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Posso descrivere queste mie quattro settimane con una parola: divertimento.
Quest'estate ho provato un'esperienza unica, è iniziato tutto ad ottobre quando una professoressa mi ha introdotto ai lions, e sembra sia passata una settimana da quando ho intrapreso il primo viaggio intercontinentale da solo. Le varie attività che ho fatto con la famiglia o con il camp mi hanno colpito perché erano sempre interessanti e la maggior parte delle volte cose nuove. Non mi aspettavo di fare così tante amicizie, sia con i ragazzi del camp, sia con altri ragazzi che la mia seconda mamma mi ha fatto conoscere.
Sulla durata di 25 giorni in Giappone ne ho passati soltanto tre in camp, ma nonostante fosse corto mi sono divertito ed ho conosciuto meglio i due ragazzi del Taiwan che erano in camera con me e la ragazza della Finlandia. Ma ho trovato pure molti ragazzi delle medie, che si trovavano lì grazie ai loro professori, e che erano molto simpatici.

Grazie alla cordiale disponibilità del Lions Club Argelato-San Michele (Bologna)di sostenere la mia candidatura, ho potuto partecipare a questa esperienza.
La Partenza
Dopo l'utilissimo meeting, gestito da Loris Baraldi, a Sassuolo, con i candidati del distretto in preparazione alla partenza, ho effettuato da solo il Check-in e l'imbarco, che è stato molto facile e fluido.
Il viaggio è stato lungo, con cambio a Francoforte, ma confortevole...

Il 13 Luglio 2019 sono partita, cuore in gola ed emozioni a mille, per il Messico, per uno scambio di tre settimane.
Moltissime domande mi frullavano per la testa, ed ero veramente emozionata, essendo anche la mia prima esperienza di scambi. Eppure non appena sono arrivata la famiglia è davvero riuscita a farmi sentire a casa.
L’accoglienza messicana è spettacolare: sono gentili, disponibili, affettuosi, ospitali, aperti.  Ho vissuto in Città del Messico nord la prima settimana e sud l’ultima settimana. Abbiamo visto molte cose già nei primi giorni: i vulcani, Reforma, Chapultepec, le piramidi di Teotihuacan e altro. Ma quello che più ho apprezzato è stata la vita normale dei messicani: i mercati, la cucina, i giri in macchina e a piedi e in bus per la città, incontrare amici. Con la seconda famiglia ho fatto una vita ancor meno turistica: ho visto il centro universitario, abbiamo passato il pomeriggio in un parco, ho conosciuto la famiglia, abbiamo condiviso il tempo da “hermanas”.

¡Hola! Estimados señores questo è il mio report dell'esperienza vissuta in Messico->
The Mayan Wonders Lions Camp.
Quando ho visto che mi era stato assegnato il Messico, mi sono emozionata.
Ho studiato alle superiori lo spagnolo e in questo periodo avevamo approfondito leggermente la cultura messicana. Perciò grazie a questa infarinatura e curiosità personale, sono partita alla volta del mio quarto viaggio con i Lions.

Il 13 luglio del 2019 sono partita per un viaggio che mi ha portata in Olanda, quest’anno è stato per me la terza volta che ho avuto l’opportunità di viaggiare con il Lions e come nelle esperienze precedenti mi sono divertita.
Sono stata ospitata da una famiglia residente in Heino, in mezzo alla natura. Edwin, Ilse e il figlio Bram sono stati le persone più disponibili e interessanti che io abbia mai conosciuto e in questo periodo ho avuto anche l’opportunità di condividerlo con un’altra ragazza turca, Ecem, ed è stato ancora più bello.

Quest’estate sono partito per la mia prima esperienza di scambi Lions. Non sapevo cosa aspettarmi anche perché non sapevo molto sul paese in cui dovevo andare ovvero la Finlandia. Proprio per questo motivo, prima della partenza mi sentivo molto teso ma allo stesso tempo curioso di partire per questa nuova avventura. Sono decollato dall’aeroporto di Milano Malpensa il 14 luglio per poi atterrare a Helsinki il pomeriggio stesso. Le prime due settimane le ho trascorse in famiglia in una piccola città chiamata Lohja ( a un’ora di macchina da Helsinki). La mia host-Family era composta da una coppia sposata che aveva tre figli: una ragazza di 15 anni, un bambino di 3 e un bambino di 1 anno. Sebbene non abbia legato molto con la ragazza, anche perché non era molto socievole, ho trascorso tante belle giornate con la host-mum e con i bambini, mi piaceva giocare con loro nelle mattine in cui stavo in casa o andavamo a fare il bagno al lago.
La famiglia è stata molto educata e mi ha fatto sentire come a casa.

Mi sembra ieri, quando in fila al gate numero 11, mi guardavo intorno ignara di ciò che mi avrebbe atteso.
Inutile negare l'iniziale preoccupazione: 18 anni, primo viaggio completamente da sola e verso una destinazione non del tutto comune. All'arrivo ho scoperto di avere una "coinquilina" finlandese che sarebbe stata con me anche in campus. 
I 7 giorni trascorsi con la famiglia hanno superato ogni mia aspettativa: mi sono sentita a casa fin dal primo giorno.

L’11 luglio, con il cuore a mille e gli occhi lucidi, lascio la mia famiglia in aeroporto per iniziare questa nuova tanto attesa esperienza, con ancora le idee confuse di quello che mi dovrei aspettare. Una famiglia accogliente, una cultura diversa e un nuovo magnifico paese da esplorare - nonostante non fosse tra le preferenze espresse al momento dell’iscrizione, tanti ragazzi di diverse nazionalità volenterosi di vivere questo scambio culturale all’insegna del divertimento: questi erano i pronostici che sentivo dire e ridire dai miei genitori, dai Lions, dai ragazzi che avevano già fatto dei campi Lions e di cui mi ero convinta. Sì, sarebbe stata un’esperienza fantastica. L’11 luglio, partendo verso un’avventura così lontana dalla realtà quotidiana, alle aspettative si erano affiancate le paure, ma qualcosa dentro di me non vedeva l’ora di andare e conoscere. Tornata a casa da qualche giorno non riesco a smettere di pensare agli incontri, alle scoperte, alle emozioni, ai momenti vissuti in questi indescrivibili e indimenticabili 20 giorni. Senza parole.

Iniziare dicendo che le tre settimane passate grazie all'International Exchange Program dei Lion sono state una delle esperienze più belle della mia vita, sarebbe forse un po' banale, ma veritiero.
Dunque consiglio a tutti di leggere il mio report di questa avventura, che spero possa invogliarvi ad intraprenderla e viverla in prima persona.
La destinazione di questo mio viaggio era Berlino, e la durata era di tre settimane.
Di queste tre settimane, ho trascorso la prima in famiglia e le altre due con gli altri ragazzi del Campus.
La famiglia, presso cui ho alloggiato con un altro ragazzo Ungherese, viveva a Berlino, a poche fermate con il tram dal centro. La breve distanza da esso e l'efficienza dei mezzi, hanno permesso me e l'altro ragazzo, di muoverci con facilità in tutta la città per visitare ciò che più ci interessava. In particolare dopo aver letto il programma delle ultime due settimane, abbiamo visitato quello che ci incuriosiva maggiormente e non era incluso nel programma stesso.

Sono partito il 6 luglio per la Turchia, Istanbul.
Non ero spaventato per il viaggio, mia prima esperienza Lions, e neanche troppo eccitato ad esser sincero.
Piuttosto ero molto curioso, curioso di scoprire un mondo, una cultura che siamo abituati a pensare molto lontani e diversi.
Ebbene sono molto più simili a noi di quanto ci si aspetti. I turchi li ho soprannominanti calabresi: amano il piccante, sono chiassosi, caotici ma gentilissimi, se non mangi abbastanza si arrabbiano.
Così è stata la famiglia che mi ha ospitato e lo sono state anche quelle in cui sono capitati gli altri ragazzi dello scambio.
Non avrei potuto chiedere più ospitalità, tuttavia un certo scontro culturale c’è stato. Il livello di cultura media lì è piuttosto scarso: ad esempio quando mi hanno chiesto cosa sapessi della storia turca ho immediatamente citato le popolazioni assire e attite, che qui si studiano alle elementari, e loro non avevano idea di cosa stessi parlando.
O potrei parlare del fatto che la cultura della salute del corpo o la coscienza ambientale sono molto scarse. Però ribadisco, saranno i turchi forse un po’ indietro su certe cose ma sono capacissimi di amare molto uno straniero per due settimane.

Quest’estate, precisamente dal 12 Luglio al 28 Agosto 2019, ho avuto la fantastica opportunità di partecipare per la seconda volta al Lions Youth Exchange Program. Grazie a questa associazione ho trascorso due settimane intense in Sacramento, la capitale della California e sono stata ospitata da una famiglia americana (Joe e Karon Bowers).
L’unico aspetto negativo di questa esperienza è stato il viaggio. Infatti, ho perso la coincidenza per Chicago da Monaco di Baviera a causa del poco tempo concesso tra il primo e il secondo volo, corrispondente a soli 40 minuti (da notare che l’aeroporto di Monaco è immenso e sono stati necessari più di 20 minuti per raggiungere il gate). A ciò si è poi sovrapposto il ritardo di 15 minuti del volo precedente. Purtroppo l’agenzia che mi ha organizzato il viaggio non ha tenuto conto dell‘ intervallo che avrei avuto a disposizione a Monaco. Così il mio tragitto per la California si è prolungato di 6 ore, costringendo la mia gentilissima famiglia di venirmi a prendere all’aeroporto all’una di notte. Spero che questo non ricapiti in futuro!
In ogni modo la famiglia Bowers abita a West Sacramento, città nel Nord della California paragonabile a Bologna per il numero di abitanti e distante un’ora e mezza di macchina da San Francisco. L’esperienza in famiglia è stata nuovamente sorprendente ed è stata ancora più coinvolgente grazie alla compagnia di un’altra ospite Lions tedesca di nome Julia.

Ed eccomi qui, a due settimane dal mio ritorno in Italia, a scrivere un report sul viaggio più emozionante della mia vita. Il 29 Giugno, che ricordo come fosse ieri, dopo aver rischiato di perdere la coincidenza a Dubai sono arrivato a Sydney, dove ad attendermi c’erano Denise e Brian, una dolce coppia di pensionati. Sono stato fin da subito accolto a braccia aperte da loro e dai membri del Lions club di Ulladulla, cittadina del Nuovo Galles del Sud in cui ho trascorso le mie prime tre settimane.
In questo primo periodo ho condiviso la maggior parte delle attività con Alice, ragazza italiana ospitata nello stesso paese da una signora molto amica della mia host family. Durante queste settimane ho potuto vivere la quotidianità australiana, assaggiando ad esempio piatti e dolci molto conosciuti come le pies e i lamingtons e praticando sport tipicamente australiani come il surf. Oltre a ciò ho avuto la possibilità di svolgere altre attività entusiasmanti, come il whale-watching, ovvero ammirare le balene e i delfini nel periodo della migrazione a Jervis Bay, e visitare Sydney, città stupenda e più importante dell’Australia.

On Saturday 13 July, I went to Milan Malpensa airport with my luggage and a lot of questions in my head: will I enjoy this new experience? What will I do with my host family? And in the camp? Will the other guys be nice? Will I become friends of them? But my questions were also about the country: I had never been in Poland and I didn’t know what to expect from it.
With my head full of question marks, I said goodbye to my family and I took my flight to Krakow. When I arrived, my host family welcomed me and we started talking about our different traditions. Then, my host mum took me in the city centre, where other four guys from another host family were waiting for me. Their host brother, Jakub, offered himself to take us in the most beautiful places in Krakow during the week, so he became our guide. Immediately, the other guys and me started knowing each other and after a few hours we became friends. Fortunately, they were really nice people and spending time with them was so funny and interesting, also because I knew many things about their countries: Indonesia, India, Ukraine and United States. During this incredible week, we visited some museums, a salt mine, the old city centre and some other wonderful places.

Quest’anno è stato per me una seconda occasione per viaggiare con i Lions e, come nell’esperienza precedente, ne è valsa davvero la pena. 
Sono stata ospitata da una signora di nome Martha a Montclair, una cittadina fuori Los Angeles.
Grazie a lei e ad altre famiglie ospitanti ho potuto trascorrere giornate al Teresita Camp, ad Hollywood, a Catalina Island e agli Universal Studios.
In tutto eravamo diciassette ragazzi, sei dei quali erano californiani che avevano comunque deciso di prendere parte alle attività. Con il loro aiuto ho anche potuto sperimentare cosa si provi a partecipare a un vero e proprio giorno del Ringraziamento americano, in compagnia anche del direttore del distretto e di molti altri Lions.

Sono stato ospitato per una settimana da una famiglia di Kronberg, vicino Francoforte.
I genitori, Andrea e Gerd, mi hanno fatto sentire subito a mio agio e sono stati davvero accoglienti ed educati.
Ho passato una settimana fantastica, ho visitato luoghi mai visti e inaspettatamente meravigliosi.
Con Gerd la sera guardavamo le partite di calcio alla tv e abbiamo passato dei momenti davvero unici, indimenticabili.
Non mi dimenticherò mai di loro 

L’esperienza che ho appena concluso in Germania è stata qualcosa di straordinario.
La settimana in famiglia, la famiglia più accogliente e ospitale che io abbia mai conosciuto, composta dai due genitori, una figlia di 18 anni e un figlio di 15, mi ha permesso di entrare dentro la quotidianità di una casa Tedesca, facendomi scoprire e apprezzare le differenze con l’Italia (per esempio, entrambi i genitori andavano al lavoro in bicicletta, cosa che nel mio paese non succede quasi mai, oppure come la colazione sia più abbondate del pranzo, ecc.).

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Sono tornata a casa dopo aver trascorso 30 giorni in Nuova Zelanda in un viaggio meraviglioso e indimenticabile.
Sono stata bene nelle 3 famiglie, tutte premurose e gentili.
Ho svolto tante attività,  alcune eccezionali come andare in elicottero, camminare tra le anguille, ho piantato alberi e  tante altre ugualmente piacevoli come visitare uno zoo, musei, ma soprattutto le location del film Il Signori degli Anelli.
Con le mie host family abbiamo fatto tante passeggiate tra la natura che in NZ è spettacolare. I paesaggi sono stupendi e già mi mancano molto. 
Andare in Nuova Zelanda era il mio sogno più grande e adesso grazie a Lions si è realizzato.

Un mese a Istanbul: ecco l'avventura che inaspettatamente mi sono ritrovata a vivere a seguito della vittoria di un concorso di scrittura nella mia scuola, il Liceo Giulio Cesare di Roma. Non posso fare a meno di sorridere ripensando alla mattina in cui, riluttante, ho consegnato il mio elaborato in vicepresidenza. L'opportunità di partecipare a una tale esperienza è stata un'assoluta sorpresa, così come il fatto di visitare un paese tanto affascinante e culturalmente unico come la Turchia. Il 7 luglio, sull'aereo che mi avrebbe portato dalla mia Host family, cercavo di immaginare ciò che avrei vissuto nelle settimane seguenti, riempendomi la testa di idee e aspettative.
A posteriori, posso affermare con assoluta certezza di non aver avuto neanche una volta un motivo di delusione.

06/07/2019 ore 08.35. Da quel momento, all’aeroporto di Roma Fiumicino, è iniziato il mio viaggio verso un piccolo ma affascinante Stato: il Belgio!
Dopo solamente 2 ore e 15 minuti di aereo condiviso con altre due ragazze provenienti da Bari che stavano per intraprendere la mia stessa avventura, siamo arrivati a Bruxelles!
Ad attendere il mio arrivo c’era la mia prima hostfamily, con la quale sin da subito mi sono trovata bene tanto che il secondo giorno già eravamo tutti insieme a visitare un paese limitrofo al loro con i go-kart.
La settimana è trascorsa molto velocemente anche grazie alle attività che avevano organizzato per il mio soggiorno come ad esempio una giro in mongolfiera, una serata in vespa in Olanda, un picnic al mare e la visita di una bellissima città: Ghent.
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Posso descrivere questa esperienza con una parola: sorpresa!
Si, perché non mi aspettavo di provare così tante emozioni in così poco tempo, tutto è stato una sorpresa per me: i rapporti che si sono creati al campus soprattutto con alcuni ragazzi sono pazzeschi, il fatto di aver trovato una seconda famiglia che mi ama e si preoccupa per me è pazzesco!
La mia esperienza comincia l’8 e termina il 28 luglio, 20 giorni di puro divertimento e di scoperta.
Appena arrivata nell’aereoporto di Alicante in Spagna ho trovato la mia famiglia ad aspettarmi, composta da 5 persone: i genitori, due figlie e un figlio; chi si è principalmente occupato di me è stata Ana la figlia più grande (17 anni) che mi ha portato in giro per la città di Elche (dove si trovava casa loro), mi ha fatto conoscere i suoi amici (con cui tutt’ora sono in contatto) mi ha fatto partecipare ad attività divertenti che si tenevano nella sua scuola, mi ha portato con lei a due festival musicali, mi ha portato sulle isole... tutto questo in una sola settimana (breve ma intensa e divertentissima).
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