Il nostro sito fa uso di cookies per migliorare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti l'uso di questi file.

Inizio con il ringraziare tutti coloro che mi hanno permesso di realizzare la mia quarta fantastica esperienza con i Lions. 
Ogni anno,al mio ritorno, avverto di aver aggiunto un tassello di vita in piu al mio bagaglio culturale e affettivo. Non ci sono parole per descrivere l'apertura mentale e il senso di adattamento che questi viaggi mi hanno offerto. Spero che leggendo il mio report,riesca a farvi percepire,almeno in parte, le stesse sensazioni che ho provato io. 
Sono partita il 17 luglio alle ore 19.00 dall'aereoporto di Roma Fiumicino,ero entusiasta ed emozionata ma allo stesso tempo la preoccupazione di dover affrontare per la prima volta un viaggio di ben 20 ore si faceva spazio dentro me. 


Al mio arrivo in Messico, i Lions locali e la camp leader mi hanno accolto con tanta gioia e allegria. 
La mia avventura stava finalmente per iniziare! Ho trascorso i primi 8 giorni in campo,eravamo in 7,tutte donne, essendo in poche abbiamo subito creato un gruppo molto affiatato. Nei giorni seguenti abbiamo visitato la citta di Guadalajara , dove alloggiammo per due notti. Il centro della città è molto povero e pericoloso,in ogni angolo c'erano donne e bambini che si avvicinavano chiedendo l' elemosina o cercando di venderci dolci e cibi vari. La loro cultura e la loro vita ruota,fondamentalmente, intorno al cibo,ci sono "baracche" ambulanti ovunque,dalle quali noi siamo state avvertite di non acquistare nulla perchè sono molto sporche e avremmo potuto avere problemi intestinali. La zona piu bella della citta,sembra strano a dirsi,è la periferia. E' moderna,ci sono edifici in corso di costruzione,uffici,ristoranti,avvertivo la freneticità e la caoticità di una metropoli. 
Il terzo giorno pero,lasciammo Guadalajara alla volta di Villa Corona,un piccolo paesino,anch'esso molto povero. 
Abbiamo alloggiato in bungalow in un villaggio turistico,con tanto di scivoli acquatici e piscine. Ci siamo fermati qui per due giorni,ma c'era ben poco da visitare e molto spesso non sapevamo come riempire il tempo. 
Il venerdi mattina ci mettemmo in viaggio alla volta di San Patricio Melaque,una localita di mare distante circa 4 ore da dove eravamo noi. L'hotel che il responsabile aveva prenotato per noi era molto sporco,con servizi igienici praticamente inutilizzabili. Le camp leaders sono state le prime a lamentarsi e parlando con il responsabile siamo riuscite a convincerlo di cambiare hotel,il quale si trovava anche in una posizione del tutto piu favorevole ,siccome era sulla spiaggia a differenza dell altro che era in una zona piu interna. Nei seguenti tre giorni abbiamo visitato altre due località, La Manzanilla e Barra De Navidad. Nonostante non fossero le tipiche spiagge messicane sulle quali noi tutti desidereremmo trovarci,magari stradiati sotto una palma o sulla bianca sappia caraibica,erano ugualmente belle e completamente diverse dalle nostre spiagge. 
E poi...fare il bagno nell oceano è stata un'esperienza unica,certo un pò spaventosa per le onde altissime,ma comunque unica. In tutto ciò pero c'è una nota che,a mio parere prima di vivere questa avventura,avrebbe "stonato" . 
E' solo dopo aver vissuto li per ben 21 giorni che riesco a capacitarmi del fatto che questo episodio faccia parte della realtà  e della quotidianità messicana. 
Ora vi racconto cosa mi è capitato. Era la penultima sera prima di lasciare Melaque,io e le altre due ragazze italiane scendiamo nella sala ristorante per cenare,dove li ci stava gia aspettando Manuel,il nostro responsabile Lions. Alcuni ragazzi messicani seduti ad un tavolo di fronte ci fanno cenno di avvicinarci a loro,ma ignorandoli andiamo a sederci al nostro tavolo. Due di loro si avvicinano a noi, gli  sforzi di Manuel di farli allontanare sono stati vani perche per circa mezz ora sono rimasti vicino a noi chiedendoci ripetutamente di andare al loro tavolo, bere qualcosa insieme e trascorrere la serata insieme. 
Manuel inizia ad infastidirsi ma proprio in questo momento uno dei due con voce prepotente gli menziona di far parte dei Narcos, i Cartelli e minaccia di piacchiarlo. Manuel ci invita a ritornare in stanza ( nel frattempo anche le altre campers ci avevano raggiunto). Quella sera cennammo tutte insieme in stanza e il mattino  dopo partimmo per ritornare a Guadalajara. I lions della zona si sono preoccupati per la nostra sicurezza e lo stesso Manuel ha fatto il possibile per farci avvertire quanto meno il disagio di questa situazione. 
Per fortuna, tutto è bene quel che finisce bene, di certo ho appreso che il Messico non è un paese molto sicuro e che se si ha voglia di visitarlo,bisogna farlo in compagnia di qualcuno che vive li e che conosce le zone da poter frequentare e le zone da evitare. 
Ho costatato questa stessa situazione di pericolo anche nel paesino dove viveva la famiglia, El Grullo, distante circa 3 ore da Guadalajara. In ogni angolo c'erano soldati fermi a posti di blocco,hanno fermato anche noi e ci hanno chiesto di scendere dall auto per ispezionarla. In questo periodo nello stato di Jalisco,dove sono stata,sono alla ricerca di un potente narcotrafficante che ha il controllo di tutta questa zona del Messico. Ad ogni modo la famiglia mi ha tranquillizzato ,dicendomi che questi per loro sono solo soliti controllo di routin. Sono stata davvero fortunata,la mia host family era super ospitale e gentile. Era composta da padre,madre,due ragazze,una di 20 che attualmente si trovava in Germania con gli scambi Lions e l'altra di 23 anni e un ragazzo di 18 anni. 
Abril , la miahost sister,si prendevacura di me come se fossi sua sorella minore,era dolcissima e sempre disponibile. Ho trascorso 10 giorni fantastici,unici! Ho conosciuto sue amiche e amici, con i quali quasi ogni sera uscivamo. Cio che porterò sempre nel cuore sarà il pranzo domenicale,con i suoi genitori e i suoi amici,tutti insieme,ridevamo e scherzavamo e mi facevano sentire parte della famiglia,parte di loro. La mia host family,ad eccetto del padre, non conosceva l'inglese e anche di questo sono stata molto contenta,perche da buona amante della lingua spagnola,è stata per me l'occasione di apprenderlo e riuscire anche a fare piccoli discorsi. Mi hanno fatto conoscere la cultura messicana,i vestiti tipici,i famosi mariachi e ho assaggiato tutti i piatti tipici della loro cucina. 
Adoro la loro cordialità e il loro senso di ospitalità,penso sia unico. Ho visitato posti stupendi e dire che non volevo ritornare più in italia,puo sembrare scontato,ma vi assicuro che non è cosi. Man mano che il giorno della partenza si avvicinava,faceva posto alla tristezza. Le lacrime in queste occasioni sono inevitabili,ma so che li in Messico ci sara sempre un posto per me e delle persone che aspettano volentieri il mio ritorno. E' un paese che ,nonostante la povertà e le altre difficoltà che ogni paese puo avere,consiglio vivamente di visitare almeno una volta nella propria vita. Lascia un segno che non va piu via. Ognuno di loro,ogni persona che ho incontrato anche solo per un giorno,ogni posto che ho visitato,ogni sorriso speso,ogni abbraccio con le mie amiche campers li porterò sempre nel mio cuore,che si prepara a fare gia spazio alla prossima avventura con i Lions. 
Grazie ancora a tutti per aver  possibile tutto questo.