo viaggio in Canada.
Sono partita il 27 giugno da Bologna per arrivare a Melbourne il 29 la mattina presto.
Le prime tre settimane le ho trascorse a Trentham, un piccolo paesino in Victoria, in una host family formata da una coppia in pensione di Lions molto disponibili che ci hanno fatto sentire come a casa.
Ci hanno permesso di visitare le zone e i punti più interessanti del Victoria, vivere nuove esperienze (come fare la carrucola nella foresta pluviale) e di immedesimarci completamente nelle loro vite, che sono sicuramente caratterizzate da abitudini e mentalità molto diverse dalle mie.

While I was filling my application form and writing the presentation letter last winter I knew that all of that was aimed at what was to be one of the most amazing experiences of my life but I wasn't expecting it to be so fulfilling, exciting, full of emotions, friendships, respect and mutual understanding for one another.
My flight to Canada was on the 29th of June, right in time for Canada Day!
To greet me at the airport alongside my host family there was the camp director, an understanding, lovely woman full of resources who made us enjoy and feel at home for the whole lenght of the camp.
My Canadian family lives in Woodstock, about an hour and a half from Toronto. Fortunately some other youths were hosted in the same city, so we had the opportunity to meet before and after camp for a pool party.

Leave for a month and go to the other side of the world? Absolutely to do or you will regret it for the rest of your life.
If my friends read this report they wouldn’t recognize me; in fact usually I’m a very thoughtful person who takes years to make a decision but when I was offered as a destination Australia I
didn’t hesitate to accept.
When I told my friends that I was on the other side of the world for the whole month of July, the two most frequent questions they asked me were "aren't you afraid?", "A month? But it's a long
time”, both followed by exclamations like "but this way you will lose the summer!”

Per 3 settimane sono stata ospite di una famiglia che abita in campagna, a 15 minuti in macchina dalla città più vicina e a 2 ore da Melbourne.
La famiglia è stata davvero disponibile e gentile: mi hanno portato a visitare la zona circostante e le città vicine e, anche se non siamo andati lontano, abbiamo visto molte cose tra cui laghi, parchi, fiumi.
La famiglia era composta da 8 persone: i 2 genitori e 6 figli e tutti sono stati molto dolci, mi hanno fatto sentire parte della famiglia. I 2 figli più piccoli, di 9 e 6 anni volevano sempre giocare e sono uscita un paio di volte con la figlia più grande di 19 anni.

Il Danube Camp é stato incredible proprio come l'intera esperienza in Serbia.
Lo staff ed i miei compagni erano molto amichevoli e aperti al confronto con persone di culture diverse, e grazie soprattutto a loro ho potuto godere di un'ottima atmosfera.
Tutte le attività che ho svolto durante il campo erano molto interessanti e particolari e perciò non mi sono mai annoiata.
La mia attività preferita durante il campo è stata il giro in nave sul Danubio.
La mie esperienze con le due famiglie ospitanti sono state entrambe ottime anche se molto diverse.
Con la mia prima famiglia sono stata a visitare il centro di Novi Sad e sono andata anche all'Exit Festival. Mi trovavo in un appartamento con la mia sola Host Sister Sonija. Ho incontrato alcuni suoi amici e ho pure assistito ad una lezione di chimica nell'università di Novi Sad.
Con la mia seconda Host Sister ho visitato tutti i musei di Novi Sad e ho provato il cibo tipico serbo. Mi trovavo in una casa con sua sorella e sua madre. Sua madre non parlava inglese ma lei mi ha aiutato a imparare a leggere l'alfabeto ciricco e qualche parola in serbo.
Infine voglio solamente dire che é stata un'esperienza fantastica, probabilmente una delle più belle che abbia mai fatto.
Grazie di tutto Lions Club.
 
 

 

 

 

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Quest’anno ho finalmente preso la decisione di intraprendere quest’avventura: sono stato sempre in dubbio negli anni passati se fare o meno quest’esperienza e ora posso dire che è una delle esperienze più belle che possano mai capitare nella vita di un ragazzo.
Tutto è cominciato il 30 Giungo 2019 dall’aeroporto di Napoli, anche questa una nuova esperienza: prima volta in aereo e prima volta all’estero. Ero in partenza per l’Estonia, paese che non era tra le mie preferenze, infatti inizialmente ero un po’ scettico ma posso assicurarvi che è un bellissimo paese, con delle persone fantastiche con un forte senso di patriottismo e di senso di gruppo e una cultura davvero suggestiva.
I primi dieci giorni in Estonia li ho passati insieme alla mia host family e a Christian (ragazzo danese che sarebbe venuto anche al campo con me). Riguardo la mia host family mi considero davvero fortunato perché era formata solo da una ragazza ventunenne, Birgith, quindi abbiamo passato i nostri giorni insieme in modo diverso, non solo visitando musei (come quello delle scienze a Tartu, l’AHHAA), ma divertendoci insieme ad altri suoi amici tutte le sere, giocando insieme e vedendo film. Abbiamo giocato ad uno degli sport più importanti in Estonia, il disc-golf e rotolato per dune di sabbia. Insieme a noi c’era sempre Mariliis, un’altra ragazza che fa faceva da host family, e Saska, una ragazza serba che sarebbe stata al campo con noi.

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La mia esperienza di scambio è avvenuta dal 6 al 28 Luglio nel sud del Brasile.
Durante le prime due settimane sono stato ospite di un’allegrissima famiglia nello stato di Rio Grande do Sul a poi chilometri da Sobradinho, una cittadina dove ho potuto incontrare sin da subito 7 degli altri 27 ragazzi che successivamente avrebbero preso parte al campo.
Per noi 8 stare con le nostre host families è stato semplicemente incredibile; ognuna delle famiglie organizzava attività diverse ogni giorno e il nostro piccolo gruppo si teneva sempre unito, così, oltre a visitare varie scuole e interagire con la popolazione locale prendendo parte alle loro abitudini e tradizioni, abbiamo anche sperimentato il vero spirito Brasiliano passando le giornate andando a cavallo, scalando montagne, scoprendo cascate e allo stesso modo andando a delle feste quando il sole calava.

Indimenticabile.
Questa è solo una delle parole per descrivere questa breve ma intensa esperienza che mi ha fatto vivere innumerevoli emozioni. Appena partita non sapevo assolutamente cosa aspettarmi e lo ammetto, in me c’era un po’ di agitazione essendo comunque il mio primo viaggio da sola. Questa agitazione fortunatamente è sparita quasi immediatamente, lasciando spazio alla felicità e all’eccitazione di cominciare questo nuovo capitolo della mia vita. La felicità è stata una delle emozioni prevalenti in tutto questo viaggio, accompagnata dalla tristezza che si insinuava dentro di me quando ero costretta a salutare le persone che ho considerato “famiglia” durante la mia permanenza in Moldavia.

Ho alloggiato nella città di Horsham, Victoria in Australia.
Ho condiviso questa esperienza con una ragazza di Taiwan che è diventata come una sorella.
La host family e il club lions della città sono stati molto accoglienti e disponibili nel farci conoscere la cultura e il territorio australiani e ci hanno fatto sentire come a casa.

Sono Beatrice e in questa lettera potrete rivivere con me la mia avventura di 1 mese in Canada.
Tutto è cominciato il 29 giugno: sono partita con due valigie, tanta ansia, paura, ma anche tanta curiosità e voglia di incontrare una nuova cultura e quella che sarebbe diventata la mia seconda famiglia.
Sono arrivata la sera e perciò ho passato la notte insieme ad alcuni ragazzi  (che avrebbero partecipato al campo con me) nella casa di uno dei responsabili. La mattina successiva una coppia passò a prendere me e un’altra ragazza, dalla Francia, (con cui sarei stata in famiglia insieme) in direzione di Clinton, una piccola città dove la famiglia era lì ad aspettarci.

22 Giugno è la data di inizio di una delle esperienza più fantastiche della mia vita.
La mattina i miei genitori mi accompagnarono all'aeroporto di Napoli, non avevo molta ansia all'inizio, a differenza di mia madre che aveva mille paranoie.
Il panico, però, mi è salito quando, ormai sola, stavo per imbarcarmi, quando le persone iniziavano a parlarmi in inglese e soprattutto all'arrivo a Dublino.
Mi tranquillizzai quando incontrai Ann Marie, la responsabile del mio camp, che mi accolse a braccia aperte e con calma mi spiegò varie cose e mi portò a conoscere altri due partecipanti.
Fin dal primo momento sono stati tutti molto gentili con me, specialmente Shauna che il primo giorno ha fatto di tutto per diventare mia amica, nonostante la mia confusione causata dalla stanchezza. 

Ciao a tutti! Mi chiamo Gabriella e il 9 Luglio sono partita per la Norvegia, per un camp della durata di tre settimane sul lago Mijosa, il lago più grande del paese.
A malincuore, però, devo ammettere che questa esperienza non ha corrisposto alle aspettative.
Ma partiamo dall’inizio; la struttura in cui siamo stati accolti era abbastanza piccola e semplice, ma comunque accogliente e carina, e i primi giorni sono stati molto promettenti, dal momento che i responsabili del camp ci hanno portato per due giorni ed una notte in un cottage in montagna, senza alcuna connessione internet e completamente immersi nella natura; li abbiamo mangiato tutti insieme in tenda, scalato una montagna, visitato un museo e cantato e suonato attorno al fuoco, e sono stati due giorni rilassanti e divertenti.
Pochi giorni dopo siamo poi andati in un parco nazionale e abbiamo scalato una montagna di 2000 metri: impresa stancante ma, per la vista che è apparsa ai miei occhi dalla cima del monte, posso dire che la rifarei altre mille volte.

 23 giugno 2019, ore 7:50, sono in aeroporto, sola, se non per un ragazzo, praticamente sconosciuto, che parteciperà al mio stesso campo, direzione Atlanta, GA.
14 luglio 2019, ore 15:30 ora locale, sono di nuovo in aeroporto, direzione Milano.
Cosa sia successo nelle tre settimane di mezzo? non lo so spiegare nemmeno a me stessa.
L’aereo, quella piovosa domenica di giugno, è arrivato in anticipo e così, ad aspettarmi in aeroporto, non c’era la mia famiglia ospitante, ma solamente Becky, la mia amatissima Becky, responsabile degli scambi per il Lions club di Atlanta, che, insieme al suo fantastico marito Jim e ai suoi figli, ha mosso mari e monti per rendere l’esperienza di noi 15 scapestrati semplicemente perfetta.

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Era il 12 luglio quando sono partita un pó impaurita da quello che mi sarebbe aspettato, essendo la mia prima esperienza lions...
Arrivata in Slovenia la  famiglia si è presentata subito molto disponibile e gentile e questo mi ha aiutato tanto, mi sono adatta facilmente a tutte le loro abitudini tanto da diventare un membro della stessa famiglia.
Mi ero affezionata molto, tanto  che non volevo lasciarle per andare nel campo, senza sapere che mi sarebbero aspettati i 10 giorni più belli della mia vita che porterò sempre nel cuore.
I primi due giorni  nel campo sono stati duri perchè ti ritrovavi a dover confrontarti con persone che non avevi mai visto e per di più di altre nazionalità, abbiamo fatto tanti giochi per imparare a conoscerci e lo staff in questo ci ha aiutato molto perchè ci ha unito.

Questa è la mia prima esperienza con gli scambi giovanili Lions, per questo motivo non sapevo cosa aspettarmi.
Quando la mia host family mi contattó per la prima volta ero contentissima e ancora di più dopo la calorosa accoglienza ricevuta.
Ho trascorso una settimana indimenticabile con loro, per questo è stato molto difficile salutarli.

Alessandra