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10 febbraio 2015, sul mio cellulare compare la notifica di una e-mail: controllo come sempre alla leggera credendo sia pubblicità; in realtà è una proposta del LIONS CLUB per un viaggio in Brasile.

Quel giorno quella proposta la definii una mail, oggi preferisco chiamarla “porta”…

 

Porta perché proprio quel 10 febbraio mi si presentò l’occasione di entrare in un altro mondo, non solo in un altro continente.

Dopo la mia risposta ( ovviamente affermativa! ), inizio una serie di scambi documenti, fino a quando presi contatto con la mia “ HOST FAMILY ” brasiliana.

E così, tra un documento e l’altro, tra qualche marca da bollo e certificati necessari per il rilascio del passaporto alla questura di Mantova , messaggio dopo messaggio, la partenza si avvicina, fino a quando ti ritrovi a fare il check-in, fino a quando attendi nel “ gate ”, ma soprattutto, fino a quando respiri per l’ultima volta l’aria italiana salendo sulla scaletta dell’aereo.

Già qui posso dire che partii con due bagagli, ma al ritorno ne contavo 4 o 5 , tanto avevo appreso e conosciuto.

All’arrivo vengo accolto , anzi veniamo , ( poiché mi trovavo con altre due interscambiste ), come accogliamo i parenti qui in Italia la mattina prima del pranzo di Natale: mi trovai in un uragano di abbracci, baci, foto, e capii già lo spirito brasiliano che sul momento mi aveva affascinato ma che più avanti sarebbe divenuta pura abitudine, la migliore che abbiamo, per altro..

Non mi soffermerò a raccontare le attività di ogni giorno con la mia host-family , sarebbe veramente lungo enumerarle, ma ci terrei a dire che lo scopo di un interscambio, ossia il farti immergere totalmente nella cultura del paese ospitante, i miei host parents lo raggiunsero ampiamente, senza esclusione di ambito alcuno.

Partite di calcetto, cene, visite a scuole, università, addirittura una mattina in diretta radio e incontri con le maggiori autorità del posto, il tutto nella spensieratezza brasiliana e nella serietà dello stile dei LIONS CLUB.

A quella famiglia devo riconoscere il merito di avermi fatto diventare loro figlio da subito, aprendosi fin dalla prima sera che io fui con loro.

Furono due settimane nelle quali mi presentarono tutti in città, non per mostrarmi, non per orgoglio personale, ma per far sì che tutti potessero “darmi” un pezzo di Brasile: io accettai e conservai avidamente ogni singolo pezzo…

Il giorno della partenza per il campus, dopo aver donato gli ultimi stendardi del nostro distretto LIONS CLUB, arriva il momento del saluto: vicino al pullman con cui sarei partito trovai una folla immensa, con tanto di bandiera italiana, lì solo per salutarmi, per darmi tutti un ultimo ed affettuoso abbraccio..

Trattenni le lacrime, oggi non so ancora come ho fatto… i miei genitori ospitanti no: più tardi venni a conoscenza da un presidente LIONS che mi accompagnò nel tragitto, che quella fu la prima volta dove videro il mio HOST DAD piangere, nonostante avesse già ospitato altri ragazzi in passato.

Non nego che preferii l’esperienza in famiglia piuttosto che il CAMP, anche se a detta degli organizzatori quello fu il migliore di sempre nel loro distretto.

Il gruppo era fantastico, nessuno sgarrò e soprattutto fui felice di trovare solo ragazzi con la testa sulle spalle, con i quali si formò da subito un gruppo splendido.

Il programma fu perfetto anche se difficoltoso per via delle numerosissime attività ma tutto veniva puntualmente ripagato, come ad esempio una travagliata e sfiancante camminata in un parco naturale alla fine della quale ci si aprì una vallata con un’enorme cascata sullo sfondo.

Insomma non c’è da stupirsi se allo sciogliersi del gruppo il giorno del ritorno definitivo , io e coloro che erano stati compagni di squadra, avversari nelle varie attività ma soprattutto amici, non fummo in grado di trattenere le lacrime; naturalmente anche gli organizzatori si unirono a noi in quel “dolce ” addio….

A loro tutti in particolare va il merito di aver costruito in una sola settimana un gruppo affiatatissimo, appassionato , che già cerca modi per ricongiungersi in futuro, ma che soprattutto mai scorderà il Brasile e chi glielo ha fatto vivere con tanto di pelle d’oca, sempre presente per gli spettacoli che si paravano davanti ai nostri occhi..

Porterò sempre con me questa immensa esperienza che credo mi abbia fatto crescere in un solo mese, come si crescerebbe in qualche anno.

Non conoscevo la realtà dei LIONS CLUB prima di questa esperienza o almeno ne avevo sentito qualche cenno senza approfondire.

Oggi , oltre a nutrire il massimo rispetto per questa associazione, mi sento di dire GRAZIE !
Siete stati fantastici tutti per la gentilezza, disponibilità, opportunità che mi avete dato … per la porta che mi avete spalancato!