Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

 

L’anno scorso un mio amico di un anno più grande mi aveva parlato di questo viaggio-scambio in Turchia, al quale aveva partecipato grazie all’associazione Lions. Me ne aveva parlato con grande entusiasmo, descrivendolo come un’ esperienza indimenticabile. Per questo, quando la mia prof di inglese ha spiegato alla classe che per partecipare al programma di scambi giovanili era necessario vincere una sorta di concorso, io ho subito aderito. Dopo aver svolto un breve tema in inglese, sono stato contattato e informato che non ero entrato in graduatoria per il viaggio. Verso fine dicembre tuttavia, con una chiamata mi hanno fatto sapere che si era liberato un posto proprio per la Turchia. Dopo averne parlato a casa ho deciso di accettare.

Devo ammettere che prima della partenza avevo alcune preoccupazioni, non sapevo che famiglia avrei trovato, cosa mi avrebbero fatto fare, ma ero fiducioso e pronto a vivere a pieno la mia vacanza.
Sono arrivato all’aeroporto di Antalya il 15 luglio alle 6 di pomeriggio e verso l’una di notte ho raggiunto la mia famiglia ospitante a Denizli, più a nord. I primi tre giorni sono stati difficili poiché ci siamo spostati a casa dei nonni della mia “host-sister”, quasi al confine con la Bulgaria. Le giornate erano lunghe e noiose e non avevo praticamente nessun contatto con l’Italia. Tornati a Denizli abbiamo iniziato a uscire con altri ragazzi dello scambio e anche con amici della ragazza e la situazione è davvero cambiata. Ci divertivamo tantissimo e mi sono davvero affezionato a quelle persone, amici e familiari, che mi hanno accolto come uno di loro.
 
  

 Dopo 10 giorni è arrivato il momento di dire addio alla mia “famiglia turca”. Sebbene un po triste e dispiaciuto, non vedevo l’ora di arrivare al camp ad Antalya, e conoscere altri ragazzi da tutto il mondo. Una cosa che mi ha stupito da subito era il fatto che quasi tutti parlavano inglese molto meglio di noi ragazzi italiani. I primi giorni al camp li ho vissuti più che altro con la nostalgia del periodo in famiglia, e cercando di adattarmi. Conoscendo meglio gli altri ragazzi e ragazze però, la vacanza si è trasformata in qualcosa di meraviglioso. Condividevamo tutto, parlavamo, scherzavamo. Un episodio speciale, e uno dei pomeriggi più belli e divertenti della mia vita è stato quando, arrivati in una zona turistica piena di negozi e persone che provenivano soprattutto dall’europa centrale, ho tirato fuori la mia cassa con la musica a tutto volume. Tutti insieme camminavamo ballando, cantando e scattandoci foto con chiunque passasse. Siamo addirittura finiti nell’album fotografico di due sposi!

  
Devo inoltre citare un’altra situazione in cui mi sono particolarmente emozionato. Una sera eravamo in un ristorante assieme ad alcuni membri importanti del Lions. Un ragazzo norvegese, Ola, bravissimo cantante e musicista, aveva appena cantato una strofa davanti a tutti dopo essere stato chiamato a gran voce. Tutti ad un tratto, parte un coro “Elia Elia Elia Eliaaa!!!”. Io non sapevo che fare, mi guardavo intorno chiedendomi perché. Poi mi sono alzato, sono andato al centro della sala e ho cantato un breve pezzo rap.
L’ applauso e le urla dei ragazzi che mi incitavano a gran voce sono stati qualcosa di impagabile e indescrivibile, che hanno scatenato in me una gioia immensa e che porterò con me per sempre.
  
 
Ed eccoci qua, l’ultima sera, la cena di gala, eleganti e sorridenti, dopo 11 giorni vissuti insieme come fratelli e sorelle. Sicuramente rivedrò qualcuno dei ragazzi, senza dubbio i tre italiani. E porterò dentro di me questo fantastico viaggio che mi ha dato la possibilità di crescere e migliorarmi grazie al contatto con ragazzi provenienti da luoghi e culture differenti. Grazie a tutti i Lions che hanno reso possibile tutto questo. Alla prossima!