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Dopo un lungo viaggio dove curiosità e agitazione continuavano ad aumentare, giungo all'aeroporto di São Paolo nella mattinata di un'umida giornata invernale brasiliana.
Ad accogliermi all'uscita ci sono i miei host parents, Marcelo e Juliana, che, dopo avermi abbracciato e baciato, mi comunicano immediatamente che il giorno successivo saremmo
ripartiti alla volta di Rio De Janeiro.

Saliamo in auto e, ancora a bocca aperta, non riesco a calmarmi e inizio a godermi il paesaggio di una terra ricca di prati verdi e foreste mentre dialogo con i genitori nonostante
facciano fatica a comprendere e a parlare l'inglese: meno male che esistono i traduttori online e i gesti.
Arrivati a casa faccio conoscenza del mio host brother, Vitor, e di Elvis, un cane affettuoso e festoso che inizialmente mi abbaia contro poi rinuncia in cambio di alcune coccole.
Inizio a creare subito un eccellente rapporto con tutti i componenti del nucleo famigliare compresi i nonni materni, Edna e Zezinho, con i quali consoliderò la mia relazione durante
il mio soggiorno.
Così l'indomani ripartiamo tutti alla volta di Rio dove nel tragitto provo per la prima volta a bere l'acqua di cocco, a dir poco deliziosa e rinfrescante.
Siamo ospitati cinque giorni da un simpaticissimo e vivacissimo zio del mio host brother, Fabiano, con il quale lego profondamente nel giro di poche ore scherzando e ridendo.
Qui visitiamo: lo stadio “Mario Filho” (comunemente denominato “Maracanã”) dove si è disputata la finale dei Mondiali di Calcio 2014; il Corcovado e il Cristo Redentor, luoghi
cartolina della città; la “Floresta de Tijuca”, appunto una foresta che ricopre una buona parte dei pendii a Sud di Rio dove sono stati creati appositamente zone per viste panoramiche dalle quali si possono scattare foto mozzafiato; “Copacabana”, zona molto famosa di Rio la cui spiaggia è spesso popolata da giocatori di beach volley, surfisti e appassionati di nuoto; la favela pacificata di Rio das Pedras dove ho avuto non solo il piacere di avere colazione con Fabiano e sua moglie, ma anche la possibilità di osservare la desolazione e la tristezza dell'ambiente di povertà in cui vive la maggior parte della popolazione che, nonostante l''assenza di beni materiali, ha sempre il sorriso scolpito sulla faccia che irradia allegria.
Il fatto che mi ha impressionato di più di questa grande metropoli è l'evidente disparità tra ricchi e poveri, ma sopratutto la mescolanza di queste due classi sociali tant'è che non mi è risultato fattibile etichettare una determinata area come povera o ricca dato che una favela può essere proprio di fianco a un palazzo di architettura moderna dove alloggia il ceto alto della città.
Nelle strade di Rio oltre ai profumi derivanti dall'aria di mare spicca quello di carne grigliata proveniente in prevalenza dai ristoranti lungo la costa infatti l'alimento che sta alla base
della nutrizione brasiliana è la carne di manzo servita in piatto unico con riso e fagioli.
Ritornati presso São José dos Campos dobbiamo subito ripartire alla volta di São Paulo per partecipare al matrimonio del fratello di Marcelo, Otto.
Con grande felicità ritrovo Fabiano con cui interagisco e scambio le ultime battute addirittura durante la cerimonia facendo fatica a contenere le risate accompagnate più di una
volta da lacrime quando sfortunatamente giunge il momento dei saluti e degli arrivederci, non degli addii.
Passato qualche giorno a oziare, giocare a calcio, assaggiare specialità culinarie, conoscere nuove persone, guardare la tv, giunge l'ultimo giorno ed è già ora di cambiare famiglia.
Prima di andarmene però vengo portato in un centro aerospaziale (CTA) comprendente di un immenso e prestigioso campus universitario dove regna l'ITA, Instituto Tecnologico de
Aeronautica.
Qui, guidati da un Tenente Colonnello dell'Aeronautica Militare, ci vengono mostrati in un primo momento diverse tipologie di aerei principalmente di uso civile e militare progettati
dagli ingegneri dell'ITA dal 1968 fino ai nostri giorni poi diversi prototipi di razzi aerospaziali, elaborati dal medesimo istituto universitario, con la funzione di ponte radio per
le telecomunicazioni.
Nel nuovo nucleo famigliare i miei host parents si chiamano Osvaldir e Ana Paula mentre il mio host brother Lucas e la mia host sister Beatriz.
Mi sembra di ricominciare tutto da capo, come se fossi appena arrivato: spiego quali sono i miei interessi, le mie passioni, come trascorro il mio (poco) tempo libero, il mio andamento scolastico, ecc.
Subito mi sentivo un po' spaesato, avevo nostalgia dell'altra famiglia e volevo tornare indietro... Ma questi pensieri uscirono rapidamente dalla mia testa grazie alla gentilezza,
all'affetto e allo spirito di accoglienza dimostratomi.
Lego fortemente con Osvaldir che si rivela fin da subito un ottima persona con cui scambiare idee e opinioni concernenti diversi argomenti tra i quali quelli di carattere culturale, morale e sociale.
Per inaugurare al meglio la mia permanenza, Osvaldir e Beatriz decidono di portarmi in un piccolo villaggio distante un'ora dalla nostra abitazione denominato Campos do Jordão.
Blindata da turisti e villeggianti dovuti al periodo di ferie lavorative, in questa piccola cittadina, situata in un contesto paesaggistico collinare, regna uno stile architettonico che mi
fa ricordare un po' l'Austria e il Sud Tirolo (case in legno, locande) tant'è vero che il prodotto tipico per eccellenza è la birra, prodotta con una ricetta rielaborata in loco.
Usualmente la mia giornata tipica si componeva in questo modo: sveglia alle ore 10 circa seguita da una colazione costituita da pane tostato, burro, prosciutto locale, uova, formaggi,
succo d'arancia o caffè; a mezzogiorno e un quarto si pranza puntualmente con riso e fagioli seguita da carne e verdure crude o lessate; al pomeriggio, dopo un piccolo riposino, siusciva fino alla sera per attività ricreative come cinema, shopping, go-kart, visita di parenti e città limitrofe; la sera, dopo la cena (spesso effettuata presso dei ristoranti), ci riunivamo tutti attorno al televisore per vederci un film.
Spinti dalla voglia di cambiare aria, io, Ana Paula e Lucas decidiamo di andare a visitare São Paulo che, purtroppo, non mi ha entusiasmato più di tanto per un semplice motivo: il
traffico.
In loco ci dirigiamo subito in un museo di arte (MASPI) nel quale rimango sorpreso di trovarmi ad ammirare bellezze del periodo degli impressionisti europei partendo da Cézanne, passando per Monet, Manet, Renard, fino ad arrivare al culmine con Van Gogh e Picasso.
Una volta usciti ci ritroviamo a camminare in una delle strade più importante di São Paulo, l''Avenida Paulista, sede di prestigiosi istituti finanziari, banche, negozi e alberghi.
Riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il mercato municipale che, nonostante distasse una manciata di chilometri dalla nostra posizione iniziale, abbiamo raggiunto in
circa due ore: un odissea, ma siamo stati ripagati dal gustare uno dei piatti tipici brasiliani denominato “pastel”, una sorta di torta fritta riempita con ingredienti a scelta tra cui per
esempio carne macinata o pesce.
La punta di diamante di tutta la mia esperienza è stato salpare a bordo della barca a vela di proprietà di Osvaldir nella zona di Paraty, una cittadina sulla costa patrimonio dell'Unesco a sud di Rio.
Ogni giorno visitavamo posti incontaminati dove predominava la natura e le acque cristalline dell'oceano Atlantico che mi hanno fatto, tra l'altro, un bellissimo e inaspettato
regalo: per due giorni consecutivi abbiamo avvistato due branchi di delfini che nuotavano intorno alla nostra imbarcazione, un'emozione così forte che le parole non bastano per
descriverla.
In conclusione, prima del giorno della mia partenza, grazie a un amico del mio host father riusciamo ad accedere ed effettuare una visita all'interno della terza industria produttrice di aeromobili (dopo Boeing e Airbus) che solo a São José dos Campos conta undicimila dipendenti: l'Embraer.
Grazie al tour guidato ho appreso attentamente tutti i passaggi della catena di montaggio, partendo dal primo pezzo necessario all'assemblaggio dello scheletro di un aereo, attraversando la zona adibita all'installazione delle ali, delle poltrone, delle luci, dei reattori fino ad arrivare allo step finale cioè quello del test del volo.
Meglio tralasciare la parte dei saluti e delle lacrime.


CONCLUSIONI FINALI:
Sono veramente rimasto felice e soddisfatto da questo meraviglioso viaggio che mi ha permesso per davvero di scoprire dal vivo un Paese che, prima di andarci, sinceramente,
sottovalutavo.
Il Brasile è una terra ricca di diversità e credo che sia proprio aspetto che lo renda unico e indimenticabile.
Io voglio veramente ringraziare l'associazione Lions di avermi donato questa opportunità perchè credo che faccia aprire nuovi orizzonti nella mente di ognuno che ha avuto la
possibilità e il piacere di mettersi a confronto con una realtà totalmente differente dalla propria: cercare di adattarsi a nuove tradizioni, nuovi modi di fare, nuovi luoghi, sapersi
arrangiare, dominare la mancanza dei propri affetti e amici sono tutte azioni che mirano, in primo luogo, come si dice in gergo,“a darsi una scantata” poi a maturare uno spirito di
autonomia utile alla crescita verso, nel mio caso,la maggiore età.
Credo però che il merito più grande però vada alle famiglie che si sono offerte di ospitarmi e con le quali mi mantengo tutt'ora in contatto: entrambe hanno sempre mostrato rispetto, entusiasmo, dedizione, disponibilità e affetto.
Ciò ritengo significhi che sono riuscito a conquistarmi la loro fiducia e loro la mia infatti non ci sono mai state tensioni e discussioni e posso dire con estrema franchezza che mi sono trovato bene con tutti e credo anche loro in mia presenza infatti non sono mai stato trattato come un peso, bensì come una risorsa.
Sto pianificando un viaggio per ritornarli a trovare a Natale in quanto ci siamo lasciati dicendomi che saranno sempre disponibili ad accogliere me e la mia famiglia a braccia
aperte.
Non ho rilevato alcun aspetto negativo nella mia esperienza, tutto ha funzionato per il meglio.
Di nuovo grazie e... speriamo all'anno prossimo!

P.S.= in allegato vi sono due lettere indirizzate ai miei genitori redatte da entrambi gli host parents che esprimono le loro valutazioni sull'esperienza svolta dal loro punto di vista.