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Salve a tutti, mi chiamo Francesca ed ho quasi 18 anni; quest'anno ho avuto la possibilità di fare parte del progetto degli scambi giovanili, ed aver la vera e propria fortuna di andare a visitare la bellissima Turchia.
Avevo  aspettative già piuttosto alte, ma niente in confronto a quello che mi ha accolto quando sono arrivata.

Arrivata ad Izmir, ero in preda all'euforia, subito notai il ragazzo che sarebbe stato il mio "host brother" per il mio soggiorno turco. Forse è scontato dirlo, ma rimasi molto sorpresa dall'atteggiamento che tutti i membri della famiglia ebbero nei miei confronti, già subito disponibili e simpaticissimi. Non ci fu un momento di imbarazzo, mi accolsero come una figlia già dal primo istante.
Come ho già accennato, la mia famiglia era formata da un ragazzo poco più piccolo di me di nome Alp, la madre, il padre ed una sorella che però non viveva più con loro essendo grande. Si sono tutti rivelati gentilissimi nei miei confronti, cercando di farmi sentire a mio agio il più possibile e provando a farmi integrare al meglio e facendomi conoscere le loro tradizioni, sempre con quel pizzico di orgoglio nella voce mentre parlavano della loro amatissima Turchia. Sì, perché i turchi il loro paese lo amano proprio tanto: basta guardare le migliaia di bandiere appese in ogni dove e ritratti del suo fondatore ovunque, Ataturk.
La mia famiglia è stata una parte integrante del mio percorso, mi hanno accompagnato pazientemente fino al giorno del campo ed ho speso 11 giorni bellissimi con loro; sinceramente non so come fare a ringraziarli ancora, mi sono sentita a casa anche a chilometri di distanza.

Non avrei immaginato di lasciare un pezzettino del mio cuore lì, in Turchia, ed invece l'ho fatto, e ne ho lasciato un pezzettino ad ognuno di quella famiglia, tant'è che per me non è stato facile dirgli "arrivederci". Esatto, non è stato un addio, ma un arrivederci, anche perché non sono disposta a perdere persone così fantastiche come loro: io ed Alp continuiamo a sentirci quasi tutti i giorni e continuiamo a rimanere aggiornati sulle vite di entrambi.

 

I giorni in famiglia passavano veloci e pieni di allegria ed il campo arrivò in un batter d'occhio.
Durante il campo ho conosciuto persone fenomenali ed ho imparato così tanto in 11 giorni sulle culture di ognuno dei campers più di quanto abbia mai imparato in tutta la mia vita.
Abbiamo abbracciato centinaia di persone nella piazza di Kuşadasi, facendo sorridere le persone intorno a noi, perché, essendo onesti, ci sono stati davvero pochissime persone che si rifiutavano di contraccambiare l'abbraccio.
Questa cosa mi ha colpito molto, non mi sarei mai aspettata tanta disponibilità, ma una cosa che ho imparato è: la Turchia non smette mai di stupirti.
Abbiamo cantato e ballato, anche dopo giornate impegnative, sempre pronti a ridere e a trattenerci un'oretta in più per stare insieme, anche se stanchissimi.
Mi sono sentita felice, sempre, costantemente felice, questa è stata una delle più belle esperienze della mia vita.

Ho stretto amicizie bellissime, abbiamo riso fino a piangere, finché siamo tornati alla solita routine, lasciandoci dietro le spalle giorni che ci resteranno sempre nel cuore, o per lo meno, che rimarranno con me per sempre.